Case green, primo via libera del Parlamento europeo

La Commissione per l'Industria, la Ricerca e l'Energia del Parlamento europeo ha votato la proposta di revisione della direttiva sulle performance energetiche degli edifici. L'obiettivo sarà ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra e il consumo finale di energia nel settore edile dell'Unione entro il 2030 e renderlo climaticamente neutro entro il 2050
efficienza energetica
(Foto: Pixabay)

49 i voti favorevoli, 18 contrari e 6 astenuti. Il testo votato il 9 febbraio scorso in Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento europeo prevede che quasi tutti gli immobili raggiungano la classe E entro il 2030, la classe D entro il 2033 e zero emissioni entro il 2050. Interventi di efficientamento energetico sugli edifici residenziali per ridurre le emissioni di gas e l’effetto serra e il consumo di energia.

La proposta approderà in plenaria durante la sessione di marzo e quindi andrà al negoziato con le altre istituzioni europee. C’è comunque un’ampia flessibilità per gli Stati Membri. È necessaria perché i patrimoni immobiliari dei 27 Paesi hanno enormi differenze, anche per ragioni di storia e latitudine.

Secondo le stime Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), il 74% delle abitazioni italiane, pari a 11 milioni di case sarebbe in classe energetica inferiore alla “D”. Grazie al Super bonus sono stati effettuati lavori per 290.000 unità abitative l’anno. Un numero – seppur elevato – distante da quello atteso se restano immutati i tempi.

E Giorgio Spaziani Testa, presidente Confedilizia aggiunge: «I costi per effettuare i lavori variano. Modificare gli infissi può costare fino a 10/12mila euro. Oppure cambiare una caldaia altrettanto o molto di più. Ma i costi aumentano di decine di migliaia di euro per lavori come il famoso cappotto termico».

Un problema che si ripercuote sul portafoglio dei cittadini.

Case green, la situazione in Italia

L’Italia si colloca al nono posto nella classifica pubblicata dallo U.S. Green Building Council (Usgbc) dei 10 migliori Paesi al mondo per edifici certificati sostenibili nel 2022. È uno dei tre Paesi europei, insieme a Svezia e Spagna, presenti nella Top 10. Nonostante ciò, siamo molto lontani dai parametri votati qualche giorno fa dalla Commissione in Europa.

Il portale di annunci immobiliare Casa.it ha analizzato l’offerta degli immobili in vendita – trilocali tra gli 80 e i 100 mq – a gennaio 2023 in alcune città italiane, in base al filtro relativo alla classe energetica.

Circa il 75% delle abitazioni appartiene alle classi energetiche meno efficienti, dalla G alla E. Solo il 12% è in classe A.

Bologna è la più virtuosa con il 56% di classi meno efficienti e il 28% in Classe A.

Segue Torino con il 65% dei trilocali dalla G alla E e solo il 7% degli immobili è in Classe A.

A Firenze il 71% dei trilocali appartiene alle classi meno efficienti ma la percentuale di quelli in Classe A è tra le più alte nelle città analizzate (19%).

Milano ha il 75% dei trilocali in classi meno efficienti e solo l’11% in classe A.

Roma non è tanto “green”, con una quota molto elevata di trilocali nelle classi meno efficienti, l’84%, di cui il 72% in classe G e il 12% dei trilocali in vendita è in classe A.

Infine Palermo e Genova, dove i trilocali in vendita nelle classi meno efficienti sono quasi la totalità, con il 96% nelle classi G, F, E a Genova e il 95% a Palermo. A Genova i trilocali in classe A sono soltanto l’1% e a Palermo il 2%

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