Cartiera Open

Da ex-fabbrica a spazio polivalente, aperto al protagonismo sociale e alla nascita di rapporti interpersonali a Torino

Il quartiere San Donato è uno dei quartieri che da sempre fa corona al centro città. Qui, dove si può ancora ammirare in alcuni palazzi l’eredità lasciata dell’epoca liberty, sono sorte anche alcune delle grandi industrie torinesi: qui è stato inventato il famoso “Giandujotto”, qui nacquero le celebri “Pastiglie Leone” e oggi ha ancora sede il rinomato panettonificio “La Torinese”.

Per la sua posizione strategica, a pochi passi dall’ex-area industriale oggi Parco Dora, la parte bassa del quartiere si è presto trovata ad accogliere gli immigrati di ogni epoca: quelli che arrivavano dal Sud Italia prima, e ora chi arriva soprattutto dal Nord Africa. Una mescolanza di lingue, tradizioni, religioni che è ben visibile per le strade e nella scuola elementare, dove la maggioranza degli alunni, oggi, arriva da altri Paesi. Qui la convivenza multiculturale è una sfida davvero quotidiana e concreta, e non certo sempre facile, anche tra persone che sottolineano la diversità culturale che corre anche sotto il cappello di una stessa fede.

Proprio accanto alla scuola elementare è sorta la Cartiera, ex-fabbrica riconvertita a spazio polivalente per lo sport, la creatività e il protagonismo giovanile di proprietà della Città di Torino, che l’ha data in gestione ad alcune cooperative e associazioni: la Cooperativa Valpiana, capofila del progetto, e poi l’Associazione Tedacà, l’Ass. Minollo, l’Ass. Safatletica, la Polisportiva San Donato e l’Ass. GiOC. Unite dalla passione per i giovani, queste 6 associazioni mettono in comune le rispettive esperienze, ognuna nel proprio ambito per provare a rispondere se non a tutte, almeno ad alcune delle esigenze dei ragazzi e giovani che abitano il quartiere.

Gli spazi qui non mancano: c’è un anfiteatro all’aperto, una palestra, una sala danza, diverse stanze e salette e un bar, il Mangialibro Caffè, che unisce l’aspetto culturale, con una piccola biblioteca, e quello più proprio di un bar, gestito con tanto spirito di iniziativa da Raffaella e suo marito, che con la loro presenza costante rappresentano il vero punto d’unione di tutto il complesso.

Dal 2014 la comunità torinese dei Focolari, per rispondere al desiderio di fare qualcosa di concreto per la propria città, ha deciso di affiancarsi alle realtà già operative per portare il proprio contributo per qualcosa di più grande: aprire spazi di dialoghi e provare a gettare ponti di fraternità proprio lì dove le diversità, anche tra persone che condividono la stessa fede, possono sembrare invece ostacoli insormontabili alle relazioni.

Si è cominciato offrendo un aiuto concreto… muniti di secchi, ramazze e tanto olio di gomito! Tanti poi sono stati e sono i modi concreti di mettersi a servizio. La prima iniziativa è stata quella dei “venerdì in Cartiera”, che hanno visto diversi giovani dare disponibilità alcune ore a settimana nell’organizzazione di giochi per i (molti) bambini che spesso affollano la Cartiera dopo il suono della campanella pomeridiana. È così partito un progetto che sotto il nome di “CartieraOPEN” promuove occasioni d’incontro per gli abitanti del quartiere, ormai diventate appuntamenti fissi. Ci è voluto del tempo di rodaggio, ma poi, soprattutto le feste di Natale (nonostante gran parte della comunità sia musulmana) e quelle di Carnevale sono diventate un appuntamento imperdibile, di anno in anno sempre più partecipate.

A Natale, grazie alla generosità di tanti che portano i regali per i bambini, il momento più atteso è quello della distribuzione dei regali. I loro occhi luccicanti raccontano che la gioia di scartare un dono parla la stessa lingua, in tutto il mondo! In ogni appuntamento, poi, i bambini e i loro genitori sono coinvolti in laboratori, come ad esempio la preparazione delle maschere durante la festa di Carnevale.

Da due anni i giovani dei Focolari organizzano presso la Cartiera un simpaticissimo e partecipatissimo torneo di pallavolo fluo. Ed è questa la sede scelta anche da Città Nuova per i suoi eventi del Salone Off, quella serie di eventi del Salone del Libro che si svolgono parallelamente in tutta la città. Perché, per un dialogo vero, è necessario crescere anche nell’aspetto culturale.

Nonostante l’apparenza, la Cartiera non è solo un insieme di attività. È luogo di rapporti, dove possono nascere anche nuove amicizie dall’incontro di culture diverse. È quello che è successo a Maria Luisa, che insegna italiano agli stranieri. In uno degli eventi ha conosciuto una mamma irachena, che già frequenta i corsi di italiano offerti in Cartiera, che le ha chiesto di poter frequentare anche le sue lezioni. Maria Luisa abita dall’altra parte della città, ma attraverso WhatsApp è riuscita a continuare l’amicizia che si è subito creata: la mamma irachena l’ha sorpresa, ad esempio, con un bellissimo messaggio il giorno della Festa della Donna e spesso le manda le foto della sua bimba. Il desiderio che sta alla base di questi rapporti è spesso quello di rendere partecipi “gli amici italiani” della propria cultura e tradizioni, come quando Maria Luisa ha ricevuto alcune immagini che ritraevano la sua amica con vestiti bellissimi, da “mille e una notte”.

Durante l’ultima festa di Natale i bambini sono stati invitati a scrivere su un cartoncino un loro desiderio: quasi tutti contenevano le parole  pace e amicizia, scritte in tante lingue diverse. Sono i piccoli semi di una fraternità che cresce nel silenzio, senza fare rumore. Di una speranza che sa farsi spazio anche in mezzo alla contraddizione delle notizie che leggiamo arrivare dal mondo. E che in piccolo insegna che, se lo vogliamo, lo spazio per la fraternità c’è.

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