Cardinale Zuppi in Russia, incoraggiare gesti di umanità

Nella ricorrenza di san Pietro e san Paolo papa Francesco affida a loro il popolo ucraino. Il presidente della Cei cardinal Matteo Zuppi inviato in Russia per trovare vie di pace
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei (Foto AP/Domenico Stinellis).
Il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei (Foto AP/Domenico Stinellis).

«Si soffre tanto, in Ucraina, non dimentichiamolo». Con queste parole, pronunciate dopo l’udienza generale del mercoledì, papa Francesco accompagna idealmente la nuova missione del cardinale Zuppi in Russia. Affida all’intercessione dei santi Pietro e Paolo, di cui ricorre la solennità, «la cara popolazione ucraina, perché presto trovi la pace».

In queste ore, l’inviato del papa si trova in Russia con il compito di «incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace», riporta una nota della Sala Stampa vaticana.

Al suo arrivo, il cardinale si è recato a pregare davanti all’icona della Madre di Dio di Valdimir (Madonna della tenerezza), la più antica icona mariana della Russia, considerata la protettrice della nazione. Sotto stretto riserbo il programma della sua permanenza, si sa che è previsto un incontro con il consigliere per la politica estera del Cremlino Ushakov e probabilmente anche con il patriarca Kirill.

«Abbiamo ripetutamente affermato di avere un alto apprezzamento degli sforzi, le iniziative del Vaticano nella ricerca di una soluzione pacifica alla crisi ucraina e accogliamo gli sforzi del papa nel contribuire alla cessazione del conflitto armato», ha dichiarato il portavoce Dmitry Peskov, citato da Interfax.

L’auspicato incontro con il patriarca ortodosso Kirill sarebbe una delle tappe più importanti della missione, non solo per motivi politico-diplomatici, ma anche sul piano dei rapporti ecumenici tra Chiesa cattolica e la più numerosa Chiesa ortodossa del mondo.

La chiesa accompagna con la preghiera questa missione di dialogo per la pace. «Auspichiamo che questa nuova iniziativa possa contribuire al raggiungimento di una giusta pace. Con le parole del Santo Padre ci rivolgiamo alla Vergine Maria: “Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità. Regina della pace, ottieni al mondo la pace” (Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, 25 marzo 2022)», ha dichiarato il segretario generale della Cei monsignor Baturi, invitando alla preghiera le comunità ecclesiali e i monasteri in Italia.

All’udienza del 28 giugno, secondo quanto riportato da L’Osservatore Romano, erano presenti 28 pellegrini bielorussi che hanno portato in processione le icone dei santuari mariani del loro Paese insieme alle icone dei santuari di Vilnius in Lituania e di Czestochowa in Polonia e all’immagine romana della Madonna del Perpetuo Soccorso. «Abbiamo voluto portare in pellegrinaggio le ‘nostre’ icone mariane proprio qui, in piazza San Pietro, per testimoniare la nostra vicinanza e tutto il nostro appoggio alle iniziative, alle preghiere e agli incessanti appelli del papa per la pace», ha detto padre Stanislaw Staniewski.

In Piazza S. Pietro erano anche presenti 18 donne ucraine, mogli di ambasciatori del loro Paese in missione in diverse parti del mondo. «In questo momento così difficile e importante, siamo qui per unirci al papa nella preghiera per la pace per la nostra Ucraina», ha commentato Andrii Yurash, ambasciatore dell’Ucraina presso la Santa Sede, facendo riferimento alla missione del cardinale Zuppi e a quella del cardinale elemosiniere Krajewski a Kherson, nel sud dell’Ucraina, per portare viveri e medicinali alla popolazione come segno della vicinanza del papa.

L’elemosiniere si è infatti recato in Ucraina facendo tappa a Odessa e Mykolaiv, poi a Kherson: «È deserta, ogni tanto sentiamo sirene e quando siamo entrati c’era un bombardamento in corso. Vedevamo il fumo», ha detto il cardinale partito per portare, oltre agli aiuti, anche «l’abbraccio» del papa: «Non c’è un giorno in cui il Santo Padre non prega per l’Ucraina», ha rivelato.

Ad accompagnarlo, il vescovo Jan Sobiło, ausiliare di Kharkiv Zaporizhzhia. A Kherson, ha raccontato il cardinale Krajewski, «abbiamo scaricato subito i farmaci, farmaci di pronto soccorso. Un medico ha diviso i medicinali, poi sono arrivate le ambulanze per distribuirli nei vari ambulatori dell’ospedale».

«Preghiamo per tutti loro – chiede l’elemosiniere – e preghiamo anche per noi, affinché non ci abituiamo a questa guerra, ma continuiamo ad aiutare le persone in difficoltà».

__

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it
_

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Tonino Bello, la guerra e noi

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons