Camerun: biochar per fertilizzare i terreni

Il carbone di origine vegetale, ottenuto per pirolisi di materia organica, consente di stabilizzare il carbonio catturato dalle piante nell'atmosfera e dal 2018 è riconosciuto dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) come una soluzione per stabilizzare la CO2
Biochar
Carbone vegetale (Foto Pixabay)

Gli effetti positivi del biochar sui terreni agricoli sono stati ampiamente documentati, sia per la ritenzione idrica e dei nutrienti, che per la deacidificazione o lo sviluppo della vita microbica. Se il principio del biochar esiste da molto tempo, l’industrializzazione del processo è proprio l’obiettivo di NetZero.

Nel 2021, i francesi Axel e Olivier Reinaud, il climatologo Jean Jouzel e l’imprenditore camerunense Aimé Njiakin fondano la start-up NetZero, azienda francese che produce, da biomasse residue, biochar, ammendante stabile del suolo (cioè fertilizzante che migliora le caratteristiche del terreno). Questo permette di sequestrare il carbonio nei suoli a lungo termine.

Il primo sito è stato realizzato a Nkongsamba (a circa 150 km da Douala), in Camerun, accanto a una fabbrica di lavorazione del caffè di proprietà di Aimé Njiakin. Con una capacità di produrre 3 mila tonnellate di biochar all’anno, NetZero utilizza le bucce di caffè per la produzione di biochar e poi lo fornisce agli agricoltori circostanti.

«Nel nostro impianto pilota in Camerun, abbiamo accesso a una grande quantità di residui generati dalla coltivazione del caffè, […] siamo i primi ad aver sviluppato un impianto di produzione di biochar in Africa. E il nostro secondo impianto, in Brasile, sarà anche il primo del suo genere in Sud America», spiega Olivier Reinaud.

Infatti, nel 2023 entrerà in funzione un nuovo sito a Lajinha, in Brasile, sempre vicino a un impianto di lavorazione del caffè, e produrrà 6 mila tonnellate di biochar ogni anno. «L’idea è quella di produrre biochar su larga scala e ad un costo molto competitivo», spiega Axel Reinaud, presidente e co-fondatore della start-up.

Il modello ideato da NetZero si basa sulla costruzione di piccole unità di produzione di biochar, di facile utilizzo e manutenzione, in prossimità di piantagioni agricole e fabbriche alimentari che producono ogni anno cumuli di residui di biomasse.

Oltre ai benefici per il clima, questa polvere di carbone ha anche un altro grande vantaggio: migliora la qualità del suolo e la resa agricola. 

Biochar (wikipedia)
Biochar (wikipedia)

«Volevamo andare in luoghi dove c’è molta biomassa e pochi canali di recupero, come ai tropici. Si tratta di paesi in cui i terreni sono spesso poveri e acidi e l’accesso ai fertilizzanti è difficile per gli agricoltori, in particolare a causa dei prezzi elevati», spiega Axel Reinaud.

Soprattutto, NetZero riesce a vendere il suo prodotto a un prezzo molto inferiore a quello di mercato – 130 euro a tonnellata in Camerun – grazie alla vendita di crediti di carbonio, che sovvenzionano ampiamente questo modello.

«Al momento, non vogliamo vendere il nostro biochar in nessun luogo diverso da dove lo produciamo, perché ciò spezzerebbe l’aspetto circolare del modello che stiamo sviluppando. Ottimizzare il nostro modello a breve termine non è la nostra priorità. Pertanto, piuttosto che vendere il nostro biochar sui mercati dove i prezzi saranno più alti, preferiamo venderlo agli agricoltori che ci forniscono la materia prima», continua Olivier Reinaud.

«Consumiamo una tonnellata all’ora di biomassa per produrre 250 kg di biochar, e prevediamo una produzione annua, a regime, di 2 mila tonnellate di biochar all’anno», rassicura Axel Reinaud. L’azienda, con una cinquantina di dipendenti, ha come obiettivo la realizzazione di una dozzina di siti di produzione di biochar nel 2024, e 80 stabilimenti entro la fine del 2026. Se inizialmente intende sviluppare, costruire e gestire le proprie unità, NetZero prevede di seguire in seguito un modello di franchising. Per fare questo sta lavorando alla semplificazione e alla modularizzazione dei suoi stabilimenti.

Diminuendo l’apporto di fertilizzanti, il biochar farebbe risparmiare denaro. Il suo bilancio di carbonio è doppiamente positivo poiché evita l’uso del gas necessario per la produzione di fertilizzanti e inoltre immagazzina CO2 a lungo termine. Una boccata d’aria fresca per il mondo agricolo soggetto ai prezzi dei fertilizzanti in forte rialzo da un anno

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