Sfoglia la rivista

Mondo > Cultura

Camaldoli europea, problemi e prospettive

a cura di Silvio Minnetti

- Fonte: Città Nuova

Intervista a Sergio Fabbrini, già direttore della School of Government dell’Università Luiss Guido Carli di Roma a proposito della proposta dell’associazione Nuova Camaldoli sul futuro dell’Europa

Il direttore della Luiss school Government Sergio Fabbrini al convegno “Per un’altra Europa”. Roma, 23 ottobre 2018. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

L’associazione fiorentina Nuova Camaldoli ha promosso il 13 settembre 2025, nell’antico monastero della foresta casentinese un incontro per presentare il documento “Un Codice per una nuova Europa” formulato da esperti ed esponenti di movimenti e associazioni laiche. L’intenzione era quella di lanciare un appello «rivolto a ogni cittadino e cittadina che vuole dire il suo sì alla nascita, in tempi rapidi, di una Federazione Europea fra gli Stati che, pur rimanendo all’interno dell’Unione, decideranno di condividere una parte significativa della propria sovranità».

Secondo il documento occorre «superare l’attuale crisi di consenso e di credibilità delle istituzione europee, e fare un deciso passo in avanti verso un’Europa equa, solidale, democratica e sostenibile, capace di parlare con una voce sola, di testimoniare e portare avanti i suoi valori, di promuovere la pace, il rispetto dei diritti umani e la cooperazione fra tutti i popoli».

Ne abbiamo parlato con il politologo Sergio Fabbrini, che ha partecipato all’incontro ed è stato direttore della School of Government dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, dove è professore emerito di Scienza politica e Relazioni internazionali.

Quale significato assume questo Codice nel drammatico momento storico che stiamo vivendo?
Il Codice per una nuova Europa costituisce un contributo di grande rilievo al dibattito in corso. Di grande rilievo per l’originalità delle tesi elaborate e per la ricchezza della partecipazione alla loro elaborazione. Il Codice è un coperchio che scopre la pentola. Una pentola fatta di insoddisfazione per come l’Unione europea (Ue) sta affrontando le sfide del disordine mondiale, ma anche di passione verso un’Ue che è l’unico strumento che abbiamo per affrontare quel disordine. Un disordine alimentato dai nazionalismi delle grandi potenze all’esterno dell’Ue, ma anche dai nazionalismi di molti stati membri che sfidano quest’ultima dall’interno. Come ho scritto nel mio Nazionalismo 2.0, la sfida nazionalista va presa molto sul serio.

Nel suo intervento ha rilanciato la proposta concreta di una Unione federale a cerchi concentrici. Può spiegare ai lettori in che cosa consiste e come potrebbe essere realizzata?
Siccome la doppia sfida nazionalista (esterna e interna all’Ue) mette in discussione l’esistenza stessa dell’Europa integrata, pensare di affrontarla con strategie minimaliste e compromessi contingenti mi sembra irresponsabile. I vari allargamenti dell’Ue hanno incrementato drammaticamente l’eterogeneità identitaria dei suoi stati membri. Si è rivelata illusoria l’idea che quegli allargamenti potessero portare ad una omogeneità del continente intorno alla promessa originaria del progetto integrativo (“creare un’unione sempre più stretta tra i popoli europei”) e ai valori che la sostanziano (oggi celebrati dall’Art. 2 del TUE).

La storia di un Paese non si cancella facilmente. Nell’Ue, vi sono stati membri (nel nord scandinavo, in particolare) che considerano quest’ultima un mercato, vi sono altri stati membri (nel centro-est continentale) che la considerano uno strumento per ricostruire il proprio stato nazionale e rilanciare la propria economia. I valori e le ragioni che ci hanno portato a stare insieme si sono persi. Per questo motivo, dobbiamo costruire un’Europa plurale, basata su cerchi differenti di stati partecipanti, aventi scopi e solidarietà diversi. Al cui centro, però, deve esserci il nucleo federale dell’unione sempre più stretta.

Il sentiero di Camaldoli è stretto tra crisi politica della Ue e bisogno di futuro. Come coinvolgere la società civile in una nuova metamorfosi dell’Europa sotto attacco da Est e da Ovest?
Tempi straordinari (come l’attuale) richiedono risposte straordinarie. Per troppo tempo, gli europeisti sono stati compiacenti con i risultati ottenuti dal processo di integrazione. Comprensibile, dato che si è trattato di risultati formidabili. Come la pace, la democrazia, lo sviluppo, la solidarietà in un continente che aveva conosciuto molto poco di tutto ciò. Ma la compiacenza blocca la mente. Non fa vedere i cambiamenti in corso e le risposte nuove da elaborare. La compiacenza produce pigrizia intellettuale, se non cinismo. Il Codice offre una prospettiva a chi non vuole essere compiacente di fronte a cambiamenti radicali che ci circondano. Si deve creare un sentimento europeo tra i cittadini, in particolare tra i giovani, dimostrando che ci sono prospettive, e non solo speranze, per fare crescere l’Europa al livello delle sfide.

Cosa significa ridare un’anima all’ Europa? Perché è una utopia possibile nonostante nazionalismi, guerre ed imperialismi risorgenti?
L’anima dell’Europa è scolpita in quel “MAI PIU’” che si dissero De Gasperi, Adenauer e Schuman. Ma anche l’anima, come il corpo, deve essere alimentata, da idee, pensieri, proposte, partecipazione. L’Europa integrata non è un atto di fede, ma una necessità da cui deriva il senso di appartenere ad una comunità di destino. Occorre utilizzare tutte le iniziative possibili per portare l’Europa integrata al centro dei grandi e piccoli dibattiti. Creare “coalizioni di ingenui” tra tutti gruppi che sono impegnati a lavorare e pensare per l’Europa di domani, che siano di destra o di sinistra, religiosi o laici. Il nazionalismo, le guerre, gli imperialismi debbono necessariamente trovare risposte adeguate dalla politica. Ma essi si combattono anche nelle menti e nei cuori dei cittadini. Si tratta di una battaglia altrettanto difficile dell’altra. Una battaglia che richiede argomenti per essere vinta. Argomenti presenti nel Codice discusso a Camaldoli il 13 settembre scorso.

Riproduzione riservata ©

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come?
Scopri le nostre riviste,
i corsi di formazione agile e
i nostri progetti.
Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni:
rete@cittanuova.it

Esplora di più su queste parole chiave
Condividi

Ricevi le ultime notizie su WhatsApp. Scrivi al 342 6466876