Burundi, Ndayishimiye presidente

Pierre Nkurunziza, al potere dal 2005, ha fatto vincere il suo delfino, Ndayishimiye, nelle elezioni del 25 maggio. Nulla cambia nella discussa gestione del potere di uno dei Paesi più poveri al mondo
Évariste Ndayishimiye

Évariste Ndayishimiye è stato eletto presidente con il 68,72% dei voti il 25 maggio, secondo i dati ufficiali forniti dalla Commissione elettorale nazionale indipendente. Il tasso di partecipazione alle elezioni presidenziali, che si sono svolte contemporaneamente alle elezioni legislative e municipali, è stato dell’87,7%.

Il generale Ndayishimiye, 52 anni, succede al presidente Pierre Nkurunziza che, al potere dal 2005, aveva deciso di non candidarsi per un quarto mandato definendo il nuovo primo cittadino come suo “erede”. Il principale candidato dell’opposizione, Agathon Rwasa, presidente del Congresso nazionale per la libertà (Cnl), ha ottenuto “solo” il 24,19% dei voti. Naturalmente quest’ultimo non ha accettato il verdetto della Commissione elettorale nazionale indipendente, affermando che tali risultati sarebbero stati «fantasiosi» già in anticipo. Ha anche accusato il potere di «barare» e di avere instaurato una «pura manipolazione» dei risultati.

Anche se queste elezioni, mantenute nonostante l’epidemia del coronavirus, si sono generalmente svolte in condizioni di calma, il Cnl denuncia da mercoledì le pressioni esercitate sui suoi scrutatori, alcuni dei quali sono stati arrestati, nonché ingenti frodi. Numerosi testimoni in tutto il Paese e anche dei giornalisti burundesi hanno confermato all’Afp la validità di queste accuse, anche se nessuna missione di osservazione delle Nazioni Unite o dell’Unione Africana era stata autorizzata dal governo.

Évariste Ndayishimiye
Évariste Ndayishimiye

Il presidente eletto è stato ministro degli Interni e della pubblica sicurezza dal 2006 al 2007, prima di occupare la carica di capo di gabinetto militare presso la Presidenza della Repubblica fino al 2014 e poi, nel 2015, di occupare il posto di capo di gabinetto civile, ancora alla presidenza.

Va ricordato che il Burundi è stato sottoposto alle sanzioni dei suoi principali donatori (Ue, Belgio, Germania…) dalla crisi politica del 2015, innescata dalla candidatura di Nkurunziza per un controverso terzo mandato, crisi che ha provocato almeno 1.200 morti e ha spinto all’esodo circa 400 mila burundesi.

Mr. Ndayishimiye sarà in carica da agosto, al termine del mandato di Nkurunziza, per 7 anni. Ha promesso di fare della ripresa economica del Paese la sua priorità. Senza dubbio avrà difficoltà a sbarazzarsi della tutela del suo predecessore, che è stato elevato al rango di «guida suprema del patriottismo» già a febbraio dall’Assemblea nazionale e rimarrà presidente del molto influente Consiglio degli anziani di sinistra.

 

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