Buona Pasqua di Resurrezione

Una meditazione di Chiara Lubich del 14 novembre del 2002.
acqua

«La risurrezione di Gesù è ciò che maggiormente caratterizza il cristianesimo, ciò che distingue il suo Fondatore, Gesù. Il fatto che è risorto. Risorto da morte! Ma non nella maniera di altri risorti, come Lazzaro ad esempio, che poi, a suo tempo, è morto. Gesù è risorto per non morire mai più, per continuare a vivere, anche come uomo, in Paradiso, nel cuore della Trinità. E l’hanno visto in 500 persone! E non era certo un fantasma. Era lui, proprio lui: "Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato" (Gv 20,27), ha detto a Tommaso.

 

Ed ha mangiato con i suoi ed ha parlato ai suoi ed è rimasto con loro ben 40 giorni… Aveva rinunciato alla sua infinita grandezza per amore nostro e s’era fatto piccolo, uomo fra gli uomini, come uno di noi, così piccoli che da un aereo non ci possono neppure vedere.

Ma, poiché è risorto, ha rotto, ha superato ogni legge della natura, del cosmo intero, e s’è mostrato, con questo, più grande di tutto ciò che è, di tutto ciò che ha creato, di tutto ciò che si può pensare. Sicché anche noi, al solo intuire questa verità, non possiamo non vederlo Dio, non possiamo non fare come Tommaso e, inginocchiati di fronte a Lui, adoranti, confessare e dirgli col cuore in mano: "Mio Signore e mio Dio". Anche se non la saprò mai descrivere bene, è questo l’effetto che ha fatto in me la luce del Risorto.

 

Certamente, lo sapevo; sicuramente lo credevo, e come! Ma qui l’ho come visto. Qui la mia fede è diventata chiarezza, certezza, ragionevole, vorrei dire. E ho visto con altri occhi quello che ha fatto in quei nuovi favolosi giorni terreni. Dopo la discesa dal Cielo di un angelo che ha ribaltato la pietra del suo sepolcro e lo ha annunciato, ecco il Risorto apparire per primo alla Maddalena, già peccatrice, perché egli aveva preso carne per i peccatori. Eccolo sulla via di Emmaus, grande e immenso com’era, farsi il primo esegeta a spiegare ai due discepoli la Scrittura.

 

Eccolo come fondatore della sua Chiesa, imporre le mani ai suoi discepoli, per dar loro lo Spirito Santo; eccolo dire straordinarie parole a Pietro, che ha posto a capo della sua Chiesa. Eccolo mandare i discepoli nel mondo ad annunziare il Vangelo, il nuovo Regno da lui fondato, in nome della Santissima Trinità da cui era disceso quaggiù e che nell’ascensione seguente avrebbe raggiunto in anima e corpo.

Tutte cose conosciute da me, ma ora nuove perché vere in assoluto per la fede e per la ragione. E perché Risorto, ecco anche le sue parole detteci in precedenza, prima della sua morte, acquistare una luminosità unica, esprimere verità incontrastabili. E prime fra tutte quelle in cui annuncia anche la nostra risurrezione.

 

Risorgerò, risorgeremo. Lo sapevo e lo credevo perché sono cristiana. Ma ora ne sono doppiamente certa.  Potrò dire allora ai miei molti, ai nostri molti amici partiti per l’Aldilà e, forse, pensati da noi inconsciamente perduti, non tanto: addio, ma arrivederci, arrivederci per non lasciarci mai più. Perché fin qui arriva l’amore di Dio per noi.

Non so se ho espresso, almeno un po’, la grazia, la luce che ho ricevuto: una conferma della fede. Che il Signore faccia in modo che l’abbia potuta comunicare a tutti voi che mi avete ascoltato, come conferma della vostra fede».

 

(Altri pensieri di Chiara sono inclusi nel libro Meditazioni di Città Nuova)

 

I più letti della settimana

Osare di essere uno

Chiara D’Urbano nella APP di CN

Focolari: resoconto abusi 2023

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons