Buon compleanno, Erasmus

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La chiamano generazione Erasmus. Ne fanno parte ad oggi un milione e seicentomila giovani, tutti quelli che dal 1987 in poi si sono messi in movimento per andare a studiare per un periodo fuori dal proprio Paese. Compie infatti venti anni il programma Erasmus, pensato per dare la possibilità di allargare le proprie conoscenze culturali e linguistiche facendo l’esperienza di qualche mese di studio presso un ateneo straniero. I primi che accettarono la proposta in Italia furono 220; oggi sono 16.500. Per loro c’è la possibilità di scegliere fra 31 Paesi, i 27 dell’Unione europea, più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Turchia. Un vero e proprio successo, come riferisce Carla Grano, referente in Italia per il programma Erasmus. Le conclusioni che dobbiamo trarre dopo il primo ventennio sono senz’altro positive se consideriamo che nell’anno accademico in cui siamo partiti, l’87-88, il numero degli studenti in tutta Europa era di poche migliaia e oggi arriviamo a mobilitare ogni anno almeno 170 mila studenti di 2400 istituzioni partecipanti. Una questione ed un successo non solo numerici dal momento che, sempre secondo la Grano, andare a studiare all’estero arricchisce il bagaglio culturale del singolo che lo aiuterà sia nella vita, sia nel mondo del lavoro. In effetti sembrerebbe vero che avere inserita nel proprio curriculum la voce Erasmus, faciliti in qualche modo l’approdo ad un impiego. Stando infatti ad una ricerca condotta dall’università di Kassel, in Germania, sarebbero gli stessi dirigenti universitari a sostenere questa facilitazione come anche il fatto che conseguire l’Erasmus aumenta l’opportunità di ottenere un lavoro adatto al proprio livello di studio. Se 31 sono i Paesi fra cui si può scegliere la sede dei propri studi esteri, ce n’è uno col quale il rapporto dei nostri giovani è molto stretto: la Spagna. Quasi seimila sono gli studenti italiani che hanno scelto il paese iberico (più di un terzo del totale) e circa cinquemila (su un totale di 13.370) gli spagnoli approdati in Italia. I motivi di tutto ciò sono certamente tanti tra cui, non ultima una certa vicinanza geografica, climatica, di costume… Ed anche una maggiore capacità di collaborazione che incrementa dunque lo scambio. E non solo con l’Italia. Silvia, romana, ha frequentato e sostenuto gli esami del secondo semestre del quinto anno di medicina a Siviglia. Era già dai tempi del liceo che desideravo poter passare un periodo all’estero – racconta -, per poter conoscere una cultura, un popolo e una lingua diversi e chissà per sfidare me stessa in una situazione completamente nuova. Devo dire che la curiosità di conoscere il mondo è una spinta incredibile a partire all’avventura. Infatti le difficoltà non sono mancate. Ma proprio gli imprevisti delle prime settimane sono stati la chiave per aiutarmi a vivere bene e consapevolmente i miei mesi lì. Per me è stato coinvolgente poter incontrare persone di tanti Paesi diversi, scoprire le loro abitudini e imparare a non giudicare mai, ma ad accogliere ogni persona. Sono stati dei mesi molto importanti e sicuramente tutto questo che ho vissuto mi ha lasciato un grande ottimismo perché ho visto che è possibile vivere e costruire una società multiculturale e multirazziale e che al di là dei diversi luoghi in cui cresciamo, il cuore di ogni uomo non ha barriere. Sara, studente di medicina anche lei, ha fatto il percorso inverso, è venuta dalla Spagna in Italia, a Roma. Io penso che l’Erasmus è una esperienza che ti aiuta a crescere – dice – ed una bella opportunità di conoscere un’altra città, un altro Paese, un’altra forma di vivere e di organizzarsi. Questo ti fa aprire la mente ed eliminare pregiudizi e idee precostituite. Anche se Italia e Spagna non sono troppo diverse come culture, si sentono differenze che ti mostrano un’altra forma di capire le cose. Questo ti aiuta a essere pronta a imparare dagli altri senza pensare come faresti tu o come si farebbe nel tuo Paese. Anche il fatto di essere lontana da casa, dagli amici…, ti fa acquistare autonomia. Ritrovarsi in un grande gruppo di amici tutti lontani da casa, fa sì che diventiamo la famiglia gli uni degli altri! E allora il rapporto si fa diverso! Io sono contentissima di essere a Roma perché mi sembra una città bellissima, con tutta la sua storia… Per me ha una magia speciale, non ti stanchi mai di passeggiare per le sue strade. Ascoltando questi giovani si fa davvero una sorta di giro per il mondo. Alessandro, studente di Economia, ha scelto l’Inghilterra. Northampton non sarà certamente come Londra, ma già all’arrivo nella ridente città del Regno Unito si comincia a respirare quell’aria che solo i film ambientati nella vecchia Inghilterra anni Cinquanta sanno esprimere. Ogni giorno è importante per scoprire quella che è la realtà inglese, cioè un popolo di gente fiera della propria nazione, dei propri usi e costumi. Ami la Formula Uno? Perfetto, a dieci minuti di auto dal college vi è Silverstone dove ogni settimana vi sono prove e gare per ogni categoria d’auto. L’entrata per gli studenti è chiaramente gratuita. In quanto allo studio i professori, molto preparati, sono anche tanto disponibili al dialogo con tutta la popolazione studentesca, stranieri compresi. Infatti, ciò che più ti fa appassionare allo studio è proprio il modo in cui i docenti trattano lo studente considerandolo un professionista a tutti gli effetti, pari a loro stessi e non facendo assolutamente emergere il divario esistente tra professore e studente. Prima di partire per Aveiro, in Portogallo – racconta Silvia -, avevo mille, milioni di dubbi che, credo assalgano un po’ tutti. Come farò con la lingua, dove e con chi abiterò, gli esami saranno difficili, dovrò stare lontana da amici e famiglia per un sacco di tempo… insomma, come fare ad abituarsi a vivere da un giorno all’altro in un altro posto? Poi le cose sono andate da sé e l’anno che ho passato è stato splendido per mille motivi. Splendido perché ho stretto amicizie che continuo a tener vicine anche a migliaia di chilometri di distanza, rapporti che il biglietto di ritorno non ha fatto terminare ma, anzi, ha forse reso più vivi per la voglia di rivedersi presto. Splendido perché ho potuto testare le mie capacità in tutti i sensi, ho potuto vedere quanto veramente ero in grado di combinare da sola in un mondo diverso. Certo, non è stata sempre e comunque una passeggiata. All’inizio con la lingua è stata dura; non tanto per la difficoltà del portoghese che difficile non è, ma è stato strano abituarmi a non sentire più l’italiano e interagire con le persone in modi diversi: conversazioni in inglese appena svegli la mattina, tentativi di portoghese per spiegare ai professori che ero Erasmus… e poi imparare a capire come funzionava l’università. In ogni caso sono contentissima di aver fatto quest’esperienza e se tornassi indietro la rifarei altre mille volte. Perciò, ragazzi, mettete le paure in valigia e partite, non ve ne pentirete. Umberto, studente di Beni Culturali, ci parla di Stoccolma, una città dal profilo baltico, che vive sull’acqua, adagiata com’è su innumerevoli isole ed isolette, separate da bracci di lago e da canali, ma collegate da lunghi ponti. La Venezia del Nord insomma. Una menzione particolare merita la sua metropolitana, comprensiva di 99 stazioni totalmente decorate con un gusto moderno, a volte strano ma giovanile, considerata da quelle parti la più lunga galleria d’arte del mondo. Considerando più da vicino l’aspetto accademico e didattico, devo ammettere con entusiasmo e molta soddisfazione il mio studio svolto presso il Dipartimento di Storia dell’Arte. Grazie all’azione di tutorato costantemente svolta dai docenti ospitanti, che hanno garantito amplissima disponibilità sin dagli inizi, ho potuto saggiare una didattica innovativa, flessibile e sempre attenta alle esigenze degli studenti, in un ambiente quindi di cui balza subito alla vista il carattere internazionale. Nel lavoro di studio e di ricerca mi sono potuto avvalere delle strutture innovative del campus, prima fra tutte la grande biblioteca all’avanguardia per accesso e consultazione dei materiali didattici, accanto ovviamente all’utilizzo delle tecnologie informatiche di supporto, sempre molto efficienti e alla portata di tutti. Bello il mondo, vero? Se vi è venuta voglia di partire, basta rivolgersi alla segreteria della vostra università. Oppure viaggiare in rete. Troverete tante notizie. Noi vi suggeriamo uno dei tanti siti, oltre quello ufficiale del più vasto programma Socrates (www.bdp.it/socrates). Cliccate su www.sportelloerasmus. it. E dal prossimo anno nuovi progetti anche per i ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Buon viaggio a tutti. Ma ricordate: l’importante è studiare! E studiare bene è importante!

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