Bossi – Salvini alle primarie della Lega Nord

Il giovane rampante e il padre fondatore si sfideranno non solo per la segreteria del partito ma per il suo futuro. Riportarlo ai primi tempi dopo le inchieste giudiziarie e il calo di consensi non sarà cosa facile: il verdetto però spetta alla base
Umberto Bossi

In Via Bellerio a Milano, Matteo Salvini, segretario lombardo della Lega Nord aspetta il suo sfidante alle primarie: ancora lui, Umberto Bossi il fondatore del Carroccio. La partita, per l’accesso alla segretaria si giocherà il 7 dicembre. Sono rimasti loro: Matteo che ha raccolto oltre quattro mila firme, e Umberto che ha superato di poco le mille.

Non ce l’hanno fatta invece gli altri tre candidati alla segreteria federale: Giacomo Stucchi, Manes Bernardini e Roberto Stefanazzi, non hanno raggiunto la quota richiesta della firme. Salvini e Bossi, insomma: il nuovo e il vecchio, come sono dipinti nello schema classico: in questo modo, per la prima volta, si è arrivati alle primarie, caldeggiate da Roberto Maroni. Un modo corretto perché il nuovo segretario abbia la piena approvazione dalla base leghista e non tanto quella dei delegati del congresso, che a Torino il 15 dicembre saranno chiamati solo alla ratifica.

Ma proprio in questi giorni di attesa, arriva una mazzata per Bossi. La Procura di Milano ha chiuso le indagini in vista della richiesta di rinvio a giudizio per Umberto Bossi, i suoi due figli, Riccardo e Renzo per i fatti riguardanti la gestione dei fondi della Lega Nord. Le accuse per l'ex segretario del Carroccio, emerse durante l'inchiesta "The family", sono di appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato. Gli altri indagati sono l'ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito, l'ex vicepresidente del Senato, Rosi Mauro, poi ancora Stefano Bonet, Stefano Aldovisi, Diego Sanavio, Paolo Scala e Antonio Turci. Mentre per la moglie di Bossi (Emanuela Marrone) e per Roberto Calderoli i pm chiedono l'archiviazione.

Intanto è l'ora di Bossi e Salvini, passato e presente di fronte, per guidare il Carroccio verso il futuro. Quarant’anni l’uno, settanta e passa l’altro, ma con lo stesso sogno: riportare la Lega nord ai suoi primi tempi. Sarà dura. Certamente non ad eleggere il segretario, ma a far nuovamente decollare un carroccio, quello leghista, che perde pezzi un po’ ovunque. Distrutta da Maroni a dir di Bossi che in questo anno e mezzo da segretario «ha fatto più danni che benefici» per il fondatore sarà impresa difficile anche quella di raggiungere la poltrona di segretario, e c'è chi teme seriamente che il senatur potrebbe dare l'addio alla sua creatura.

Salvini il rampante, per certi versi ha la strada spianata dall’appoggio di Maroni. Grezzo e talvolta volgare Salvini persevera nella sua convinzione di "parlare di cose concrete", perché «alla gente non interessano le beghe degli schieramenti contrapposti», i toni però non sono da sottovalutare.

 

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