Bortoletto, ANDIS: Riportare la scuola al centro delle decisioni politiche

Il 3 ottobre si svolgerà a Roma il convegno nazionale dal titolo Dispersione scolastica: dai dati alle buone pratiche. Intervista a Paola Bortoletto, presidente nazionale dell'Andis, Associazione nazionale dirigenti scolastici, una delle organizzazioni promotrici dell'evento.
Un gruppo di DS dell'ANDIS all'ultimo seminario estivo di luglio a Laceno. Foto Andis

Ormai da qualche anno è stata avviata una collaborazione tra docenti, dirigenti, famiglie e studenti di diverso orientamento per contrastare, dal basso, la dispersione scolastica, con il coinvolgimento delle forze politiche di maggioranza e di opposizione. 

Promuovono questa iniziativa numerose organizzazioni: Adi, Aimc, Andis, Anp, Cgd, Cidi, rivista Città Nuova, Diesse, EdU, Federazione dei Giovani democratici, Fism, Forum nazionale delle Associazioni familiari, Forza Italia giovani, ISACpro-Rete Insegnanti Italia, Mce, Mppu Italia, Msac, Proteo Fare Sapere, Uciim e Istituto universitario Sophia.

Su questo tema il 3 ottobre a Roma si svolgerà un convegno nazionale, nella sala degli Atti parlamentari, presso la biblioteca del Senato Giovanni Spadolini, in piazza della Minerva. Titolo dell’incontro, “Dispersione scolastica: dai dati alle buone pratiche”. Interverranno, tra gli altri, il senatore Antonio De Poli, che farà gli onori di casa, Irene Manzi, presidente dell’Intergruppo parlamentare su Dispersione scolastica e povertà educative, e la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito, Paola Frassinetti.

Paola Bortoletto, presidente Associazione nazionale dirigenti scolastici. Foto Andis.

Per capire meglio di cosa si tratta, ne parliamo con Paola Bortoletto, presidente nazionale dell’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici).

Per la dirigente bisogna “riportare la scuola al centro delle decisioni politiche”.

Nei prossimi giorni, con altre interviste ai rappresentanti delle diverse organizzazioni, conosceremo altri promotori di questa sorta di alleanza per la scuola e i contenuti del convegno del 3 ottobre.

Bortoletto, perché la sua organizzazione aderisce al Tavolo delle associazioni contro la dispersione scolastica e le povertà educative?
Il tema, con le possibili soluzioni, è nel Dna dell’Andis ed è risultato naturale partecipare ad un’iniziativa partita dal Mppu con Silvio Minnetti e dalla rivista Città Nuova per avviare le prime riflessioni interassociative, concretizzatesi poi in interlocuzioni ricche di spunti operativi con i parlamentari interessati a risolvere o quantomeno a mitigare un fenomeno così pervasivo nella scuola italiana.

Quali iniziative e buone pratiche avete predisposto, come Andis, contro la dispersione?
L’Andis ha sempre posto tra le sue priorità il contrasto alla dispersione scolastica ed alle povertà educative facendone oggetto di convegni, seminari locali e nazionali e di tavoli di lavoro per trovare soluzioni aderenti ai contesti, in cui il dirigente scolastico sia guida orientante e competente. Fra le ultime, ma non ultima iniziativa, il convegno nazionale svoltosi a marzo 2024 a Vico Equense dal titolo “Non dis-perdiamoli. Abbandono scolastico e povertà educative”. Abbandono e dispersione: la disamina del fenomeno, il dibattito, il confronto sulle possibili strategie di intervento; nessuna analisi superficiale né soluzione preconfezionata, ma un confronto tra professionisti che hanno a cuore la parte più fragile della generazione presente e futura. Questa la sintesi per una tre giorni intensa e che ha permesso di individuare concrete azioni di fattibilità: dal referente per abbandono e povertà educative in ogni Istituto, coadiuvato da un gruppo di lavoro, alla giornata nazionale su abbandono e povertà educative, da una scuola aperta tutto l’anno col contributo di tutti gli attori coinvolti all’investimento fin dalla prima infanzia. Un Convegno in cui i protagonisti fuori dalla scuola (amministratori locali, parrocchie, associazioni del terzo settore) hanno offerto un contributo fattivo al protagonismo della scuola, perché la “dispersione possa cadere nella rete” della comunità educativa.

Perché è importante il convegno del 3 ottobre?
È un’occasione importante per far conoscere la sinergia che si è creata fra tante associazioni di persone che operano e vivono nella scuola su un tema così aggregante per riportare la scuola stessa al centro delle decisioni politiche di ampio spettro, oltre qualsiasi divisione di parte. L’essere ospitati all’interno delle Istituzioni, il Senato appunto, rivela inoltre il desiderio di mettere in ascolto i parlamentari, i media e la società civile sulla scommessa di una scuola che, rappresentata da studenti, docenti, dirigenti, famiglie, possa trovare soluzioni da socializzare ed esportare per il successo formativo di tutti e di ciascuno.

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