Sfoglia la rivista

Mondo > Esteri

Bombardamenti statunitensi nei Caraibi: tra illegalità e inefficacia

di Ana Cristina Montoya

- Fonte: Città Nuova

Negli ultimi due mesi, le acque dei Caraibi e del Pacifico sono state teatro di un’offensiva militare senza precedenti. Il governo degli Stati Uniti ha dispiegato le proprie forze in una campagna di bombardamenti contro presunte imbarcazioni utilizzate dai cartelli della droga

una manifestazione pro-governativa a Caracas, Venezuela, 30 ottobre 2025. I sostenitori del presidente Nicolas Maduro hanno marciato contro il dispiegamento militare statunitense nel Mar dei Caraibi, che secondo Washington mira a contrastare il traffico di droga. Maduro sostiene che la missione sia una copertura per rimuoverlo dal potere. Ansa EPA/RONALD PENA R

Il bilancio della campagna statunitense nei Caraibi è, finora, di 64 morti e 3 feriti. Tuttavia, questa strategia viene attuata in un limbo giuridico e operativo. La versione ufficiale presentata dal presidente Trump sul suo social network Truth è che le forze armate «hanno condotto un attacco militare contro i narcoterroristi del Tren de Aragua», che ha identificato come “organizzazione terroristica straniera”.

Questa designazione è la pietra angolare della strategia, come ha indicato il segretario alla Difesa Peter Hegseth: «Il Dipartimento li tratterà esattamente come trattiamo Al Qaeda. Continueremo a cercarli, localizzarli, dar loro la caccia e ucciderli». Equiparando i cartelli alle organizzazioni terroristiche, l’amministrazione statunitense cerca un quadro giuridico che le consenta di agire senza i vincoli del diritto penale internazionale e senza richiedere l’autorizzazione del Senato per una dichiarazione di guerra formale.

L’opacità degli attacchi

L’esecuzione di queste operazioni è completamente priva di trasparenza. Le informazioni fornite dal governo degli Stati Uniti sono scarse: si limitano ad assicurare che l’imbarcazione bombardata era gestita da una «organizzazione designata come terroristica». Non ci sono dati concreti sull’identità degli occupanti delle imbarcazioni, né sul tipo o sulla quantità di droga che trasportavano. L’unica informazione sulle vittime umane è stata il rimpatrio di un colombiano e di un ecuadoriano feriti e di un’altra persona di cui non si hanno notizie. L’unica “prova” pubblica sono i video diffusi da Peter Hegseth, che mostrano l’impatto preciso di un proiettile e l’esplosione dell’imbarcazione; questa mancanza di verifiche indipendenti rende gli attacchi atti di fede sulla parola ufficiale.

Per i suoi critici, si tratta di esecuzioni extragiudiziali, che violano il diritto al giusto processo e le convenzioni internazionali; non sorprende che il Washington Post abbia definito queste azioni “pirateria”.

Sparare in aria?

Oltre alla dubbia legalità, l’efficacia della campagna suscita profonde preoccupazioni. Evidenziamo tre elementi fondamentali:

Ignora la crisi reale: la vera epidemia di morti per overdose negli Stati Uniti è causata dal fentanil, un oppioide sintetico responsabile del 76% di questi decessi (72.776 nel 2023). Questa droga è prodotta principalmente in Messico e viene trafficata via terra attraverso il confine meridionale degli Stati Uniti. Tuttavia, i bombardamenti si concentrano nei Caraibi, una rotta storicamente associata alla cocaina prodotta in Colombia (che, sebbene abbia causato circa 30 mila morti, non è la causa principale dell’attuale crisi).

Percorso errato: le prove indicano che l’89% della droga viene trasportata lungo la costa del Pacifico, da postazioni in Ecuador, Perù e Colombia meridionale. Tuttavia, la strategia si è concentrata sui Caraibi, in particolare sul confine venezuelano, il che suggerisce che essa sia guidata più da un obiettivo geopolitico di pressione contro il governo di Maduro, costantemente denunciato da Washington come capo del “Cartello dei Soli”.

Ignora la cooperazione internazionale: distruggendo completamente le imbarcazioni e il loro carico, si elimina ogni possibilità di raccogliere informazioni cruciali, come il finanziamento del carico o la rete logistica, informazioni fondamentali per i processi articolati tra gli Stati.

Il narcotraffico come sistema

Questo approccio sembra ignorare la natura fondamentale del narcotraffico: si tratta di un crimine transnazionale con profonde radici finanziarie; distruggere un’imbarcazione significa eliminare un anello sacrificabile di una catena molto più complessa.

Questa strategia non consente di: perseguire i capi delle organizzazioni; smantellare le loro strutture finanziarie, che si muovono agilmente tra l’economia legale e le criptovalute per riciclare i beni; comprendere e attaccare il modus operandi delle reti. Di fronte al narcotraffico è fondamentale attaccare il flusso di denaro e la corruzione che lo facilita. Lungi dall’essere una soluzione, questa strategia sembra intensificarsi pericolosamente.

Il presidente Trump ha annunciato che la campagna entrerà in una “seconda fase” che includerà azioni sul terreno e ha confermato di aver autorizzato la Cia a svolgere missioni in Venezuela, affermando che il Paese «sta sentendo la pressione». Ciò rivela il vero sfondo dell’offensiva: un’estensione del conflitto geopolitico in particolare con il governo di Maduro, ma che può avere ripercussioni su tutta la regione.

Riproduzione riservata ©

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come?
Scopri le nostre riviste,
i corsi di formazione agile e
i nostri progetti.
Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni:
rete@cittanuova.it

Condividi

Ricevi le ultime notizie su WhatsApp. Scrivi al 342 6466876