Biondi: Tagliare su armi e opere inutili

Ridistribure la ricchezza e tassare i beni di lusso, ma anche varare un legge contro la corruzione. «Il Governo sarebbe molto apprezzato», secondo il sindacalista Cisl

Stefano Biondi, toscano è tra i dirigenti del sindacato Cisl. Le sue idee:


1. Parlare di crescita ora è un’ipocrisia perché non è una prospettiva realistica a breve termine. La vera urgenza è la redistribuzione della ricchezza in un Paese ineguale. Ci vuole una leva fiscale efficace. Non si tratta di introdurre una patrimoniale una tantum, ma di rendere permanente una serie di scelte strutturali. Tassare i patrimoni oltre un certo valore e i beni di lusso, come barche e suv, sigarette e superalcolici, ecc. Un segnale forte che va dato subito, assieme alla legge sulla corruzione che sembrava imminente e bipartisan dopo lo scandalo dell’ex base della Maddalena e ora è stata accantonata, come le misure sulla tracciabilità del denaro, misura indispensabile contro la criminalità organizzata. Ogni anno se ne vanno via miliardi di euro drenati dal malaffare. Come si possono chiedere sacrifici davanti a tali scandali? Le risorse così recuperate potrebbero essere anche destinate ad abbattere direttamente il debito tranquillizzando anche i mercati.

 

2. Tassare le rendite finanziarie con un’aliquota almeno pari quella per il lavoro dipendente. Una parificazione che dovrebbe andare di pari passo con l’agevolazione dell’investimento nell’economia reale. Non dico incentivi quanto detassazione degli investimenti. Da una parte tassare le rendite improduttive e dall’altra detassare gli investimenti che restano in azienda per farla progredire.

 

3. Tagliare le spese in armamenti e quelle delle grandi opere inutili come il ponte sullo stretto di Messina, rivolgendosi invece alle infrastrutture essenziali come la messa in sicurezza e recupero del territorio, l’edilizia scolastica ecc.. Ci sono tanti interventi che possono essere messi in cantiere immediatamente. Mi rendo conto che sono richieste non comprese nella lettera della Bce, ma qui si tratta di non accettare la sovranità limitata decisa, in maniera non democratica, dal mondo finanziario che, ad esempio, tratta la questione delle pensioni come se bastasse alzare l’età pensionabile ignorando il grave problema che consiste nell’espulsione dei cinquantenni dal mondo del lavoro senza possibilità alcuna di rioccupazione e che finirebbero per pesare (per evidenti ragioni sociali) nuovamente sul Bilancio dello Stato. Senza clausole sociali e patto tra le generazioni si crea solo miseria. Basterebbe recuperare tutte le risorse improduttive, come detto, e dire: metà va per la riduzione del debito e metà in investimenti. Come non potrebbe essere apprezzato un governo che seriamene ponesse queste condizioni?     

 

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