Benedetto XVI accoglie gli anglicani

Non un trasferimento di fedeli, ma il frutto del dialogo tra Roma e Canterbury.
Williams Benedetto XVI

Newman e Chesterton staranno esprimendo ai condomini del Cielo tutta la loro gioia per la buona notizia. Il prelato anglicano divenne sacerdote cattolico e poi cardinale. Lo scrittore, autore del celebre personaggio di padre Brown, passò alla Chiesa cattolica nel 1922.

 

Ma quanto annunciato ieri è un fatto molto più rilevante di un trasferimento di fedeli da una Chiesa all’altra, che di solito pregiudica i rapporti ecumenici. L’annuncio dell’imminente pubblicazione – tra un paio di settimane – di una Costituzione apostolica per gli anglicani che entrano nella Chiesa cattolica è invece proprio il frutto del dialogo ecumenico tra Roma e la Comunione anglicana sviluppatosi negli ultimi quarant’anni. Significativi due fatti: che l’annuncio sia stato dato in contemporanea sia a Roma che a Londra; che nella capitale inglese il primate anglicano Rowan Williams e l’arcivescovo cattolico di Westminster Vincent Nichols abbiamo tenuto insieme la conferenza stampa.

Nessuno strappo, dunque, ma l’accoglimento delle richieste avanzate negli ultimi anni da «una trentina di pastori» – così ha precisato il card. Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede – e da gruppi di anglicani che «desiderano entrare in comunione piena e visibile con la Chiesa cattolica e desiderano dichiarare che condividono una comune fede cattolica e accettano il ministero petrino», come spiega la dichiarazione congiunta firmata dai due presuli Williams e Nichols.

 

L’accordo prevede la costituzione di «una struttura canonica», ovvero specifici ordinariati con vescovo, sacerdoti e fedeli che diventano cattolici, «pur preservando elementi del peculiare patrimonio spirituale anglicano». In buona sostanza, si aggiunge alla ricchezza dei riti cattolici (latino, greco-cattolico, ambrosiano, ecc.), quello anglicano, con peculiari tradizioni e liturgie.

Sarà prevista «la possibilità dell’ordinazione di chierici sposati già anglicani come sacerdoti cattolici», ha chiarito il card. Levada, rispondendo ai giornalisti nella Sala stampa della Santa Sede. Ma ha pure precisato che la Costituzione apostolica è diretta solo alla Comunione anglicana e non produrrà pertanto alcuna conseguenza per presbiteriani, luterani, riti latini, né tanto meno avrà effetti per quanti hanno abbandonato il sacerdozio e si sono sposati. I vescovi anglicani sposati che passeranno alla Chiesa cattolica potranno divenire solo sacerdoti.

 

Il primate anglicano Williams, rispondendo ai giornalisti, ha evidenziato che l’iniziativa della Santa Sede non pone in discussione «in alcun modo l’autorevolezza e l’autorità del primate della Comunione anglicana». Ha altresì messo in luce che «la decisione non è stata interpretata come un accordo per la soluzione delle questioni interne alla Comunione anglicana viste come problematiche», ma costituisce piuttosto «una risposta a quell’ampio spettro di richieste e interrogativi provenienti da diverse persone, sia anglicane che di tradizione anglicana».

Il riferimento del primate a «questioni interne viste come problematiche» rimanda all’ordinazione sacerdotale di donne, all’accesso all’episcopato di donne e di omosessuali dichiarati e conviventi, che negli ultimi vent’anni hanno creato disorientamento tra i 77 milioni di fedeli anglicani.

 

La Costituzione è piuttosto il risultato dell’opera preziosa di silenziosa tessitura di Benedetto XVI, che nella messa di inizio pontificato aveva dichiarato alla Chiesa e al mondo di assumersi «come impegno primario quello di lavorare senza risparmio di energie alla ricostruzione della piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo».

 

 

 

 Leggi il testo della nota informativa della Congregazione per la Dottrina della Fede e della dichiarazione congiunta degli arcivescovi Nichols e Williams

 

Leggi la nota della sala stampa vaticana

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