Beethoven al femminile

L. van Beethoven, concerto n. 4 per pianoforte e orchestra. Pianista Mariangela Vacatello, direttore Andrès Orozco-Estrada. Roma, Accademia Nazionale Santa Cecilia.
Mariangela Vacatello

Quando i giovani si mettono a far musica bisogna stare attenti, perché la scoperta è assicurata. Intendiamoci, il concerto beethoveniano è sempre quello, eppure le mani della trentenne pianista napoletana e la direzione quanto mai precisa, attenta alle sfumature, cordiale ma esigente (finalmente un giovane direttore che continua a studiare e lo si avverte), rivelano qualcosa di nuovo. Fin dalle prime battute del piano, si scopre un Beethoven quasi sorpreso di sé, cauto si direbbe, per nulla titanico. Il gioco poi fra orchestra e strumento si fa intenso – penso agli stacchi dei pizzicati, a certi interventi degli ottoni – ma il piano è sempre lì, protagonista non invadente a sussurrare sentimenti angosciosi, delicati e liberi. La libertà. Se c’è qualcosa che è di Beethoven è questo sentimento o meglio questo stile di vita e di pensiero, anche musicale. L’Adagio è una scala lirica tenue, più accennata che espressa – questa è una scoperta – e dice di un Ludwig timido, tenero e per nulla roccioso. Ma ci voleva una mano femminile per svelare il lato nascosto del musicista, la sua inquieta pace. Orchestra in grandissima forma. Successo garantito.

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