Baustelle, cosa è rimasto degli anni ’80

Nel recente L’amore e la violenza – il loro settimo album – ci mettono molto di loro, del loro stile modernista, della loro poetica asciutta e visionaria, del loro modo di vedere la vita e leggere il presente

«Cosa resterà degli anni ’80?», cantava e si chiedeva Raf nel 1989. «Molto», verrebbe da rispondergli oggi, a giudicare dal revivalismo in atto. Ma se la decade più cialtrona ed edonista del ’900 è svaporata nel mondo musicale lasciando poche tracce nobili dietro di sé, va pur detto che in questo periodo è tutto un florilegio di ricicli, di riletture, di citazioni: strabordanti di ritmi e suoni plastificati, di vernici  pop  dispensate a piene mani, di esuberanze elettroniche figlie indiscusse di quegli anni: un escamotage, forse, per coprire le inquietudini di questa decade: spettri, tragedie e depressioni che all’epoca non erano neppure immaginabili.

Come molti colleghi più o meno trendy e/o gloriosi, anche i Baustelle non hanno resistito alla tentazione, ma c’è da dire che il trio guidato dal carismatico e ombroso Francesco Bianconi s’erge d’una buona spanna sulla concorrenza in virtù di una forza ispirativa che li ha resi una delle novità artisticamente più significative della scena musicale italica di questi anni ’10.

Nel recente L’amore e la violenza – il loro settimo album – ci mettono infatti molto di loro, del loro stile modernista, della loro poetica asciutta e visionaria, del loro modo di vedere la vita e leggere il presente. Sicché se da un lato l’album suona come un gran pinzimonio di suggestioni sonore compresse tra i tardi anni ’70 e i primi anni ’80 – con l’elettronica di Battiato e Kraftwerk ben in mente –, le tematiche spaziano da echi biblici ad Amanda Lear, da profughi siriani alla Bibbia, fino all’eco di una Tu scendi dalle stelle con la quale si chiude il disco.

Un’opera dall’anima complessa e stratificata come una cipolla, ma al contempo immediata, certo la più dichiaratamente pop della loro produzione: ma sempre con quel quid che ne preserva profondità ed eleganza di scrittura. E ciò rivela chiaramente che il trio  di Montefalcone oggi mira più che mai al bersaglio grosso, per archiviare una volta per tutte il passato da band di culto ed entrare in pompa magna nel grande Barnum delle pop-rock star contemporanee: solo italiane per il momento, ma hai visto mai…

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