Bancarelle e artisti di strada: nuove regole

Più qualità e maggiore senso estetico per gli ambulanti: il Comune vara norme sulle postazioni, sulla distanza dai monumenti, sulla salvaguardia degli scivoli per i disabili. Intanto i musicisti di strada hanno fondato un'associazione
Artisti

Dobbiamo davvero dare l’addio alle bibite, alle croccanti caldarroste, ai tramezzini e ai pop corn esposti nei pulmini ristoro, piazzati attorno ad ogni monumento e statua che abbellisce la città di Milano?

Così sembra, almeno nelle intenzioni, perché pare che a oltre un anno dalla scadenza delle concessioni decennali, a Palazzo Marino siano pronte le nuove regole di sicurezza, qualità, estetica, decoro e funzionalità delle postazioni: regole che, una volta attuate, potrebbero ridurre drasticamente – fino quasi al dimezzamento – le bancarelle, soprattutto quelle che vendono articoli generici. Al caos che s’era creato per la mancanza di nuove concessioni, alcuni ambulanti si erano “auto-autorizzati”, ed era saltato in men che non si dica il controllo, trasformando il commercio in una specie di mercato selvaggio.

Ora però il Comune vuole mettere mano, con un nuovo regolamento ordinerà le oltre 600 postazioni extra mercato. Vale a dire, nel giro di vite finiranno bancarelle, chioschi, autonegozi e trespoli che si trovano un po' ovunque, dalle uscite della metropolitana agli slarghi accanto alle chiese e ai monumenti. L’assessore al commercio Franco D’Alfonso dopo aver sentito il parere di associazioni di categoria, ma anche della Sovrintendenza ai beni architettonici, dei vigili, dei consigli di zona, soggetti che avevano da dire la loro su bancarelle che espongono in bella mostra biancheria, articoli per la casa, bigiotteria e articoli simili, ha stabilito che i banchi non possono stare a  meno di 50 metri da chiese e cimiteri, attorno a queste si potranno vendere solo fiori freschi e piantine, mentre libri a stampa, souvenir, varrà per gli spazi adiacenti a musei e biblioteche. Qui però potranno chiedere l’autorizzazione anche i caldarrostai. A non meno di dieci metri dai monumenti, dovranno posizionarsi le bancarelle, onde evitare derive troppo pittoresche nelle foto ricordo dei turisti. Distanza di sicurezza anche dagli scivoli per i disabili, dai passi carrabili, dalle strisce pedonali, dalle fermate dei mezzi pubblici (tre metri), e dagli incroci (venti metri) che non devono avere ostacoli visivi per gli automobilisti.

L’esposizione della merce sarà anche regolamentata. Niente più, canottiere e padelle appese agli ombrelloni, tutta la merce dovrà essere esposta sulla bancarella e in ogni zona gli ambulanti dovranno adeguarsi a indicazioni precise su materiali, dimensioni e colori delle postazioni. E’ allo studio anche il tipo di merce che si potrà essere venduto nella zona che va da piazza San Babila al Castello, vietando totalmente i banchi in piazza Duomo.

Nuovo regolamento anche per giocolieri e artisti di strada, promosso dai consiglieri comunali Filippo Barberis (Pd) e Luca Gibillini (Sel). Aumentano le postazioni: dalle 25 attuali, tutte in centro, alle quasi 200 sparse nelle nove zone della città. Le esibizioni potranno essere di gruppo, non più solo singole. Cambia anche l’assegnazione degli spazi: stop al sorteggio del lunedì mattina dai vigili urbani di via Beccaria. Basteranno una dichiarazione di attività annuale e la prenotazione dei posti all’Informagiovani. In primavera partirà anche il sito, per prenotarsi con un click. Un po’ di preoccupazione però serpeggia tra gli artisti. Con l’aumento delle postazioni – dicono – arriveranno artisti da tutta Italia, mentre noi non possiamo andare nelle città in cui l’arte di strada si basa sull’anzianità della presenza. Speriamo che si tenga conto della qualità di ciascuno. Precisa il consigliere Gibillini: «Abbiamo già in mente di istituire una commissione che valuti il merito e il rispetto delle regole. Poi apriremo un tavolo di monitoraggio per accogliere critiche e suggerimenti». I musicisti di strada, nel frattempo, hanno fondato un’associazione.

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