Bamboccioni e demagogia

Prima di parlarne, bisognerebbe vivere in prima persona il problema.

Ho letto l’articolo su Città Nuova n.4 dedicato ai “Bamboccioni”. Purtroppo lo spazio editoriale è quello che è, per cui l’argomento è trattato nell’essenziale; ma senza dubbio, a mio avviso, nel finale dell’articolo c’è quasi tutta la verità del problema.

Sono già nonno, quindi la mia esperienza di giovane è di quasi cinquant’anni fa, pertanto i paragoni sono quasi improponibili, ma una cosa è certa: per come stanno le cose oggi, se fossi giovane avrei più di un timore a staccarmi dal “certo” della famiglia per andarmene all’”incerto” del fuori-famiglia.

Quello che un po’ mi sconcerta è che le critiche ai bamboccioni vengono fatte da chi sta bene nelle finanze, alludo ai vari onorevoli e ministri che a loro il problema neanche li sfiora; per me fanno solo demagogia ed arrabbiare la gioventù di basso reddito o, peggio ancora, quella disoccupata e quindi frustrata.

 

Penso che per parlarne, ma soprattutto per aiutare chi vive in questi problemi, sia in primo luogo doveroso calarsi nella loro situazione, meglio ancora vivere in prima persona il problema; allora sì che si è credibili nelle affermazioni. Non vi sembra che in fondo affiori anche un po’ d’ipocrisia? Anziché creare vere opportunità di lavoro, il che significa impegnarsi a livello governativo in modo serio e profondo, si gira la questione addossando la responsabilità ai giovani dichiarandoli indolenti.

Luigi Liberati

 

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