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Azzardopatia e sistema criminale

di Antonio Maria Mira

- Fonte: Città Nuova

Un recente caso emerso con riferimento ad un giocatore di calcio a livello nazionale, e il giro delle scommesse illegali, mettono in evidenza un legame già evidenziato dal magistrato Guido Salvini nel 2011

Partita di calcio Foto di Alexander Fox | PlaNet Fox da Pixabay

“Fatti ammonire per saldare i tuoi debiti di gioco”. È la proposta che si era sentito dire Nicolò Fagioli, ex centrocampista della Juventus e ora nella Fiorentina. Il giovane calciatore era finito in un giro di scommesse, prima legali e poi illegali, buttando via centinaia di migliaia di euro.

Finito nel 2023 a Torino sotto inchiesta, sia sportiva che penale, ai magistrati racconta un episodio inquietante che conferma lo stretto legame tra azzardo, in particolare scommesse, e manipolazione degli eventi sportivi.

«Quando ho maturato il debito di cui ho parlato, mi è stato proposto un piano di rientro che prevedeva la restituzione di 15 o 20 mila euro al mese con il sistema di pagamento che volevo. Nel corso di un incontro, in un locale, era presente un signore di 30/40 anni che non si è presentato e mi ha proposto, come alternativa al saldo del debito, che potevo prendere un giallo, ovvero fare un fallo da ammonizione e prendere un cartellino, ma ho immediatamente interrotto il discorso».

E poi aggiunge: «È vero che esistono le scommesse sui falli e sulle ammonizioni e che a me è stato proposto, ma assolutamente non ho accettato perché contrario alla mia etica. Comunque, sarei stato scoperto subito, perché esistono dei controlli e delle segnalazioni rispetto ai picchi delle scommesse».

Il racconto del calciatore emerge dalla nuova puntata dell’inchiesta della procura torinese che coinvolge Stefano Larica e Michela Tartaglione, ex gestori della sala scommesse Eurobet di via Torino al Trofarello, indagati insieme ad altre 13 persone per associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo di attività di gioco e scommessa, frode sportiva e autoriciclaggio.

Ricordiamo che la polizia arriva a Fagioli e agli altri calcatori coinvolti indagando proprio sull’agenzia Eurobet che, secondo le inchieste, teneva una contabilità parallela per le scommesse su siti illegali. Il primo dicembre 2022 gli agenti bussano alla porta della sala scommesse, analizzano i computer, fotografano documenti e appunti scritti a penna.

Sono le prove di un’attività illegale all’interno di un’agenzia legale di un importante concessionario che attraverso la propria società Eurobet.live sponsorizza Juventus e Lega pro, un sito cosiddetto di informazione nato, come altri, per superare il divieto di pubblicità e sponsorizzazione dell’azzardo previsto dal “decreto dignità” del 2018. Due anni fa, quando si seppe dell’inchiesta torinese, si parlò quasi solo dei calciatori coinvolti, molto poco dell’organizzazione criminale e ancor meno dell’intreccio legale-illegale.

Ora i nuovi sviluppi e il racconto di Fagioli aprono preoccupanti scenari. Che non sono però una novità. Lo sa bene Guido Salvini, magistrato che di azzardo se ne intende. È lui, infatti, quando era gip a Cremona, ad aver seguito nel 2011 l’inchiesta sul calcio scommesse, che anche allora coinvolgeva giocatori. Alcuni addirittura si vendevano le partite, molti di più scommettevano. «Nel corso delle indagini sulle partite manipolate, sono emersi moltissimi casi di giocatori anche famosi che erano veramente malati di scommesse sulle partite, attività tra l’altro a loro vietata. E questa dipendenza in parecchi casi ha costituito l’anticamera del loro reclutamento tra coloro che si facevano corrompere per truccare le partite».

Insomma, taglia corto il magistrato, «anche se le scommesse dei calciatori non avevano di per sé rilevanza penale, il confine tra la patologia dell’azzardo e il rendersi disponibile a tradire la fiducia dei tifosi e manipolare le partite, era molto labile».

In altre parole l’azzardopatia può portare poi a commettere reati. «C’è una sorta di osmosi. Se non avessero “giocato”, non si sarebbero certo avvicinati al mondo delle scommesse truccate».

E questo tutto a vantaggio di chi fa affari sull’azzardo. «Da un lato abbiamo sistemi criminali, anche internazionali, che intercettano le scommesse come fonte di investimento e di guadagno. Abbiamo poi calciatori, magari a fine carriera, abituati a una vita di agi, che colgono il “gioco” come occasione per rimanere nel giro, mettere a frutto le loro conoscenze arricchendosi di nuovo. E poi ci sono giocatori malati di scommesse. Proprio questi sono la punta dell’iceberg di una grande massa di persone dipendenti da questa patologia. Qui l’intervento della criminalità ha “gioco” facile perché trova un terreno molto cedevole». Sembra proprio la vicenda di Fagioli e degli altri calciatori coinvolti nell’inchiesta torinese. Con un’aggravante. «Quando abbiamo indagato noi − riflette Salvini −, certe tipologie di scommesse, ad esempio proprio quelle sulle ammonizioni e i falli, non c’erano. Le hanno inserite dopo. E sono molto più facili da truccare»..

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