Azzardo di massa, una proposta per cambiare il sistema

L’azzardo di massa, l’impunità dei poteri che ne traggono profitto e la mancanza di una politica incapace di resistere a tale pervasività si spiega con l’affidamento del settore alle grandi società transazionali che ne traggono profitto
Non può essere nelle loro intenzioni di tali soggetti economici limitare l’espansione di un consumo che ha superato i 160 miliardi di euro all’anno, di cui 90 diretti all’offerta on line.
Come affermano i loro uffici stampa e tanta pubblicistica a loro vicina, le aziende che possono fregiarsi della concessione numerata con tanto di effige ufficiale della Repubblica, non è loro intenzione indurre alla dipendenza patologica i loro clienti chiamati a “giocare responsabile” perché l’interesse è quella di avere una platea sempre più estesa di consumatori in grado di spendere per alimentare un mercato che frutta ogni anno circa 12 miliardi di euro alle imprese e altrettanto alle casse dello Stato tramite gli oneri concessori e le entrate fiscali. Tutto il resto del gigantesco flusso di denaro viene distribuito in micro vincite che servono a fidelizzare e incentivare la clientela e qualche rarissimo mega premio pubblicizzato dalla stampa inducendo l’umanissima e pericolosa tendenza del pensiero magico di sfidare la sorte. Trasmissioni come quella dei pacchi gestita con attenta ritualità, con l’esito legato al caso senza alcuna competenza o merito, sono un’educazione remota all’azzardo come via di fuga e di salvezza.
Esistono in Italia una miriade di associazioni che cercano di arginare l’espansione di un virus che non è affatto misterioso nelle sue cause. Ad esempio la Caritas italiana ha lanciato il progetto “Vince chi smette” che promuove percorsi di animazione comunitaria con l’obiettivo di «costruire una coscienza critica collettiva e promuovere azioni concrete di contrasto e prevenzione». Un grande lavoro è quello compiuto dalla rete degli amministratori locali impegnati contro le mafie (Avviso Pubblico), mentre da sempre in prima fila sul tema troviamo la Consulta nazionale anti usura e sovraindebitamento e la rete associativa di Mettiamoci in gioco.
Il movimento Slot Mob si è caratterizzato da parte sua per la pretesa di esprimere un’istanza di democrazia economica. In sostanza chiede di mobilitarsi in maniera creativa sui territori per arrivare a mettere in discussione e «togliere le concessioni dell’azzardo alle società di capitali per affidare ad una gestione pubblica e responsabile».
Slot Mob cerca di andare al cuore del sistema dell’azzardo di massa suscitando le riserve di chi ricorre sempre al realismo politico per affermare che è impossibile ribaltare gli assetti di potere consolidato.
Una tesi che ha le sue ragioni se si pensa al contenuto di una recente mozione parlamentare che chiede di revocare il divieto di pubblicità e sponsorizzazioni alle scommesse sportive contenuto nel cosiddetto Decreto dignità del 2018, una delle poche vittorie conseguite dall’attivazione delle realtà attive contro l’azzardo di massa.
D’altra parte, la pandemia da Covid e l’esistenza dei conflitti bellici globali hanno ridotto l’attenzione pubblica verso strategie politico finanziarie che hanno ad esempio portato, a maggio 2025, IGT (Lottomatica) ad aggiudicarsi, con l’offerta di 2,23 miliardi di euro, la gestione “gioco” del Lotto ed i concorsi collegati come il 10eLotto anche per i prossimi 9 anni, vincendo la concorrenza del gruppo Flutter.
Slot Mob «promuove eventi pubblici e azioni civili per contrastare il sistema dell’azzardo legalizzato e riaffermare la dignità sociale per sostenere un’economia giusta, libera dalla dipendenza fiscale e dallo sfruttamento della fragilità».
Una modalità creativa di partecipazione che mira a denunciare gli effetti di una « filiera economica recessiva – distribuita nelle città e online – che arricchisce pochi e impoverisce molti».
A partire dal 21 giugno sono previsti oltre 20 eventi in diverse città italiane per dare spazio ad un gesto collettivo di liberazione dall’azzardo di massa che passa dal consumo presso esercizi commerciali che hanno deciso di non dare spazio a Slot machine, gratta e vinci, ecc.
Un’impresa che parte consapevolmente in salita e che verrà presentata mercoledì 11 giugno alle ore 10 con una conferenza stampa presso il Senato della Repubblica. Diretta web sul senatotv.
Dopo i saluti istituzionali del senatore Lorenzo Basso sono previsti, oltre a quello di chi scrive, gli interventi dell’economista Luigino Bruni, del sociologo Maurizio Fiasco, del presidente del Forum delle associazioni familiari Adriano Bordignon, di Maria Elena Simoncelli che coordina la rete nazionale no azzardo e del giovane Leonardo Laterza in rappresentanza di Economy of Francesco.
«Oltre 160 miliardi di euro spesi in Italia ogni anno per l’azzardo dimostrano che “Il vero malato patologico è uno Stato che ha deciso di fare cassa sulla fragilità delle persone e sul disagio sociale “»
Azzardo, abbiamo perso? Era questa la domanda provocatoria posta su Città Nuova nel novembre 2024. Per poter dire che esiste un’alternativa occorre promuovere un messaggio semplice ( non più concessioni alle società dell’azzardo) ma che ha bisogno di elementari categorie politiche per essere compreso e motivare l’azione consapevole per il bene comune.