Aziende, lavoro, persone

In tempi di crisi globale, l'attenzione non solo al bilancio, ma anche alle persone, paga.

Non sfuggono alla crisi che attanaglia l’economia mondiale le aziende del Levante ligure. Soltanto nel comprensorio del Tigullio, sono quasi settecento i lavoratori di quattordici aziende, di tutti i settori, compreso quello nautico, in cassa integrazione. È di questi ultimi tempi la proposta di un nuovo “patto territoriale” voluta dalla Provincia.

In questo comprensorio, a Casarza Ligure, ha sede il Gruppo Tassano – azienda tra le prime ad attuare l’Economia di Comunione – che dà lavoro con le sue sessanta cooperative a quasi millecinquecento persone. Proprio nello stabilimento di Casarza, dove si effettuano assemblaggio, montaggio, confezionamento e imballaggio di articoli vari per conto terzi, si inserisce l’esperienza della “fabbrica sociale”, nella quale lavorano 130 persone provenienti dal disagio.

Si cercano di conciliare quotidianamente le esigenze della produzione con quelle delle singole persone, gravate da vari motivi di disagio. Si tratta di mantenere contratti e accordi con le aziende, senza tralasciare la qualità dei manufatti che vengono eseguiti, considerando contemporaneamente che al centro dell’operare c’è sempre la persona.

E proprio in questi ultimi giorni, nel pieno della crisi occupazionale, al Consorzio Tassano sono arrivate diverse proposte di lavoro. Racconta Klemens Ries, amministratore del gruppo: «Il responsabile di un’azienda con cui lavoriamo da anni per rifinitura, controllo e imballaggio di filtri per auto e moto, ci annuncia che entro una settimana verrà meno il lavoro per nove persone. Vado da lui con dentro il desiderio di trovare comunque una soluzione, e con stupore trovo che il mio interlocutore ha lo stesso obiettivo. Guardando prima ai dipendenti e poi al profitto riusciamo a salvare i posti di lavoro, riorganizzando entrambe le linee di produzione e spostando commesse in altre direzioni.

«Un altro fatto significativo, sempre di queste settimane – continua –, riguarda la proposta di lavoro fatta a noi ed altre aziende da una società per l’imballaggio di dispositivi per caschi da moto e da sci. Quando abbiamo incontrato l’amministratore, gli abbiamo raccontato le motivazioni con cui lavoriamo. Dopo una settimana ci hanno chiamato dalla ditta per dirci che avrebbero dato il lavoro a noi, diecimila pezzi al mese, specificando: “Non perché avete i prezzi migliori, ma perché lavorate in un ambiente motivato e positivo”.

«E ancora – conclude Klemens Ries – un’azienda del genovese per la realizzazione di guarnizioni in neoprene, conoscendo il nostro laboratorio è arrivata direttamente a Casarza per offrirci questo nuovo lavoro». Tutti fatti recentissimi che dimostrano che un nuovo modo di lavorare, mettendo al centro la persona, è vincente.

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