Avanti piano quasi indietro

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Niente di nuovo sotto il sole! Verrebbe proprio da dirlo dopo l’ultimo vertice mondiale sulle variazioni climatiche, l’incontro annuale promosso dalle Nazioni Unite più noto come IX Conferenza delle Parti o Cop9, svoltosi di recente a Milano. Al centro delle discussioni quanto emerso dall’ultimo rapporto del Comitato intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc), il massimo organismo internazionale che si occupa di variazioni del clima: il nostro pianeta sta diventando sempre più caldo, la temperatura media è aumentata di oltre mezzo grado dalla metà dell’Ottocento, cioè dall’inizio dell’era industriale. Le conseguenze, se ne è sentito parlare fin troppo, riguardano tutti gli abitanti del mondo: tra queste, l’aumento dell’evaporazione delle acque, che provoca piogge di maggiore intensità, con inondazioni ed erosioni; la progressiva riduzione dello strato dei ghiacciai e, di conseguenza, la crescita del livello del mare (10-25 centimetri negli ultimi 100 anni); la maggiore evaporazione determina una forte diminuzione dell’umidità del suolo che rischia di impoverirsi fino alla desertificazione. Chi ne fa le spese sono soprattutto i paesi del Sud del mondo, i più poveri, che non hanno sufficienti risorse per fronteggiare le perdite umane, economiche e sociali provocate dai cambiamenti climatici. Irrisolto il nodo della riduzione dei gas a effetto serra per la quale, secondo il Protocollo di Kyoto firmato nel 1997 ogni paese, entro il 2012, dovrebbe diminuirne le emissioni di circa il 5 per cento rispetto ai livelli del 1990 sì da raggiungere una diminuzione totale del 55 per cento. Un obiettivo quindi non ancora a portata di mano visto che i 109 paesi che hanno firmato finora raggiungono con le loro emissioni solo il 44 per cento del totale. I principali produttori di gas a effetto serra (Usa, Russia e Giappone), infatti, non hanno ancora aderito. Cop9: gli eventi paralleli Con queste premesse non deve essere stato facile mettere in piedi il Cop9: quando si allestisce uno spettacolo, infatti, si punta al suo successo e nessun attore, macchinista o regista lavorerebbe se sapesse che già la prima sarà un fallimento. Lo spettacolo Cop9, tuttavia, non ha seguito questa logica. Parallelamente ai negoziati dagli esiti scontati, infatti, si è svolto uno spettacolo diverso: 12 giorni di prime assolute che hanno visto sfilare sul palco non solo gli attori principali – i delegati delle Nazioni Unite – ma numerose comparse: molte associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero dell’ambiente hanno dato vita al Coordinamento Cop9, che ha affiancato il vertice mondiale durante la preparazione e lo svolgimento. Tra queste: Legambiente, Wwf, Lipu e Acli, Anni verdi. Vi è stata inoltre la mobilitazione di numerose organizzazioni non governative religiose che sostengono il Cop dai suoi inizi. Ambiente, religione, economia, politica ed etica a fare da scenografia agli eventi paralleli del Cop9, tra i locali della Fiera di Milano,dove si è svolto il vertice, le aule dell’Università Statale e la strada. Messaggio delle Religioni per la pace – Promosso dalle Religioni per la pace e dal Consiglio ecumenico delle chiese, il secondo giorno si è svolto un incontro interreligioso nell’Università statale di Milano, che ha proposto ai presenti di sottoscrivere un breve messaggio come impegno comune per la pace mentre è stato divulgato un appello di sensibilizzazione del Consiglio mondiale delle chiese ai paesi di tutto il mondo. Workshop sugli stili di vita e sul traffico sostenibile – Con l’invito: Il clima cambia? Cambia stile di vita! si sono svolti anche due workshop sugli stili di vita e sul traffico. Numerose le associazioni coinvolte: tra queste, Mag2, Chico Mendes e Bilanci di giustizia, impegnate nel campo del microcredito, della finanza solidale, del consumo critico. Sul tema dell’inquinamento da mezzi di trasporto, soprattutto automobili si sono confrontati docenti, climatologi e metereologi di Milano. Momento ecumenico – Non è mancata infine una celebrazione ecumenica per i delegati delle Nazioni Unite e le comunità cristiane di Milano nella basilica di San Nazaro. Il Cop9 si è concluso come ci si aspettava, un copione già scritto anche se recitato con impegno da numerose comparse. Il pubblico? Distratto da altri avvenimenti e dalla routine che non sembra lasciare spazio ai cambiamenti climatici. Sembra. SPERANZE DALL’ IDROGENO Mario Raimondi,docente di chimica fisica all’Università statale di Milano e delegato della Chiesa cattolica al Consiglio delle Chiese cristiane di Milano ha partecipato come relatore al workshop dedicato al traffico sostenibile. Il Dipartimento di chimica fisica ed elettrochimica di cui è direttore, in collaborazione con altre università e con alcune industrie italiane che si occupano di elettrochimica, sta sviluppando un progetto sulla produzione di idrogeno come fonte alternativa. Si tratta – sostiene Raimondi – di ottenere energia elettrica utilizzando idrogeno in celle a combustibile.Al momento stiamo lavorando su prototipi, ma nel giro di tre anni potremmo essere in grado di commercializzare strumenti ad alto rendimento (tre volte superiore a quello attuale, ndr) e con costi per kilowatt/ora di poco superiori agli odierni e con forte riduzione od eliminazione di gas serra ed altri gas inquinanti.

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