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Persona e famiglia > Bambini… di classe!

Attivatori di resilienza

di Patrizia Bertoncello

- Fonte: Città Nuova

Patrizia Bertoncello

Gli insegnanti e gli educatori possono segnare positivamente la crescita dei bambini. La storia del piccolo Davide

Emmy Werner, che ha inventato il concetto di resilienza in psicologia, ha condotto per 20 anni una ricerca sulla crescita di 700 bambini senza famiglia, senza scolarizzazione e che hanno subito violenze fisiche, sessuali o maltrattamenti. Ha osservato che, sebbene la maggioranza presentasse poi dei disturbi gravi, un 28% era riuscito a studiare, formarsi una famiglia e non soffriva di disturbi psichici. Il fattore protettivo determinante era stata la relazione di accudimento positiva con almeno un adulto significativo. Questi ragazzi hanno cioè incontrato un educatore, un allenatore, un vicino di casa, che li ha saputi amare ed accompagnare.

Per resilienza infatti si intende la capacità di affrontare difficoltà uscendone trasformato positivamente. Ma noi insegnanti abbiamo la consapevolezza di poter essere “attivatori di resilienza” e segnare in positivo la crescita dei bambini che ci sono affidati?

Davide è un bambino solare, sorridente, sensibile e positivo. Ha un disturbo dell’apprendimento e del linguaggio, ma questo non ha costituito un ostacolo. Partecipa ad ogni proposta ed è sereno. Al momento delle prime interrogazioni in Geografia, Scienze e Storia, ho adottato una strategia che non mettesse nessuno in difficoltà: ognuno poteva decidere “come raccontarmi” le cose che lo avevano interessato. I bambini si avvicinavano a turno, sedendosi davanti a me dall’altra parte della cattedra, portando immagini o uno schema o un quaderno per aiutarsi nell’esposizione.

Quando Davide ha chiesto di essere ascoltato in Storia, ho tremato un pochino. Si sarebbe lasciato tradire dall’emozione? L’ho incoraggiato e lui si è lanciato a parlarmi dei fossili e della loro importanza per lo studio della storia. Ha costruito frasi perfette, concatenate logicamente e utilizzato un linguaggio specifico preciso. Non si è mai fermato, tanto possedeva bene l’argomento ed è riuscito a pronunciare la parola “paleoantropologo” senza incepparsi! L’ho lasciato parlare stupendomi della sua passione: ricordava nozioni ascoltate in classe molto tempo prima.

Al termine l’ho lodato e gli ho detto che, se fossi stata una maestra di un po’ di anni fa, gli avrei scritto un bel 10 e lode, perché se lo era meritato! «Scrivimelo lo stesso – mi ha risposto felice –, così mamma capirà meglio come sono andato!». Qualche giorno dopo la mamma ci ha confidato: «Davide è tornato a casa camminando a un metro da terra dalla felicità. Quando gli ho chiesto come si era sentito dopo la sua prima interrogazione, mi ha risposto: “Mamma, ho capito che potrò fare qualsiasi cosa nella vita!”». È proprio vero che i bambini non sono vasi da riempire, ma fiaccole da accendere!

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