Ascoltano solo la pubblicità

“Sono un insegnante e da qualche tempo mi occupo di volontariato nel campo della formazione giovanile. Cerco di comunicare ai ragazzi gli ideali umani e cristiani in cui credo, per aiutarli anche nelle loro prime scelte.A volte però ho l’impressione che nelle famiglie, anche quelle più vicine alla Chiesa, si seguano piuttosto i suggerimenti della pubblicità. Cosa posso fare perché questi giovanissimi con cui sono in contatto scoprano la bellezza della condivisione, del dialogo, del dono di sé?”. Angelo – Roma Non è che voglia difendere a tutti i costi le famiglie, ma è un fatto che il tessuto famigliare (genitori, figli, fratelli, parenti, amici di famiglia, ecc.) è una rete indispensabile per il primo sviluppo della vocazione sociale di ciascuno. La testimonianza di tante coppie mostra come, nonostante tutto, nelle case ci si dà da fare per camminare giorno per giorno verso questo obiettivo, che ha in sé la dimensione del dialogo tra i membri della famiglia, e anche quella della solidarietà verso gli altri. E’ un fatto poi che tante coppie trovano sostegno confrontandosi e scambiandosi esperienze, oppure chiedendo la competenza di esperti, ad esempio, attivando nel territorio corsi e scuole per genitori. Contemporaneamente la famiglia è immersa in un ambiente socio-culturale che le offre idee e modelli di vita condizionanti. Da qui la necessità per tanti genitori (se vogliono soddisfare pienamente le esigenze di formazione dei figli) di rivolgersi ad altre agenzie educative come la scuola, le strutture sportive, i gruppi giovanili. Entrano così in scena altri personaggi, che possono completare e arricchire con la loro professionalità il lavoro dei genitori. A volte, anzi, i rapporti positivi costruiti fuori dell’ambito familiare, fanno scoprire ai ragazzi orizzonti più vasti e valori profondi, avviandoli anche alle prime forme di sana autonomia dalla famiglia. Per i genitori, educare i propri figli è un diritto-dovere “essenziale, originale e primario” per l’unicità del rapporto d’amore che li lega reciprocamente; per gli altri ‘agenti educativi’ è un compito, pur delicato e importante. Per la sua attività quindi di volontariato nella formazione, lei è una figura di prezioso alleato e collaboratore delle famiglie. Lei costata che spesso sono inadeguate alla loro missione educatrice ed incoerenti con gli ideali dichiarati? Sicuramente è spesso così. Che fare? Ciò che sembra veramente efficace, è la ricerca di una specie di alleanza e di sinergia tra la famiglia e gli altri agenti educativi. Questo rende credibile e fecondo l’impegno quotidiano di quanti lavorano per la formazione dei ragazzi, e ne corregge le eventuali deficienze. Se gli educatori alimentano la stima reciproca con il rispetto per le rispettive competenze e con il coraggio di confrontarsi senza pregiudizi, se ciascuno offre ai giovani con la parola, ma soprattutto con la testimonianza personale, il dono di una vita coerente e di una accoglienza senza condizioni, allora gli uomini di domani crescono bene.

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