Arte e scrittura tra finzione e realtà

"Il ragazzo dell'ultimo banco", dello spagnolo Juan Mayorga, ruota attorno al rapporto tra un professore e uno studente, personaggi costretti a fare i conti con il proprio fallimento e con la solitudine

Il ragazzo dell’ultimo banco

Alla sua prima regia in una produzione del Piccolo Teatro, Jacopo Gassmann dirige un testo dello spagnolo Juan Mayorga. È una lucida parabola, inquietante come un thriller, che intorno all’ambiguo rapporto tra un professore (Danilo Nigrelli) e uno studente (Fabrizio Falco), sollecita una riflessione sul sottile, impalpabile confine tra finzione o realtà. Fino a che punto l’arte e la scrittura hanno il diritto di addentrarsi nelle vite degli altri? Capovolgimento dell’archetipo del “romanzo di formazione”, il testo mette in scena personaggi costretti a fare i conti con il proprio fallimento e con la solitudine giocando su una narrazione del tempo ricca di ellissi e su un climax di sottesa violenza psicologica fra i due protagonisti. “Il ragazzo dell’ultimo banco”, di Juan Mayorga, traduzione Antonella Caron, regia Jacopo Gassmann, scene Guido Buganza, costumi Giada Masi, luci Gianni Staropoli, movimenti Alessio Maria Romano, sound designer Lorenzo Danesin, con Danilo Nigrelli, Mariángeles Torres, Fabrizio Falco, Alfonso De Vreese, Pierluigi Corallo, Pia Lanciotti. A Milano, Piccolo Teatro Studio Melato, dal 21/3 al 18/4.

 

Conseguenze del Macbeth

La nascita del male, il suo insinuarsi nell’animo umano ed il conseguente controllo della volontà, determina il più feroce e inammissibile conflitto che la coscienza debba sopportare. È questo l’avvio del Macbeth, il campo di battaglia. Il luogo in cui si svolge è uno spazio vuoto, una brughiera troppo lontana da Dio perché i suoi echi possano raggiungerci. Il riparo da questo sguardo divino ci offre un’orribile scoperta: la nascita di un altro tipo di sguardo, quello osceno del voyeur. Gli attori sulla scena sono chiamati a un forte dispendio fisico, a un affanno del corpo teso a sottolineare che, pur sapendo che la vita si risolve in un passaggio fugace, l’uomo si opera per segnare il suo tempo, per incidere il suo nome da qualche parte: da qui l’ambizione, il desiderio di immortalità che il potere sembra concedere, la sete di avere di più di quel che si ha nell’illusione che questo migliori l’esito della recita oscura. “Abitare la battaglia (conseguenze del Macbeth)”, regia Pierpaolo Sepe, con Federico Antonello, Marco Celli, Paolo Faroni, Noemi Francesca, Biagio Musella Vincenzo Paolicelli, Alessandro Ienz, collaboratrice alla drammaturgia Elettra Capuano, movimenti di scena Valia La Rocca, costumi Clelia Catalano, luci Marco Ghidelli, elementi di scena Cristina Gasparrini. A Roma, Teatro Vascello, dal 27 al 31/3.

 

Autobiografia teatrale di Jan Fabre

Un vero e proprio flusso di riflessioni, composto da pensieri sull’arte e sul teatro, sul senso della vita, sulla famiglia, sull’amore, i moti più intimi dell’animo del giovane ventenne ambizioso ed autoironico, determinatissimo, fino ad arrivare al Jan Fabre di oggi, artista fiammingo noto in tutto il mondo per la sua arte iconica e provocatoria.  Un racconto che passa attraverso brani tratti da alcune delle opere più importanti dell’artista oltre che dalle pagine dei suoi diari personali. A dare corpo e voce sulla scena a questo diario intimo, Lino Musella, tra gli attori più apprezzati della nuova scena italiana. “The Night Writer-Giornale Notturno”, testo, scene e regia di Jan Fabre, traduzione Franco Paris, drammaturgia Miet Martens e Sigrid Bousset, musica Stef Kamil Carlens, con Lino Musella. Produzione Troubleyn / Jan Fabre e Aldo Grompone in co-produzione con FOG Triennale Milano Performing Arts, LuganoInScena LAC (Lugano Arte e Cultura), Teatro Metastasio di Prato, Teatro Piemonte Europa, MARCHE TEATRO, Teatro Stabile del Veneto. Ad Ancona, Teatro Sperimentale, dal 27 al 31/3, e in tournée a Pesaro, Ascoli, Lugano, Torino, Carrara, Napoli.

 

Il reggimento parte all’alba

Uno dei più bei racconti-ritratto scritto da Buzzati pochi mesi prima della sua morte, considerato una sorta di testamento artistico e ideologico dello scrittore. Sono gli ultimi istanti di vita di un uomo, Ottavio Sebastìan – coscienza narrativa dello scrittore – è pronto a lasciare tutto per unirsi al suo reggimento che lo aspetta perché “tutti senza eccezione […], tutti in un certo modo appartengono a un reggimento (…) nessuno sa neanche quale sia il suo, però quando un reggimento parte, chi gli appartiene, pure lui deve partire”.  Ma Ottavio sa di non poter partire se prima non ha recuperato i pezzi della sua anima. Prepararsi al viaggio è tutto e l’uomo sente il bisogno urgente di ritrovare quanto perso nel tempo, il legame con la madre e i temi fondanti e antichi della sua vita. “Il reggimento parte all’alba. Storia di Ottavio Sebastiàn”, di Dino Buzzati, regia Alessio Pizzech, adattamento teatrale e con Giuseppe Nitti, musiche originali di Alessandro Panatteri, costumi Augusta Tibaldeschi. Produzione Teatro Franco Parenti in collaborazione con Fondazione TPE Teatro Piemonte Europa. A Milano, Teatro Franco Parenti, dal 28/3 al 7/4.

 

La danza sospesa di Butterfly

La nuova creazione di Artemis Danza pensata come omaggio alla celebre opera di Giacomo Puccini, prosegue il pluriennale progetto “Corpi(n)azione opera”, che indaga i personaggi, i temi cardine e gli archetipi dell’opera lirica in chiave coreografica contemporanea. La figura di Butterfly, al contempo eterea e lacerata, è protagonista di una pièce che ne mette in scena i sentimenti feriti, il dramma interiore, la solitudine, raccontandone l’attesa e la fine, tragica e ineluttabile. Attraversato dal sentimento della dolcezza e del coraggio, lo spettacolo è sostenuto da un’energa a tratti implosiva e a tratti esplosiva che si riverbera tra il piano coreografico e quello sonoro. Butterfly, sospesa, collocata in uno spazio-tempo astratto e puro, è interpretata dalla danzatrice in sospensione Elena Annovi, e da dodici danzatori che di lei rappresentano le viscere, il grido di dolore, la presa di coraggio fino al gesto estremo dell’Harakiri. “Butterfly – Colori proibiti”, coreografia, regia, luci e costumi Monica Casadei, musiche Giacomo Puccini, musiche originali Luca Vianini, scene Delio Gennai. Produzione Compagnia Artemis Danza. A Pisa, Teatro Verdi, il 29/3; a Napoli, Teatro Nuovo, il 30/3.

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