Arrestato l’ispiratore del film Hotel Rwanda

Rapito e arrestato in Ruanda l’ispiratore della vicenda narrata dal film Hotel Rwanda, che raccontava alcuni fatti realmente avvenuti nel 1994 durante la strage dei Tutsi. Paul Rusesabagina, all’epoca direttore di un Hotel di Kigali, avrebbe salvato la vita di oltre 1.200 persone, secondo il film ma non secondo il regime ruandese.
Paul Rusesabagina nella Corte primaria di Kicukiro a Kigali, Ruanda (AP Photo/Muhizi Olivier)

 

Paul Rusesabagina è stato arrestato dalla polizia ruandese alla fine di agosto 2020 a Kigali, la capitale del Ruanda.

Il film Hotel Rwanda, diretto nel 2004 da Terry George, con Don Cheadle nel ruolo di protagonista, si ispira alla vicenda di Paul Rusesabagina, direttore dell’Hotel des Mille Collines, a Kigali, al tempo del genocidio ruandese (1994), durante il quale estremisti Hutu sterminarono brutalmente circa 800 mila persone, soprattutto di etnia Tutsi, ma anche Hutu moderati. L’Hotel divenne il rifugio per 1268 Tutsi e Hutu protetti da un presidio delle Nu alloggiato nello stesso Hotel e dall’azione di mediazione di Paul Rusesabagina, un Hutu sposato con una Tutsi, Tatiana. La vicenda così come è narrata nel film (che ebbe un notevole successo internazionale) è contestata dall’attuale regime ruandese, da 20 anni dominato dal Tutsi Paul Kagame, che accusa Rusesabagina di connivenza con i terroristi anti-regime.

Rusesabagina è scomparso il 27 agosto scorso mentre si trovava a Dubai, dove era arrivato il giorno precedente con un volo proveniente dagli Stati Uniti. Aveva trascorso sei ore nella città degli Emirati prima di salire a bordo di un jet privato che avrebbe dovuto portarlo a Bujumbura, la capitale del Burundi, dove però non è mai arrivato. L’aereo è atterrato direttamente a Kigali, dove Rusesabagina è stato immediatamente arrestato.

Paul Rusesabagina è condotto fuori dalla Corte primaria di Kicukiro a Kigali, Ruanda (AP Photo/Muhizi Olivier)
Paul Rusesabagina è condotto fuori dalla Corte primaria di Kicukiro a Kigali, Ruanda (AP Photo/Muhizi Olivier)

Paul Rusesabagina ha detto al New York Times (in un lungo reportage pubblicato il 18 settembre) che si era imbarcato sul jet privato per andare in Burundi, invitato dal pastore Constantin Niyomwungere, per un ciclo di conferenze in alcune chiese. “Funzionari ruandesi – scrive il NYT – affermano che il vero scopo di Rusesabagina era quello di coordinarsi con gruppi armati con sede in Burundi e Congo”. Un generale ruandese dei servizi di sicurezza ha respinto qualsiasi accusa di illegalità per il rapimento, ed ha anzi sostenuto che l’operazione di rimpatrio e arresto di un noto terrorista ricercato era appoggiata da Stati Uniti e Belgio. Le ambasciate dei paesi in oggetto naturalmente smentiscono.

Ora è accusato di terrorismo, omicidio e finanziamento di una rivolta armata contro il governo ruandese. Critico da sempre nei confronti del presidente ruandese Kagame, Rusesabagina, che vive in Belgio e negli Stati Uniti dal 1996, secondo la figlia adottiva Carine Kanimba non sarebbe mai tornato in Ruanda di propria iniziativa. Carine accusa quindi il regime di Paul Kagame di aver ordinato il rapimento di Rusesabagina. Il Rwanda Investigation Bureau (Rib) sostiene che Rusesabagina è stato arrestato grazie alla cooperazione internazionale ed è trattenuto in una stazione di polizia della capitale ruandese, Kigali. Effettivamente, nel 2018 Paul Rusesabagina ha fondato il Rwandan Movement for Democratic Change (Mrcd), sospettato di avere un’ala armata (Fln), un gruppo considerato terrorista da Kigali. Nei confronti di Paul Rusesabagina era stato spiccato dalle autorità ruandesi alla fine del 2018 un mandato d’arresto internazionale, con l’accusa di essere l’istigatore di incendi, rapimenti e omicidi avvenuti in Ruanda fra giugno e dicembre 2018. Paul Rusesabagina nega ogni sua connivenza con i terroristi.

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