Aoun nuovo presidente del Libano

Il piccolo stato con due milioni di profughi ha finalmente risolto la crisi istituzionale che lo teneva immobilizzato da due anni
Aoun

Il Libano ha finalmente un Presidente della Repubblica nella persona dell’ex generale Michel Aoun (81 anni). Ci sono volute 46 sedute del Parlamento, dal maggio 2014 al 31 ottobre 2016. La designazione del “generale” nasce, come sottolinea il quotidiano francese Le Monde, da “un improbabile accordo tra gli Hezbollah, i cristiani e il clan Hariri”.

 

È molto difficile per chi non è libanese o non vive in Medio Oriente capire cosa ci sia dietro a questo drammatico blocco istituzionale che ha paralizzato il Paese per oltre due anni.

 

In una prospettiva di fondo, è significativo quanto affermava Antoine Messarra, membro del Consiglio Costituzionale Libanese, in un’intervista del giugno scorso alla Fondazione Oasis*. L’autorevole costituzionalista ha spiegato fra l’altro che “oggi il Libano non è occupato da truppe sul terreno, ma da forze politiche interne subordinate a forze esterne: un asse siro-iraniano che paralizza le istituzioni”. Eppure, pur con tutti i suoi problemi, il Libano resta comunque una delle rare aree di stabilità della zona.

 

Le due coalizioni politiche finora tenacemente contrapposte sono: da una parte l’alleanza “14 Marzo”, più sunnita e filo occidentale (comprendente però oltre al sunnita Movimento per il Futuro di Hariri, le Forze Libanesi cristiane di Geagea, il PSP di Jumblatt, i Falangisti del Kataeb, i Nazionalisti Liberi ed altri), che sosteneva la candidatura del leader delle Forze Libanesi, Samir Geagea, e poi quella del leader di Marada, Frangié. A fronte, la coalizione “8 Marzo”, più sciita e filo iraniana (comprende il movimento Hezbollah di Nasrallah, il Movimento Amal di Nabih Berry, ma anche la Corrente Patriottica Libera di Aoun, ed altre cinque formazioni minori), che candidava Michel Aoun, leader della CPL. Geagea, Frangié e Aoun sono tutti cristiani maroniti, perchè la Costituzione libanese è di tipo confessionale e la carica di Presidente della Repubblica è riservata appunto ad un esponente maronita, mentre la Presidenza del Consiglio va ad un sunnita e la Presidenza del Parlamento ad uno sciita.

 

Negli oltre due anni di crisi istituzionalei libanesi hanno inevitabilmente assistito al progressivo collasso di molti servizi di base (soprattutto smaltimento rifiuti, elettricità, acqua e telecomunicazioni), ad una grave crisi economica, finanziaria e del lavoro ed a serie preoccupazioni per la stabilità del Paese. Sommando il gravissimo problema della presenza di quasi due milioni di profughi (siriani, ma anche irakeni e palestinesi), si comprende che era necessario trovare il modo per uscire dal buco istituzionale, pena il crollo dello stato e il pericolo di un’estensione al Libano del conflitto siriano, anche a costo di sfidare i veti incrociati dei sauditi e degli iraniani, le due potenze regionali che rappresentano una sorta di deep state anche in Libano.

 

Un lavoro estenuante di contatti e mediazioni. Dopo che l’ex primo ministro Saad Hariri, il leader di FL Geaega e il druso Jumblatt si erano dichiarati disponibili all’ipotesi Aoun, dopo l’indicazione del presidente del Parlamento, Nabih Berry, di non far mancare il numero legale e dopo numerosi tentativi di conciliazione del cardinale maronita Raï, lunedì 31 ottobre il Parlamento libanese ha eletto per 6 anni al secondo scrutinio (83 preferenze su 127 aventi diritto, dopo che al primo turno erano mancati 2 voti per raggiungere il quorum dei 2/3) Michel Aoun nuovo capo dello stato.

 

Molte e gravi sono le questioni aperte, ma un significativo passo è stato fatto. L’elezione di Aoun dovrebbe permettere a Saad Hariri di diventare Primo Ministro, un incarico che aveva già ricoperto nel 2009-2011. Annunciando il suo sostegno a Michel Aoun (alla cui elezione si era opposto per due anni), Hariri ha spiegato la sua scelta con la necessità di “preservare il sistema politico, rinforzare lo Stato, rilanciare l’economia, prendere le distanze dalla crisi siriana”. L’anno prossimo sono previste le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento.

 

*R. Scolari per www.oasiscenter. eu

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