Anci, il metodo del Welcome come modello italiano

Cosa è emerso all’Assemblea nazionale della Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, svoltasi a Campolattaro (Bn) il 10 e 11 marzo 2023, con la presenza di Matteo Biffoni, sindaco di Prato, delegato nazionale Immigrazione dell’Associazione nazionale comuni italiani-Anci
sindaci comuni del welcome

Progettazione personalizzata e co-progettazione: politiche di Welcome”, questo il tema della due giorni in cui sindaci e sindache provenienti da Abruzzo, Campania, Calabria e Sicilia si sono confrontati sulle politiche di accoglienza nel sistema Sai di Anci, di inclusione, di progettazione e sviluppo territoriale durante l’Assemblea nazionale della Rete dei Piccoli Comuni del Welcome che ha visto la partecipazione attiva di  Matteo Biffoni, sindaco di Prato, delegato nazionale immigrazione dell’Associazione nazionale comuni italiani-Anci e presidente della Fondazione Cittalia.

«Rete, comunità: queste le due parole chiave sulle quali dobbiamo fondare la nostra ripartenza», ha detto nel suo saluto Simone Paglia, sindaco di Campolattaro, che ha aperto i lavori dell’assemblea alla quale erano presenti anche Violetta Yanyshevskaya e Igor Torskyy della Fondazione “Charity Act for Ukraine” che hanno ringraziato i sindaci del Welcome per l’aiuto dato con le due edizioni dei “Summer camp”, con la “Grande raccolta emergenza inverno ucraino”, ma soprattutto con la stipula dei “Patti di Leopoli” di solidarietà e cooperazione promossi grazie al partenariato con il MEAN-Movimento Europeo di Azione Nonviolenta.

Quale rete?

«Fare rete significa individuare uno scopo chiaro, coinvolgere i giusti nodi, creare connessioni, senza paura di eterogeneità, con attenzione ai legami deboli. Ma le reti di scopo nascono spesso da reti “più grandi” che le generano e le sostengono. È così per i Piccoli Comuni del Welcome, un modello virtuoso ed efficace per la costruzione di vere reti di scopo», ha spiegato Francesco Vasca, ordinario di Automatica nell’Università degli Studi del Sannio, nel suo intervento dal tittolo “Net-Come: incontriamoci e conosciamo la rete”. Vasca, con il suo gruppo di ricerca “Grace” del Dipartimento di Ingegneria, è stato partner del progetto “Piccoli Comuni Welcome” che, quando già dal 2017 la Rete del Welcome era una realtà affermata in tutta Italia, tra il 2018 e il 2022, ha ricevuto anche il sostegno della Fondazione “Con il Sud”.

Tra storia e futuro

Ha ripercorso la nascita della Rete dei Piccoli Comuni del Welcome, Angelo Moretti, che ne è anche il Referente nazionale. Ricorda il periodo del 2016, anno di nascita della Rete, in cui l’Italia ha vissuto gli sbarchi più numerosi sulle coste italiane e la più intensa polarizzazione delle reazioni politiche e della società civile.

La “rivoluzione del Welcome” sta tutta nel cambiamento del significato di welfare: non più un servizio “per una categoria di assistiti”, ma un “modo di vivere” in una comunità.

Dunque i Piccoli Comuni del Welcome sono il centro di un cambiamento possibile di politiche di welfare che diventano Welcome, accogliendo ogni famiglia indigente in un percorso di uscita dalla povertà, accogliendo ogni fragilità sociale e psichica con la progettazione dei Budget di Salute, grazie ad un’azione che sappia proteggere i luoghi di socializzazione dall’aggressione dell’azzardo, che sappia rispondere a sfide possibili sugli ecosistemi umano e ambientale, come lo sviluppo di energie rinnovabili. Tutte queste azioni fanno di un Piccolo Comune del Welcome un territorio capace di dare una risposta alla storia con il suo essere “azione e messaggio” al tempo stesso, una risposta ai bisogni del presente e una strategia aperta al futuro.

Oggi l’accoglienza nel Sistema Sai è una realtà diffusa, il Budget di salute è legge in molte regioni italiane; le misure penali alternative sono in avanzamento; per l’indigenza il Reddito di cittadinanza ha attivato i Progetti di utilità collettiva; in molte regioni sono state emanate le leggi sulla cooperazione di comunità; nel 2017 abbiamo avuto la riforma del Terzo settore; nel 2020 la sentenza n. 131 della Corte costituzionale “libera” il Terzo settore e lo rende pieno attore accanto all’ente pubblico. Dunque, la “cifra” dello sviluppo locale nelle piccole comunità è proprio la co-governance tra comune e terzo settore, che richiede però l’attivazione di tutte le reti territoriali perché si possano avere “comuni ad esclusione zero”.

Con questa evoluzione normativa, oggi siamo nelle condizioni di poter ragionare apertamente sui “dialoghi non competitivi”: dobbiamo quindi attivare tavoli in cui si parli di come queste nuove visioni politiche, sancite da un quadro normativo ormai chiaro, possano diventare finalmente anche “procedure tecniche” attuabili. E i tempi sono maturi anche per lanciare un’altra “provocazione”, cioè che l’impresa sociale del terzo settore può diventare un “luogo politico” in cui, ad esempio, gli ex sindaci possano mettere a valore tutte le competenze e l’esperienza maturata durante i mandate. L’idea è quella che il Welcome possa diventare un’impresa sociale italiana.

Tavolo permanente

Dopo le relazioni iniziali, le reazioni dei sindaci sono state dense di riflessioni di governo e di problemi concreti che i piccoli comuni devono gestire quotidianamente. Dall’ascolto dei sindaci, Matteo Biffoni ha proposto alla Rete del Welcome di elaborare un documento di punti programmatici e criticità da discutere prossimamente a Roma tra Anci e Welcome.

«Siamo qui – ha ribadito Biffoni – perché raccontare che un’altra area interna è oggi possibile perché voi siete l’esperienza più avanzata che io conosca. Per questo io dò atto e merito al vostro lavoro che all’inizio poteva apparire visionario, ma che adesso si sta ampliando e sta dando risultati a cui guardiamo con molto interesse, a livello nazionale».

Nel secondo giorno dei lavori, chi scrive ha presentato ai sindaci il “Sistema media PCW” e il piano editoriale dell’anno 2023 dei comuni del welcome.

È stato avviato, quindi, un percorso di costruzione di incontri tra direzione comunicazione nazionale e singoli comuni avente come obiettivi la sensibilizzazione alla differenza tra comunicazione istituzionale e politica, la comunicazione pubblica social e la narrazione territoriale, la comunicazione delle politiche del welcome, che mirano a creare, anche attraverso la comunicazione istituzionale, contesti inclusivi e di esercizio di cittadinanza attiva.

Come ha sottolineato Matteo Biffoni, «le politiche del Welcome sono un’esperienza “pilota” che dobbiamo sperimentare in altre parti d’Italia. Credo che possano davvero diventare un modello su cui provare a costruire le scelte fondamentali per il futuro del sistema dell’accoglienza italiano o, quantomeno, essere da spunto rispetto alle scelte che necessariamente dovranno essere fatte».

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