Anas al-Basha, il clown ucciso dalle bombe ad Aleppo Est

Aveva 24 anni e di professione era assistente sociale. Con una ong siriana, nei 5 anni di guerra, aveva promosso decine di iniziative a favore dei bambini. È morto nel gigantesco cimitero all’aperto che è diventata questa parte della città
Anas al-Basha

La pagina facebook di Children for Syria ha fatto il giro delle agenzie di stampa ed è stata ripresa da molti media internazionali: Anas al-Basha, il clown dei bambini di Aleppo Est è morto, ucciso il 29 novembre scorso nel quartiere di Mashhad in un bombardamento aereo, non si sa se russo o governativo. Anas, che aveva 24 anni ed era assistente sociale, lascia la moglie con cui si era sposato solo due mesi fa.

 

Anas faceva parte dell'Ong siriana "Space for Hope" (spazio per la speranza), che ad Aleppo ha promosso molte iniziative per i bambini. L’associazione collabora con 12 scuole della città e in 4 centri di aiuto fornisce supporto psicologico e materiale a 365 bambini che hanno perso uno o entrambi i genitori. Molti dei 34 membri che fanno parte di "Space for Hope" hanno imparato il lavoro sul campo durante questi 5 anni di guerra. Negli ultimi mesi l'associazione aveva realizzato anche degli asili e parchi-gioco sotterranei.

 

È stata la collaboratrice di Anas, Samar Hijazi, a dare notizia della morte del clown di Aleppo Est. Ricorda che spesso Anas improvvisava scenette travestito da clown per catturare la simpatia dei più piccoli. Ogni giorno con una parrucca arancione, il cappello giallo e il naso rosso riusciva nonostante tutto a far ridere i bambini.

 

Dopo la distruzione della sua sede, a seguito del bombardamento in cui è morto Anas, l’organizzazione ha deciso di sospendere le sue attività anche se solo temporaneamente. «Tutti noi siamo esausti – aggiunge la signora Hijazi –, ma vogliamo trovare la forza per fornire sostegno psicologico e continuare nel nostro lavoro».

 

Anas aveva deciso di rimanere ad Aleppo anche dopo che i suoi genitori avevano lasciato la città per rifugiarsi in un villaggio. Questo lavoro gli consentiva di mandare loro il suo piccolo stipendio.

Secondo una notizia delle Nazioni Unite, ad Aleppo Est restano intrappolati 200 mila civili (tra loro molti sono i bambini), mentre altre 30 mila persone sono riuscite a fuggire raggiungendo i quartieri occidentali della città. Restano prigionieri anche centinaia di feriti gravi, che dopo la distruzione degli ospedali andrebbero subito evacuati per potergli garantire delle cure.

 

Stephen O’Brien, funzionario Onu, durante riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza, ha supplicato: «Per il bene dell’umanità, chiediamo alle parti e a tutti quelli che possono fare pressione di fare tutto il possibile per proteggere i civili e permettere l’accesso alla parte assediata di Aleppo Est prima che essa diventi un gigantesco cimitero».

Ma i veti incrociati delle grandi potenze non lo consentono: al Consiglio generale delle Nazioni Unite di due giorni fa si è avuto sia il veto russo a una proposta francese di cessate il fuoco, o almeno di accesso per i soccorsi umanitari, e la stessa bocciatura ha ricevuto la proposta russa da parte degli alleati occidentali.

 

Al di là del dolore per le vittime innocenti e di qualsiasi considerazione pessimista che sarebbe più che giustificato fare, mi associo a chi preferisce dire: grazie Anas per il sorriso e lo spazio di speranza che hai saputo regalare a tanti bambini di Aleppo!​

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons