Amalfi, un legame di santità

Italia e Slovacchia si  sono “incontrate” grazie alle reliquie di sant’Andrea apostolo, custodite nella cattedrale dell’antica repubblica marinara
Amalfi Chiesa di sant'Andrea
 Amalfi, le cui origini vengono fatte risalire ai tempi dei romani, ha alle spalle una storia da antica repubblica marinara, durante la quale rivaleggiò in termini di commercio marittimo con Pisa, Venezia e Genova per il controllo del Mediterraneo. A partire dal IX secolo d. C. raggiunse il massimo splendore, al quale seguì poi una rapida ed inarrestabile decadenza. Nel 1131 fu conquistata dai normanni e successivamente, nel 1135 e nel 1137, saccheggiata dai pisani. Anche la sorte sferrò un duro colpo ad Amalfi: una tempesta con conseguente maremoto distrusse gran parte della città nel 1343.

 

Nonostante gli avvenimenti nefasti susseguitisi, la città è riuscita a riprendersi ed ora è un meraviglioso centro urbano d’impronta medievale. Ma il vero gioiello è rappresentato dal duomo-cattedrale dedicato all’apostolo Andrea, col suo bellissimo museo di arte sacra (tra gli oggetti esposti, di particolare rilevanza una mitra angioina con pietre preziose e 20 mila perline autentiche, nonché un calice smaltato del XIV secolo).

 

Seguace di Giovanni Battista che gl’indicò la via per seguire Gesù, fu per primo Andrea a riconoscere in lui il Messia. Risulta che la sua morte sia avvenuta per crocifissione a Patrasso, in Acaia, su una croce a forma di “X”, così come appare in numerose rappresentazioni sia pittoriche che scultoree. E che le sue reliquie siano state trasferite prima a Costantinopoli, dove rimasero fino al 1208, e infine ad Amalfi, ad opera del cardinale Pietro Capuano. Nel XV secolo il cranio di sant’Andrea fu portato a Roma, in San Pietro. Nel 1964 papa Paolo VI riconsegnò un dito e parte della testa alla diocesi di Patrasso, come gesto d’apertura verso la Chiesa Ortodossa greca mentre la restante parte è attualmente visibile presso la cattedrale di Amalfi.

 

Ma veniamo al 25 settembre 2011. Ondrej Nagy, sacerdote slovacco ed estimatore delle bellezze della costiera amalfitana, dove ama trascorrere le vacanze estive, è stato l’artefice di una speciale iniziativa ricca di sacralità. In una splendida domenica baciata dal sole, accompagnato da 300 conterranei dell’arcidiocesi di Košice, ha raggiunto il duomo di Amalfi dove, insieme ai vescovi delle rispettive diocesi e ad una nutrita presenza di prelati, ha concelebrato la santa messa. I momenti più salienti sono stati la consegna materiale della reliquia (un pezzetto del cranio) e lo scambio di doni tra le diocesi.

 

Peccato che a questo evento pregno di significato la stampa nazionale ed internazionale non abbia dato alcun risalto, forse perché poco appetibile a livello mediatico… ma di sicuro ciò non ha rovinato la bella giornata a chi ha avuto il privilegio di parteciparvi.

 

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons