Da Altamura per la pace

Per le strade della cittadina pugliese hanno marciato giovani e famiglie sotto il segno dal pane, simbolo di pace e condivisione
Marcia per la pace
Altamura, Marcia per la pace con striscioni arcobaleno

La pace passa dal pane, quello spezzato e condiviso nel cammino. Le strade di Altamura hanno accolto circa mille persone avvolte dai colori della bandiera della pace. La cittadina pugliese, famosa in tutto il mondo per la produzione del pane, ha ospitato senza restrizioni legate alle norme del coronavirus, la 55° edizione della Marcia per la pace organizzata dal Movimento per la Pace Pax Christi, il Movimento dei Focolari, l’Azione Cattolica, la Caritas e la diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle fonti.

Marcia per la pace

È il pane uno dei segni che ha caratterizzato le tappe del percorso iniziato dalla casa circondariale e terminato nella Cattedrale per la messa celebrata da mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo della diocesi ospitante. La marcia, dal tema “Nessuno può salvarsi da solo, ogni anno invita a rimettersi in cammino sui percorsi della non-violenza, della “disobbedienza civile”, del grido di pace.

Marcia per la pace
Bambini meravigliati e divertiti partecipano alla sfilata degli striscioni arcobaleno

I giovani, le famiglie, i gruppi provenienti da diverse province hanno animato le strade con striscioni, bandiere con i colori dell’arcobaleno, sotto lo sguardo meravigliato dei bambini. Il percorso del popolo della pace si è articolato in quattro tappe e il “traguardo” della messa in Cattedrale di Santa Maria Assunta.

La prima, legata al tema della “ripartenza”, ha associato gli eventi dell’attualità del Covid-19 e della guerra russo-ucraina all’epidemia spagnola e al primo conflitto mondiale del ‘900 o all’esplosione della Sars in coincidenza della guerra in Iraq nel 2003. Il refrain, marcato da Nicoletta Dentico è un punto di riflessione: «Oggi riviviamo una sequenza simile al passato» – dice la giornalista esperta di cooperazione internazionale e diritti umani, che incalza – «L’Oms chiede la condivisione dei dati dell’ultima ondata virale che la Cina, però, tende a tenere nascoste». Queste dinamiche geopolitiche devono mettere in preallarme per una pseudo-guerra tra Cina e resto del mondo o comunque devono suscitare riflessioni e dibattiti preventivi nell’opinione pubblica. Dentico conclude il suo intervento: «Dopo questo anno tra pandemia e guerra faccio fatica ad essere credente credibile. Occorre ricordare con convinzione che la guerra è la violazione del futuro. Al passaggio di questo anno horribilis dobbiamo far risplendere il barlume di luce che risiede in ognuno di noi da tramutare in azioni di pace e domande di politica concreta; fare delle nostre fragilità la forza necessaria contro ogni previsione da mettere in campo in ogni ambito e fare di pace e giustizia il pane quotidiano».

Marcia per la pace

La seconda tappa sul tema della “cultura della cura” nella chiesa del Sacro Cuore è stato presentato il progetto della cooperativa sociale “Oltre l’arte” che dà valore, dignità e responsabilità alle persone con sindrome di Down. Al teatro Mercadante, poi, i partecipanti alla marcia hanno potuto ascoltare le testimonianze video di Katia, ragazza ucraina e Alex, giovane russo, attivi per il Movimento degli obiettori di coscienza che stanno vivendo le vicissitudini del conflitto nell’est europeo.

Proprio sull’obiezione di coscienza e diritti umani si sta dibattendo attualmente per sostenere le scelte non violente di numerose persone ucraine e russe contrarie alla violenza che sembra non porre fine se non quella di tantissimi innocenti. Oltre a loro anche l’intervento di Sami, attivista palestinese, ha rappresentato quel ponte di empatia e solidarietà che come ha affermato don Renato Sacco di Pax Christi «servono a risvegliare le coscienze, devono essere fari di pace».

Dalla Marcia di Savona del 2022 da cui partì l’iniziativa non violenta di bloccare l’invio di armi ai porti liguri, la sosta è servita per presentare l’appello da diffondere e rivolgere direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per porre la ratifica da parte dell’Italia del Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari. Una vera e propria richiesta di messa al bando alle armi nucleari e la Puglia è una regione dove sono presenti basi militari che potrebbero essere utilizzate per i test nucleari.

Marcia per la paceDi storie di pane e riscatto si è parlato nella tappa della chiesa del Santo Sepolcro: la realizzazione di un forno sociale nato dalla collaborazione del distretto agronomico delle Murge e del Bradano. Si tratta di un progetto che mette in relazione virtuosa produttori e consumatori in un sistema sostenibile e democratico. Proprio con dei pezzi di pane donati ai partecipanti si è giunti nella Cattedrale di Altamura. Alla celebrazione, oltre ai numerosi vescovi che hanno camminato durante la marcia tra cui mons. Luigi Renna arcivescovo di Catania, mons. Calogero Marino vescovo di Savona-Noli, ha partecipato mons. Luigi Bettazzi, vera testimonianza del Concilio Vaticano II e già presidente di Pax Christi.

Marcia per la paceL’attuale presidente del movimento, mons. Giovanni Ricchiuti, che ha accompagnato con entusiasmo e cordialità la marcia altamurana, dopo le due precedenti edizioni limitate dalle norme sanitarie, ha ripreso alcuni passaggi sul valore del pane: «Abbiamo bisogno di pane e non di armi, perché la povertà cresce sempre di più. Di una sanità a servizio delle persone, piuttosto che di aumentare la spesa militare. Abbiamo bisogno di investire per la difesa dell’ambiente, per aiutare chi è più debole, per saper accogliere chi fugge dalle guerre e dalla fame, e invece respiriamo un’aria pesante di paura. I poveri e i migranti ci fanno paura! Ma è forse da loro che ci dobbiamo difendere?» (fonte Avvenire).

Il pane non solo come simbolo liturgico, ma risorsa di vita e di condivisione per tutti. Come la pace del resto, che proprio il vescovo della diocesi ospitante ha invitato allo scambio tra i partecipanti prima della partenza della marcia facendo riassaporare un gesto liturgico svanito durante la pandemia. La pace che, come ha sottolineato prima di mettersi in cammino «inizia quando ti prendi cura del fratello e riesci a guardarlo negli occhi. La pace giunge con il cammino compiuto insieme perché nel cammino ci si sostiene e ci si incoraggia».

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