Alluvione a Genova: ci risiamo!

Esattamente come tre anni fa una parte della città è sotto acqua e fango. Un morto e molti danni. Polemiche, come di prammatica, per il mancato preavviso
Genova 2014

Sono passate da poco le 23 di giovedì 9 ottobre, quando si ripete sulla città di Genova la scena non ancora dimenticata, del 4 novembre 2011. È nuovamente alluvione: questa volta l’acqua che esonda dal Bisagno anziché sei morti come nel 2011 per fortuna se ne prende uno soltanto.

D’improvviso questo angolo di città ripiomba nel fango. Ancora il Bisagno che esce dagli argini nella zona di Borgo Incrociati, e subito i corsi e le vie principali si trasformano in torrenti che trascinano a velocità impressionante auto, moto, cassonetti della spazzatura. Mentre la bomba d’acqua continua a scaricare dal cielo una pioggia “spaventosa” per intensità e quantità. La città s’accorge d’improvviso del peggio che sta per accadere.

Intanto dalle due stazioni principali Principe e Brignole, chi è in partenza, e soprattutto chi è arrivato, resta nell’atrio a guardare l’acqua che sale sui marciapiedi esterni, mentre i taxi parcheggiati partono per non essere trasportati dalla piena. Dall’interno dell’atrio di Brignole lo spettacolo è “semplicemente spaventoso”. L‘acqua del Bisagno ha formato nel sottopasso una diga con rami, alberi sradicati, cassonetti e auto, e l’acqua impetuosamente sale per farsi un passaggio. Qui un uomo annega, sorpreso dalla piena.

L’acqua intanto continua a salire anche lungo via XX Settembre, via Tolemaide, via Casaregis e infila tutta la sporcizia nei negozi e nei locali che s’affacciano sulla strada. Siamo tornati stamattina, sotto la pioggia a vedere il triste spettacolo. Immagini già viste altre volte, troppe volte.

Dappertutto carri attrezzi che rimuovono le auto, vigili del fuoco e uomini della protezione civile che con motoseghe tagliano rami e alberi per liberare le strade, pale meccaniche che raccolgono il fango e i detriti. Le scuole e i mercati cittadini chiusi. Come molti uffici, tra cui l’Inps, la sede della Regione in via Fieschi, gli uffici della Questura anch’essi invasi dall’acqua.

Ovviamente molte strade intorno al centro sono chiuse al traffico privato; come pure i sottopassi di accesso alla Valbisagno dal centro. Attualmente l’invito della Protezione civile è a rimanere a casa e, se proprio necessario, muoversi solo con i mezzi pubblici, che peraltro in molte zone hanno limitato le corse.

Puntale arriva anche la polemica per la mancata allarme meteo. L'allerta, anche solo di grado 1, avrebbe almeno sollecitato a spostare le auto dalle zone a rischio di esondazione e a limitare gli spostamenti. Quando è arrivato il nubifragio, alle 21.30, ha colto di sorpresa chiunque fosse per strada.

Stamani il sindaco Marco Doria, ai microfoni di Sky, ha chiarito: "Non doveva essere il comune a lanciare l’allerta meteo dopo cinque giorni di pioggia. E in assenza di allerta meteo, il comune di Genova aveva comunque alcune pattuglie sul territorio per monitorare la situazione. L’allerta per noi rimane alta – sottolinea il primo cittadino – qualunque cosa ci dicano gli organi predisposti". Ricorda che ieri erano stati predisposti piani di emergenza per gli edifici scolastici, a fronte delle forti piogge che avevano già colpito parte della città in mattinata.

Oltre al Bisagno e al Fereggiano, torrenti esondati vi sono pure nell’entroterra: lo Scrivia e nel levante genovese lo Sturla. Stamattina è esondato l’Entella, per fortuna senza danni alle persone, tra Chiavari e Lavagna. Anche il torrente Recco è straripato in più punti, come il torrente Sori che è uscito dagli argini allagando, tra l’altro, il municipio. In Val Fontanabuona, nel territorio di San Colombano, il torrente Lavagna ha superato l’argine in più punti. A Chiavari, l’Entella ha invaso la pista ciclabile.

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