Alla ricerca di Nemo

Questa volta la Disney ci porta in un mondo non facile a rappresentarsi, quello sottomarino, che molti forse credono uniforme e monotono, ma che ora ci appare in tutta la varietà dei suoi aspetti. Si tratta naturalmente di un’amplificazione dell’immaginazione, che cerca di entrare in sintonia con quella dei bambini, piacevole e varia nei colori, nelle luminosità e nelle forme. In un oceano con queste caratteristiche si svolge l’avventura di un pesce pagliaccio, arancione a strisce bianche, che cerca il figlioletto Nemo, rapito da un umano sub e messo in un acquario. L’interesse per la vicenda resta sempre vivo grazie alla varietà degli avvenimenti e alla simpatica espressività dei musi e delle voci, doppiate da attori italiani noti, come Luca Zingaretti e Carla Signoris. Né manca l’umorismo accentuato, che diverte i più piccoli e non solo loro. Fra le scene più riuscite, in questo senso, è quella in cui una pesciolina sempliciotta manda messaggi in “balenese” ad un grosso cetaceo, facendo versacci di tutti i generi. Anche i grandi sono coinvolti dalla storia, che mette in campo sentimenti basilari come l’apprensione paterna, il coraggio davanti a pericoli inevitabili e l’eterna contrapposizione tra ottimismo e tentazione di arrendersi. Alla ricerca di Nemo, che segna un traguardo nell’animazione digitale, è stato diretto da Andrew Stanton, considerato ormai da molti l’unico vero erede di Walt Disney. L’inglobamento della Pixar nella Disney dimostra la sua funzionalità, dato che l’incasso dell’attuale lavoro ha raggiunto in molte nazioni livelli superiori a quelli di tutti i cartoon precedenti, compreso Il re leone. Regia di Andrew Stanton e Lee Unkrich.

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