Vi siete forse mai chiesti: «Che senso ha la mia vita? Qual è il mio posto nel mondo?». La ricerca di significato è una motivazione, in alcuni momenti un’esigenza, ed è essa stessa appagante, è la bellezza del percorso, di ogni scoperta di senso che caratterizza la nostra esistenza. Il significato che si ricerca è fortemente correlato anche al senso identitario, si riferisce all’auto-costruzione dell’immagine di sé stessi, all’autostima, all’individualità o al senso di sé.
Il concetto di identità inizia durante l’adolescenza, si inizia a percepire un senso di unicità come essere umano e come parte della società. Gli adolescenti cominciano a capire chi sono in termini di abilità, attitudini, talenti, gusti, simpatie e antipatie. L’individuo comincia a definire chi è in relazione a sé stesso e all’altro. Ciò chiaramente influisce sul determinare cosa si vuole e cosa fare in futuro. È un periodo in cui la persona riflette e pensa profondamente al significato della propria vita e questo iniziale processo tendenzialmente può durare tutta la vita. Quindi possiamo pensare al significato di vita come qualcosa che la persona incorpora al senso di identità, può essere visto come parte di sé, così come anche le abilità e i talenti sono parte, ma non la totalità di sé.
Tutti noi abbiamo bisogno di avere un senso nella nostra vita, una ragione, non un senso universale per tutti ma il senso che ciascuno dà alla propria vita, così da costruire il proprio significato e capire dove e come scegliamo di stare nel mondo. Alcuni di noi hanno più risorse e privilegi per risolvere questi problemi mentre altri in mancanza di risorse hanno maggiori difficoltà a comprendere e costruire un posto nel mondo.

(da Pexel)
La ricercatrice americana Clara E. Hill che ha realizzato degli studi approfonditi afferma che il «SPDV (significato personale di vita) implica una percezione del significato o un’intuizione, un senso di importanza e di significatività, un senso per cui l’individuo ha uno scopo e obiettivi che lo impegnano nella vita, un senso di coerenza o comprensibilità, e un senso di piacere di riflettere sul significato».
La ricerca di significato della vita può essere anche ricondotto a uno scopo, allo stesso tempo ha qualcosa di diverso, poiché avere uno scopo-obiettivo significa avere qualcosa verso cui tendere, da realizzare e una direzione verso obiettivi futuri. Questo potrebbe implicare la convinzione di poter dare un contributo alla società, per esempio dedicarsi alla cura di una malattia (la ricerca medica), oppure, essere un atleta, un creativo o aiutare le persone.
Avere particolari obiettivi importanti è sicuramente significativo e se questi obiettivi vengono raggiunti le persone potrebbero avere la sensazione di aver condotto una vita significativa. Ciò implica un impegno e la passione per qualcosa, quindi, si vive una vita impegnata che di per sé è già gratificante. Questo è solo un aspetto che può dare significato, una persona può anche acquisirlo non attraverso ciò che sta facendo, ma anche dall’idea di farlo bene, quindi, un lavoro può non essere intrinsecamente significativo e allo stesso tempo la persona può sperimentare l’orgoglio di farlo bene.
Un aspetto rilevante è collegato alla significatività dettata dalla cultura a cui si appartiene. È possibile che quando la vita non va secondo le tappe tradizionali come laurearsi, sposarsi, ottenere un lavoro, avere dei figli, ci si sente spesso confusi e scontenti perché non allineati a quelle che sono le convenzioni sociali. In questi casi diventa necessario costruire un proprio significato che va oltre a quello che sono le le tradizioni della società. Avere un significato di vita vuol dire anche in qualche modo costruire una propria coerenza, dare un senso alla vita tra passato, presente e futuro rende comprensibile la propria esistenza.
Le cose più disparate assumono un senso e una coerenza, sono legate insieme e possono così raccontare una storia: la storia della propria vita. Un ulteriore elemento correlato al significato è la riflettività, cioè l’interesse per la riflessione esistenziale sull’inconoscibile; alcune persone amano pensare a questioni esistenziali. Soprattutto nei periodi di transizione, come l’adolescenza, il matrimonio, il divorzio, si sperimenta l’importanza di riflettere sui propri cambiamenti e sul significato del proprio posto nel mondo. Concludo prendendo in prestito le parole di Viktor Frankl «La vita non è mai insopportabile a causa delle circostanze, ma solo dalla mancanza di significato e scopo».