Alì e le ali

Una bella mattina di sole, Alì mi sfoderò un sorrisone luccicante. Non lo avevo mai visto così felice. Alì era un bambino vispo, sempre pronto a darsi da fare per tutti, indaffarato e agile, con un’aria sempre leggera e giocosa. Lo osservavo ogni mattina mentre andavo al lavoro. Quegli occhietti neri e brillanti mi catturavano ogni volta che vi posavo lo sguardo. Un bel giorno gli ho chiesto all’improvviso, come preso da una curiosità impertinente: Come ti chiami? ; e lui, come se fosse la più ovvia delle domande, mi risponde con tre lettere: Alì… come le ali!. Eh già! E chi ci aveva pensato! Come le ali! A pensarci bene era davvero simpatico quello scheletro di ragazzino. Ormai era diventata una consuetudine scambiare due chiacchiere ogni mattina, Alì era il mio appuntamento quotidiano con l’ingenuità e il candore della prima adolescenza nonostante le ferite nascoste dentro agli occhi di un mondo vario e complicato, fatto di sacrifici e di attese. Un bel giorno succede qualcosa di strano: al semaforo un vecchio signore, col suo passo incerto accompagnato da un fedele bastone, è abbagliato da un raggio di sole. Accecato, indugia troppo sulle strisce e nel frattempo da lontano sta arrivando una moto a gran velocità. Alì, con la sua solita perspicacia, frutto ormai di troppi mesi di mestiere, capisce in un attimo cosa sta per accadere. Non serve esitare: si precipita subito incontro all’uomo, strattonandolo con le sue esili braccia. Entrambi cadono a terra, ma sono salvi. La moto li ha deviati per un soffio! Lo spavento è così tanto che il vecchio signore non riesce più a parlare per qualche minuto. Decido di accostare la macchina. Corro incontro ad Alì e in un baleno, tutti e tre, siamo dentro a un bar di fronte ad una tazza bollente di camomilla. Ci scambiamo le paure di qualche minuto prima e ci conosciamo meglio. Alì e il Signor Egidio si intendono a meraviglia, anche sugli scherzi più simpatici. Capita che quei due diventino grandi amici! A volte la vita ci sorprende. Ora, ogni mattina quando passo al semaforo, Alì, oltre a vendermi i suoi preziosi fazzoletti, mi racconta un pochino di come lui e il Signor Egidio siano diventati compagni di giochi. Alì lo accompagna spesso al parco nel pomeriggio, quando il suo turno al semaforo è ormai finito, almeno per quella giornata. Una mattina di sole Alì sorride come mai prima d’ora. Cosa sarà successo?, mi chiedo. Non ho il tempo di parlare con lui, scatta subito il verde. Che peccato! (sorrido pensando che non capita tutti i giorni di rimpiangere un semaforo rosso) Avrà venduto tutti i suoi fazzoletti…, penso tra me e me mentre sto tornando a casa. Il giorno dopo leggo per caso su un giornale locale: Anziano adotta un giovane lavavetri. Alì! Ripenso a quelle tre lettere e a quel sorriso gigante e mi viene in mente che le ali forse quel ragazzino le aveva già, nascoste dietro il suo borsone carico di fazzoletti.

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