Al Ravenna Festival tornano la musica e la danza dal vivo

“Duets and solos” è il titolo dello spettacolo che ha visto sul palcoscenico 7 étoiles, 2 coppie e 3 solisti del balletto internazionale
Sergio Bernal e il violoncellista Mario Brunello, ph Zani Casadio

Dopo gli angusti mesi di interruzione forzata, la danza è uscita dal confinamento ed è tornata finalmente riappropriandosi del suo spazio vitale: il palcoscenico.  Nello splendido scenario della Rocca Brancaleone per il Ravenna Festival (e prima al Festival di Nervi), siamo tornati ad ammirare la danza dal vivo – seppur limitata dalle condizionanti regole di distanziamento –. Artefice di questo ritorno della grande danza è stato Daniele Cipriani che ha escogitato – è proprio il caso di dirlo – una formula che tiene conto delle norme vigenti dettate dalle restrizioni fisiche per il Covid-19.

Silvia Azzoni e Alexander Ryabko
Silvia Azzoni e Alexander Ryabko

Duets and solos era il titolo della serata gala con la musica dal vivo di Beatrice Rana, al pianoforte, e di Mario Brunello al violoncello. Duetti e assoli quindi, “a distanza di sicurezza” fra tutti, escluse le coppie d’arte e nella vita che possono concedersi, sulla scena, di duettare toccandosi, stando accanto, insieme felicemente. Ecco due celebri coppie del firmamento ballettistico: Silvia Azzoni e Alexander Ryabko, coppia storica dell’Hamburg Ballet, italiana lei, ucraino lui, da 20 anni insieme; l’ucraina Iana Salenko ed il tedesco Marian Walter, stelle dello Staatsballett di Berlino. Accanto a loro tre “single” internazionali: Hugo Marchand proveniente dall’Opéra di Parigi; Sergio Bernal, già Balletto Nazionale di Spagna; Matteo Miccini, giovane talento italiano nelle file dello Stuttgart Ballet. Sette interpreti d’eccezione che hanno emozionato con la loro presenza, accompagnati dal pianoforte e dal violoncello dei due musicisti.

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Iana Salenko ne "La morte del cigno"
Iana Salenko ne “La morte del cigno”

Questo felice ritorno della danza non poteva non aprirsi simbolicamente con l’icona per eccellenza del balletto classico, quella Morte del cigno di Fokine sulle note di Camille Saint-Saens dal “Carnevale degli animali”, che incanta sempre specie se a eseguirla sono ballerine come Iana Salenko, cigno impalpabile nel movimento alato e vibratile delle braccia.

 

Sergio Bernal
Sergio Bernal

In chiusura un altro cigno, The Swan, all’insegna della danza contemporanea, che abbiamo già apprezzato e amato nel gala “Les Etoiles”, e che non smette di sedurci, è quello del coreografo Ricardo Cue, un cigno tutto nervi e spasmi, dalle linee estese, magneticamente reso umano dal carismatico Sergio Bernal per il quale è stato creato.

 

Matteo Miccini
Matteo Miccini

Il danzatore spagnolo firma altri due brani che lo vedono anche coreografo: un immancabile Zapateado con il virtuoso battere di tacchi, dialogante col violoncello di Brunello sulla musica di Gaspar Cassadó dalla Suite n.3; e un duetto “a distanza” con Matteo Miccini, dal titolo Folia de Caballeros, veloce e sincronico, spezzato ed elegante nella follia gestuale dei due cavalieri. L’assolo SSSS eseguito da Miccini – tra i vari riconoscimenti ricevuti il Premio Danza&Danza 2019 come migliore interprete italiano all’estero – è un estratto della coreografia del rumeno Edward Clug Body Language creato per 6 danzatori, sulle note del Notturno op. 9 n. 1 di Chopin: una danza piena di tensione, libera e scattante, un piccolo gioiello coreografico reso luminoso dal danzatore fiorentino appena promosso demi-solista dello Stuttgart Ballet.

 

Iana Salenko e Marian Walter
Iana Salenko e Marian Walter

Su altri due romantici notturni di Chopin hanno danzato Azzoni e Ryabko, Nocturnes (2005), coreografia d’intenso lirismo di John Neumeier di una relazione appassionata e infine interrotta; e Sonata del coreografo tedesco Uwe Scholz (scomparso prematuramente nel 2004) sulla musica di Rachmaninov, un pas de deux di puro stile neoclassico che racconta la relazione di un’altra coppia, fatta di fiducia, sicurezza, stabilità. Thaïs di Roland Petit, su musica di Massenet, è un altro passo a due “in famiglia”, interpretato da Salenko/Walter, un estratto da Ma Pavlova (spettacolo che Petit dedicò ad Anna Pavlova) che esprime l’idealizzazione del passo a due, ridondante di lirismo, in cui la grazia della Salenko e la forza di Walter, unite all’eleganza di entrambi, rendono struggente il duetto.

Hugo Marchand
Hugo Marchand

La più lunga e articolata coreografia della serata è stata A Suite od Dances (1994) interpretata da Hugo Marchand. Creata da Jerome Robbins per Mikhail Baryshnikov si compone di alcune Suite di Bach in cui il ballerino e il violoncellista dialogano come partner. Marchand, in costume rosso fiamma, spesso si sofferma davanti al musicista, aspettando, suggerendo, mostrando come il semplice sollevamento di un braccio o il gesto di una postura possa idealmente fermare la fine di una frase musicale o avviarne una nuova di movimento. E da lì accelera o rallenta, ruota, spazia con disinvoltura. Una naturalezza che lascia spazio all’immaginazione di sequenze improvvisate, in realtà ben controllate, e che Marchand impreziosisce di dettagli romantici.

 

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