Al posto tuo

Raidue ore 15,55. Al posto suo, non ci saremmo voluti essere. Non invidiamo Lorena Bianchetti, conduttrice di punta del pomeriggio di Raidue, dall’inizio di questa stagione alla guida di Al posto tuo. Ha abbandonato A sua immagine per portare la sua verve e il suo sorriso all’interno di un programma già, in passato, al centro di tante polemiche. Era stato quello lo spazio in cui era finita tante volte nella bufera Alda D’Eusanio, che tra una rissa in studio e una t-shirt provocatoria aveva reso il talkshow della seconda rete uno dei miti degli amanti della trash tv. Sempre su quel format si era lanciata Paola Perego, spesso incastrata, come chi l’aveva preceduta, da beffardi scoop di Striscia la notizia che più volte aveva smascherato le patacche rifilate ai telespettatori del servizio pubblico. Attori professionisti spacciati per gente comune, storie scritte da sceneggiatori e vendute come tv verità. Sapere che sarebbe toccato alla Bianchetti, volto noto di una tv pulita, garbata, rispettosa dello spettatore, aveva creato in estate un po’ di sconcerto. Chi gliel’ha fatto fare? si chiedeva qualcuno. Ebbene, la Bianchetti, dopo un anno di rodaggio sembra aver vinto, almeno in parte, la sua sfida. A costo di dover rintuzzare qualche critica per un look meno ingessato, si è svincolata dalla figura di portavoce dei papaboys, un ruolo che stava diventando una camicia di forza per una ragazza nata con l’intrattenimento e La Corrida di Corrado e applicatasi negli ultimi anni all’informazione religiosa. Soprattutto ha provato a ridare un nuovo volto ad un programma bollato come volgare anche dalla signora Franca Ciampi. Le storie questa volta sono tutte vere, ma recitate da soli attori. Una scelta che toglie ogni equivoco, tiene alla larga i sospetti del Gabibbo e non appaga la sete voyeuristica che spingeva in passato lo spettatore a scrutare la lacrima, l’urlo, la disperazione sui volti di chi raccontava il suo dramma. In più le storie hanno per protagoniste meno spogliarelliste e telefoniste delle hot line, e più gente normale, spesso con vicende dietro le quali si intuisce la voglia di tenere unita una famiglia, di non fermarsi alle prime difficoltà, di provare a tenere in vita dei valori. Beninteso. Chi non ama il genere continuerà a stare alla larga da Al posto tuo, come dalla maggior parte delle trasmissioni piuttosto banali del pomeriggio tv.Ma per chi a quell’ora, cercando compagnia, è davanti al piccolo schermo, può essere una buona notizia sapere che nel programma della Bianchetti c’è chi prova a smentire la fama di un programma che un anno fa si sarebbe bocciato senza attenuanti. Perché alla fine tra i tronisti della De Filippi e Al posto tuo una differenza c’è.

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