Non che sia del tutto insolito intotolare un sentiero ad una beato, ne sono la dimostrazione i tanti sentieri che hanno il nome di Giovanni Paolo II o di Piergiorgio Frassati. Ma per Chiara Badano – la diciottenne morta di tumore osseo a 18 anni e beatificata il 25 settembre 2010 al Santuario del Divino Amore di Roma – sì, ed è successo che le dedicassero un percorso escursionistico il 18 dicembre al Parco laziale di Veio alla presenza del parroco di Castelnuovo di Porto don Perla, dell’assessore per l’ambiente Renzo Boni e di un gruppo di accorsi all’evento. Solo pochi mesi prima nella cittadina di Pietra Ligure – luogo in cui Chiara Badano si recava per andare prima a trovare degli amici e poi per curarsi –, le hanno intitolato una strada. Ma questa del sentiero giunge proprio nuova. Si tratta di un percorso di 6,8 Km che va da Castelnuovo di Porto a Sacrofano, il maggiore dei sentieri escursionistici che unisce i due paesi a nord di Roma: «Il sentiero 16 (quello di Chiara Luce, ndr.) è il più importante: l’unico che collega la Flaminia con Sacrofano, è il percorso classico di questo versante con ambienti naturali diversissimi tra loro».
A parlare è uno degli operatori del Parco, Gianfranco Marchetti e l’ideatore di questa singolare iniziativa. «Ho conosciuto la storia di Chiara Badano due anni fa, in un momento economico e personale difficile. Leggendo la sua storia son rimasto colpito dalla sua dignità anche di fronte alla malattia e da quella sua fede tanto forte che in qualche modo mi ha dato coraggio». Ma l’idea di fare un sentiero salta fuori quando si reca a Sassello, dove si trova la tomba di Chiara. Quella natura dell’entroterra del savonese a confine col Piemonte gli rammenta quanto Chiara Luce amasse passeggiare su per quei monti.
Così mettendo insieme le sue competenze per il Parco – Gianfranco non solo è una guida escursionistica, ma per il Parco si occupa anche di manutenzione degli stessi sentieri –, che altri iniziano a conoscere Chiara Luce e la sua storia di ragazza sì normale, ma che ha vissuto il Vangelo in modo autentico a 18 anni: dal parroco che chiede chi sia questa ragazza a cui benedire una targa fino ad arrivare ad un’altra Chiara, che lavora piccoli oggetti in legno ed è di Roma: «colei che ha realizzato questa placca, traendo poi spunto dalla storia della beata di Sassello». E così che la storia di Chiara Luce ha iniziato a metter "radici" in un "angolo" di quasi 15 mila ettari di terra del Parco, in una zona di media e bassa collina e che: «d’ora in poi sarà nei miei percorsi escursionistici» ha concluso Gianfranco.