Aiuto, mi sopprimono le ferie

Ho fatto vacanza in un comune destinato a scomparire: sarà valida?
stambecchi

“Ciao ciao” era il saluto di Allegra, una vivace e simpaticissima bimba di manco due anni che stava seduta al suo tavolinetto con tanti giochi. Come le simpatiche scimmiette degli autogrill, che emettono suoni ogni qualvolta un cliente gli passa davanti. Così Allegra aspetta i clienti che vanno a comprare il giornale e li saluta uno ad uno. Poi se le fai le coccole, e se le merita tutte, ti viene sulle ginocchia e sfoglia dalla prima all’ultima pagina il quotidiano, guarda attenta le foto, e poi pronuncia una frasetta semplice: «no Allegra no», si lascia scivolare sul pavimento e torna al suo tavolinetto, non senza aver pronunciato il “ciao ciao”. Già, Allegra cerca se c’è una sua fotografia sul giornale, mi spiega la mamma, ma non vedendosi torna alle sue “occupazioni”.

 

Ero in vacanza in un paesino splendido delle nostre Alpi, Allegra e la sua famigliola erano diventati miei amici. Così come la colonia di camosci che al calar del sole immancabilmente ogni sera erano i dirimpettai della mia camera da letto. Si spingevano a pochi metri e cercavano l’erba fresca rimasta nell’ombra del bosco durante la giornata. Ho fatto vacanza in uno di quei tanti comuni destinati a scomparire. Quando l’ho saputo, caspita, m’è preso uno sciupun!, tanto da farmi salire la pressione arteriosa e pure la glicemia. E giuro: se non era per Allegra sarei tornato indietro. Ma come si fa, un posto così bello, circondato da vette tutte oltre i tremila metri. Con i camosci, le marmotte e gli stambecchi, i gipeti e i lupi. Il gallo cedrone che di notte nel bosco fa un allegro baccano. Supero la prova pensando che tutto ciò rimane, al massimo cambierà l’indicazione stradale. Anziché Comune diventerà, frazione, quartiere di…. .

 

Vacanza finita, auto carica, si parte per la pianura. E torna l’incubo: ho fatto vacanza in un comune destinato a scomparire. Che questa vacanza non sia valida? Non sarà che devo ripetere lo stesso periodo di ferie in uno dei comuni che resteranno? Guardo Allegra che mi sorride più bella che mai, e suo “ciao ciao” mi conferma che devo proprio partire. La tiro per le lunghe, il viaggio è di mezza giornata, lo faccio durare un giorno intero. Passo per altri Comuni destinati a annullarsi per il bene della patria. Sono su una strada che taglia le colline di Pavese e Fenoglio, in un saliscendi da vertigine, lambisce vigne dove tra poco si comincerà a vendemmiare. Prima i moscati, poi gli altri bianchi. La primavera caldissima, le piogge inattese poi e di nuovo l’aria che bolle e il sole che cuoce: sarà una grande annata anche per i rossi. E qui mi fermo: elenco alla mano, leggo: questo si, questo anche, questo pure. Povera Italia! Riparto e mi torna il dubbio sulla validità di questa vacanza, ma non c’è nessuno, manco un civich a cui domandarlo. Torno a casa e per quest’anno basta vacanza.

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