Ai funerali di monsignor Padovese

Il saluto di Milano al vicario apostolico di Anatolia, ucciso a Iskenderun. La testimonianza del Vangelo, fino alle estreme conseguenze
funerali padovese

«Alla casa del Padre ti accompagnino gli angeli e i martiri di Cristo ti accolgano festanti», canta il coro della cappella musicale del Duomo di Milano all’inizio della celebrazione delle esequie di mons. Padovese. Il duomo è gremito di fedeli. Concelebrano con il card. Tettamanzi oltre 250 sacerdoti e quaranta tra vescovi e monsignori. La liturgia ambrosiana è carica di suggestione e invita al trasporto emotivo. Ci sono le autorità politiche e militari, ma soprattutto c’è il popolo di Dio, tutta la Chiesa di Milano venuta per salutare un suo figlio.

 

«Chicco di grano caduto in terra è stata la vita di padre Luigi, che ha accolto come una chiamata della Provvidenza di Dio il suo ministero di vescovo di Anatolia. In questa terra turca, che aveva tanto studiato, mons. Padovese ha voluto inserirsi e lasciarsi macerare, amando questo nobile popolo». Chicco di grano si è fatto padre Luigi diventando guida della Chiesa di Anatolia, una Chiesa di minoranza, spesso sofferente e provata, come ha ricordato il card. Tettamanzi nell’omelia. Profondamente commosso per una morte così tragica, il cardinale ha poi voluto rivolgere un pensiero ai fratelli della Chiesa di Turchia. «Da oggi – ha detto – la Chiesa di Milano si sente legata a voi in modo ancora più profondo e particolare. Già l’amore di padre Luigi per voi e la sua passione per la Chiesa di Anatolia ci avevano coinvolti nella vostra storia di fede e nel vostro arduo e coraggioso cammino: ora il suo sacrificio ci unisce più intimamente. Vogliamo raccogliere il grido, o meglio il lamento, che si leva da voi e dalla vostra terra. Vogliamo, come Chiesa ambrosiana, insieme a tutte le comunità cristiane, accogliere e affrontare la sfida di essere sempre più coscienti della nostra identità cristiana e di saper offrire, senza alcuna paura, sempre e dappertutto, la testimonianza di una vita autenticamente evangelica: amando Cristo e ogni uomo “sino alla fine”».

 

Al termine della messa, mons. Ruggero Franceschini, arcivescovo di Smirne, ha fatto eco alle parole del cardinale ricordando mons. Padovese così: «Partito da questa città si era fatto pellegrino dello spirito e della mente, fino a diventare uno dei più competenti esperti sulla vita e le opere dei Padri della Chiesa vissuti nell’attuale Turchia. Poi, divenuto vescovo, si fece anche pellegrino del cuore, per mettersi accanto agli eredi di quella chiesa delle origini, ai quali non mancava di ricordare le loro radici, e coi quali aveva deciso fin da subito di condividere paure e speranze. La piccola Chiesa rimasta in Anatolia, anche se di tradizione apostolica, è troppo giovane per superare da sola una tragedia simile, troppo fragile per fronteggiare il male che l’ha colpita, troppo povera per trovare in se stessa le risorse per continuare a sperare… almeno di esistere. Alle Chiese sorelle chiediamo vocazioni per una missione difficilissima. Venite a vivere il Vangelo, venite ad aiutarci a vivere, semplicemente. A chi si occupa di informazione: tenete aperta una finestra su questa terra, e sul dolore della Chiesa che la abita, siate la voce di chi non ha neanche la libertà di gridare la propria pena. E infine tutti voi che semplicemente vi sentite in comunione di fede, agli ammalati che offrono le loro sofferenze, chiunque abbia a cuore la pace tra i popoli: aiutatici, teneteci nel cuore, sia questo il fiore che avrete deposto sul corpo benedetto di mons. Luigi. Oggi siamo tutti Chiesa di Anatolia, io, certamente, ma anche voi, il vostro arcivescovo, gli altri confratelli vescovi, e tutti siamo Chiesa di Milano, tutti siamo semplicemente Chiesa, corpo del Signore, martoriato, sofferente, ma risorto e glorioso».

 

Un lunghissimo applauso ha salutato la bara all’uscita dal duomo e si è prolungato interminabile sul sagrato. «Vescovo Luigi, fratello nostro, angelo della tua Chiesa, insegnaci a sperare». Così l’ha salutato in conclusione il cardinale Tettamanzi.

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