Agata, una martire ragazzina e determinata

Catania festeggia la sua patrona. Una personalità coerente, coraggiosa, incrollabile ad appena 15 anni. Un invito alla coerenza e alla moralità
Festa Sant'Agata

Il 5 febbraio la Chiesa ricorda S. Agata. E’ una delle martiri che la Sicilia ha dato al mondo cristiano dei primi secoli, insieme a Lucia, Rosalia, Alfio, Delfo, Cirino, tutti giovanissimi che hanno scelto il martirio – in forma anche molto cruenta – piuttosto che recedere dalla loro fede cristiana.

 

La città di Catania festeggia la sua patrona Agata con una festa imponente che si snoda nell’arco di diverse giornate e con numerose manifestazioni, alcune di grande suggestione. Centinaia di migliaia di persone si riversano nella città per partecipare alle numerose processioni in onore della Santa. Non c’è dubbio che molti aspetti della festa oramai non hanno nulla di cristiano. Per questo da diversi anni la Diocesi sta compiendo notevoli sforzi per ridare a queste giornate il loro senso originario: mettere a confronto con la vita della Santa ogni devoto (così si chiamano tradizionalmente i fedeli che partecipano alla festa, vestiti con il tipico sacco bianco).

 

Della biografia di Agata non si sa granchè di certo. Anche i testi che riportano gli atti del processo che l’ha condotta alla morte, scritti in epoca molto successiva, appaiono inficiati da tradizioni orali che riferiscono di situazioni miracolose che poco aggiungono alle caratteristiche di fondo che delineano la personalità di Agata: il coraggio, la coerenza, l’incrollabile fede, la determinazione.

 

Non si possono dimenticare le parole di Giovanni Paolo II rivolte ai catanesi nel 1994 anche con riferimento ad Agata: <<Cittadini di Catania, lasciatevi guidare dall’esempio dei vostri Santi, quelli più antichi e quelli più recenti. In essi potete trovare modelli perennemente validi di un’autentica riforma morale e sociale>>.

L’augurio che ci rivolgiamo è che davvero Agata possa essere guardata così, non solo come dispensatrice di grazie (moltissime) ma anche come modello di vita soprattutto per i più giovani.

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