Africa, democrazia e giovani

Il 2023 si preannuncia un anno intenso per la politica e la democrazia in Africa. Nel continente si terranno quest’anno elezioni statali o parlamentari in 26 Paesi. Le elezioni generali di febbraio in Nigeria stanno suscitando una grande aspettativa tra i giovani elettori, desiderosi di promuovere un cambiamento decisivo
Nigeria
Ottobre 2021, marcia di protesta in Nigeria del movimento #EndSARS per protestare contro le attività dell'ormai sciolta Special Anti-Rabbery Squad, un'unità accusata di brutalità da parte della polizia. (Foto AP/Domenica Alamba)

Era inevitabile che il tributo economico della pandemia continuasse ad avere un effetto persistente sulla libertà e sui principi democratici in tutta l’Africa. L’insicurezza, l’estremismo violento, gli attacchi dei gruppi armati e l’inflazione strisciante su cibo e servizi sono continuati in diversi Paesi africani per tutto il 2022.

Ma poi è successo qualcos’altro che ha scatenato un acceso dibattito: il rifiuto dei Paesi africani di schierarsi nella guerra tra Russia e Ucraina ha sconvolto l’ordine mondiale stabilito e ha messo in luce il valore strategico del continente africano come principale fornitore di risorse naturali per le potenze globali.

Tuttavia, ci sono ragioni per sperare in una tregua per il 2023. Tra queste, la pausa nella devastante guerra del Tigray, iniziata nel novembre 2020. Anche l’Unione Africana ha assunto una posizione più ferma contro i colpi di stato militari. Ha fatto passi coraggiosi per accelerare l’integrazione economica, politica e di sicurezza del continente. Un numero maggiore di leader regionali si sta schierando a favore della democrazia costituzionale.

Molti gli sguardi puntati sulle elezioni nigeriane del 2023. Nonostante il ridimensionamento di Boko Haram operato dall’esercito nel Borno, restano attivi, soprattutto a nord, gruppi di estremisti Fulani, terroristi aderenti a gruppi jihadisti e gruppi criminali che rapiscono persone per ottenere un riscatto. E spesso sono politici senza scrupoli ad armare le bande giovanili.

Negli ultimi mesi, però, la Nigeria ha visto crescere un’onda di impegno civico e politico da parte dei giovani in vista delle prossime elezioni presidenziali di fine febbraio 2023. La commissione elettorale nazionale indipendente ha annunciato ad agosto che 10,5 milioni di giovani nigeriani si sono iscritti nelle liste elettorali, portando il totale degli elettori registrati a 94 milioni (quasi la metà della popolazione del Paese). Circa l’84% dei nuovi elettori ha meno di 35 anni; solo il 3% ha più di 65 anni.

Questo aumento di interesse è guidato da una rete di campagne promosse dai giovani, molte delle quali sono nate a fianco o ispirate dalle proteste del movimento #EndSARS che ha scosso la Nigeria per 12 giorni nell’ottobre 2020. Milioni di giovani erano scesi in piazza per protestare contro la brutalità di un’unità di polizia violenta (special anti-robbery squad), per poi ritrovarsi vittime di altre violenze.

Kawthar Salaudeen, 25 anni, studentessa nigeriana di giurisprudenza, ha dato vita lo scorso dicembre a The Civic Construct per incoraggiare i giovani. Il suo team si è recato nei mercati e nei campus universitari, ha parlato alla radio ed è apparso in TV, prima nel sud-ovest del Paese e poi in altri stati nigeriani.

Secondo Salaudeen, la Nigeria ha «problemi fondamentali di partecipazione pubblica» alla propria governance. E i giovani che partecipano alle elezioni sono relativamente pochi, in un Paese dove l’età media è di 18 anni e dove il 70% della popolazione ha meno di 30 anni.

In seguito alla violenta repressione delle proteste di #EndSARS, su ordine di alcuni politici di mestiere, «i giovani adesso hanno capito che dobbiamo fare un passo coraggioso [ed entrare] nelle elezioni e nel processo elettorale in Nigeria», dice Salaudeen.

Abideen Olasupo, un giovane attivista 28enne, ha lanciato YVote Naija nel gennaio dello scorso anno, poco dopo le proteste di #EndSARS. Con sede a Kwara, nel centro-nord del Paese, il team di Olasupo ha creato un’applicazione per inviare messaggi automatici di promemoria, ha fornito autobus per raggiungere i centri di registrazione elettorale, ha finanziato regolari jingle radiofonici che incoraggiano le persone a registrarsi ed a ritirare la tessera elettorale. L’organizzazione si è estesa a diversi stati del Paese ed ha anche convinto i governi statali a concedere ai dipendenti pubblici il tempo libero per registrarsi al voto.

Olasupo afferma che l’obiettivo è «un riorientamento della mentalità» dei giovani nigeriani, «per comprendere che dobbiamo prendere in mano il nostro destino».

C’è una grande aspettativa tra i giovani elettori in vista di queste elezioni. Voteranno per il cambiamento, anche se potrebbero non ottenerlo. Una delle domande cruciali del 2023, in Nigeria come in altri Paesi del continente, sarà se la democrazia si consoliderà o si allontanerà ulteriormente.

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