Affetti personali: storie di donne e di moda

Abiti, scarpe, cappelli, accessori e lingerie, più di duecento capi donati per raccontare il costume italiano dal 1920 al 1990, in mostra a Palazzo Madama dal 5 dicembre al 18 gennaio 2015
moda

Torino ha lanciato una sfida ai suoi cittadini, riaprire il proprio armadio, cercare tra vecchi scatoloni, frugare nella soffitta per ritrovare abiti e accessori di inizio Novecento. Sono più di duecento i capi donati per la mostra Affetti personali: storie di donne e di moda, allestita a Palazzo Madama per raccontare il costume italiano dal 1920 al 1990. I donatori, hanno contribuito con la loro generosità, al progetto “Torino un secolo di moda”, una ricerca sui mestieri della moda per riscoprire tutte quelle attività che nel tempo hanno reso celebre in tutto il mondo gli atelier torinesi. Dal 5 dicembre al 18 gennaio 2015, lo spazio Atelier, ci racconterà con un percorso in mostra, l’evoluzione del costume italiano, attraverso la proporzione degli abiti, l’attenzione per alcuni colori che è cambiata nel tempo, la scoperta di alcuni materiali come il nylon, utilizzato per la lingerie. Oltre cento abiti, scarpe, cappelli, guanti, accessori e lingerie, donati da quarantacinque donne torinesi, accompagnati dalle relative didascalie che di ogni abito raccontano la storia. Non manca la vetrina dedicata alle scarpe: ci sono quelle indossate da Ava Gardner nel celebre film “La contessa scalza”, ideate per lei da Bartolomeo Cavallera, ci sono quelle in raso del 1923 di Beltrami e quelle di Aldo Sacchetti che hanno rivoluzionato il mondo della calzatura: scarpe fatte solo di suola, con tacco alto e calza da reggere con la giarrettiera. Ma non solo abiti, una parte della mostra è dedicata infatti agli strumenti di lavoro di sarte e modiste, insieme agli attrezzi ci sono fotografie di atelier famosi, di laboratori e di sfilate. Preziose sono anche le testimonianze di chi nel mondo della moda di quel periodo ha vissuto e lavorato, nomi conosciuti che hanno fatto la storia della moda torinese: Pozzi, Badolato, Longo e Comollo, in mostra ritroviamo anche i video con le loro testimonianze.

Non solo un racconto di moda e stile, ma una mostra dal valore affettivo, con abiti che raccontano un’epoca portandosi dietro racconti, emozioni e ricordi.

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