Adozione di cittadinanza

La città di Alghero è stata scossa dal femminicidio di Michela Fiori, mamma di due bambini, strangolata dal marito dal quale si stava separando. L’intera comunità ha deciso di farsi carico del futuro dei due figli della donna, costituendo un fondo che garantirà la continuità dei loro studi, l’attività ricreativa e l’avviamento al lavoro.

Quando racconta, Mario Bruno, sindaco di Alghero, usa il plurale, come a volersi confondere, uno fra i tanti cittadini protagonisti di questa storia collettiva che sta tessendo un nuovo finale al tragico fatto di cronaca che, l’antivigilia di Natale, ha sconvolto la sua città: «Siamo venuti a conoscenza di quello che era successo, cioè dell’assassinio di Michela da parte del marito, alle 19.00 del 23 dicembre. Io stavo per premiare un ragazzo algherese che aveva salvato una signora che stava annegando, durante un nubifragio a Chieti e, invece, ricevuta la notizia di questo femminicidio, un fatto nuovo per la mia città, sono corso subito dai bambini».

michela-fioriQuella stessa mattina, Michela Fiori, sua concittadina, era stata strangolata dal marito dal quale stava divorziando. L’uomo si era costituito subito dopo, e i loro figli erano stati prelevati dal campo di calcio dove si stavano allenando ed erano stati portati a casa della bisnonna.

Racconta ancora il sindaco: «Arrivato lì, mi è venuto spontaneo mettermi a parlare con i bambini, di 12 e 8 anni, ascoltarli. “Sai – mi dice il più grande, Mattia –, la mamma è morta. Ci aveva promesso che il 7 aprile, il giorno del mio compleanno, ci avrebbe portato a vedere Juventus-Milan, ormai, non potremmo andare più…”. Gli dico che ce li avrei portati io. E da lì, cominciano a raccontarmi la loro storia: prima della tragica notizia, era stata una giornata importante per loro: entrambi calciatori, il più grande era passato a giocare nei giovanissimi, mentre il piccolo continuava con i micro. Scopro che l’allenatore è un mio amico, lo chiamiamo, e lui mi racconta le loro prodezze… Da lì, mi è venuto spontaneo capire cosa potevamo fare insieme per loro».

L’indomani, l’intera comunità organizza una marcia silenziosa per le strade di Alghero, fin sotto la casa di Michela: sono circa 4 mila persone che dicono “no” alla violenza e che si impegnano a farsi carico dei bambini, sentiti come figli dell’intera comunità. Nasce così l’idea di una “adozione di cittadinanza”.

«Il 27 dicembre, il primo giorno utile,» ricorda il sindaco Mario Bruno «abbiamo chiamato il Banco di Sardegna: loro avrebbero aperto un conto senza spese. Così, abbiamo attivato il fondo: “Un futuro per i bambini di Michela”. Poi, è stato creato un comitato di garanzia in cui sono rappresentati il Comune, la Diocesi, la loro parrocchia, quella del quartiere popolare di Sant’Agostino, il Banco di Sardegna, il Nettuno Calcio, la squadra di calcio dei bambini, la dirigente scolastica della loro scuola».

Quello stesso giorno, l’iniziativa è stata formalizzata con una delibera approvata dalla Giunta comunale, su iniziativa del sindaco Mario Bruno. Che cosa comporta? Che saranno i 44 mila cittadini di Alghero ad occuparsi del futuro dei due bambini attraverso il fondo, cui è possibile partecipare con modalità diverse: o con un contributo una tantum o con una sorta di “sostegno a distanza” di cittadinanza, con un impegno mensile costante. Sia il Comune di Alghero che il Banco di Sardegna hanno già contribuito, insieme a tanti cittadini che hanno donato il loro possibile.

«L’autista in pensione del Comune, che ha circa 70 anni, mi ha chiamato per mettersi a disposizione e accompagnare i bambini a calcio, a scuola, dappertutto; un locale di Alghero ha garantito le feste di compleanno per i bambini e i loro amici finché lo vorranno; la Banda musicale A. Dalerci vuole fare un concerto per raccogliere fondi per loro. È una gara: sta arrivando tanta, tanta solidarietà da tutta la Sardegna, finora sono circa 340 i donatori e l’ANCI ha lanciato un appello a tutti i 377 comuni» racconta ancora il sindaco.

Secondo il testo della delibera, la comunità di Alghero si occuperà delle necessità dei due bambini rimasti orfani di madre fino al compimento dei 20 anni di età, oppure dei 26 se sceglieranno di andare all’Università.

Nel frattempo, la famiglia dei piccoli ha deciso di portarli a vivere a Genova, con la nonna: «La famiglia di Michela si è sentita amata, voluta bene da tutta la città. Una vicinanza che se non cancella il dolore, aiuta!» spiega Mario Bruno. Vicinanza che il sindaco ha continuato a dimostrare concretamente, trascorrendo con i piccoli il giorno dell’Epifania e andando con loro al Luna Park.

Cristian«Prima di partire, i bimbi sono venuti in ufficio qui da me. Cristian, il più piccolo, a un certo punto, mi ha chiesto un foglio, su cui ha scritto il mio nome e un cuore, con sotto la sua firma, a cui si è aggiunta quella di Mattia. Mi sono commosso! Con loro è nata un’amicizia che credo non finirà mai. Mi sembra che in quel cuore ci sia tutta la città, la comunità che si è fatta carico del loro futuro».

Oggi, in un convegno in Campidoglio, Alghero sarà presentata come modello per migliorare la legge esistente, del 2017, che non ha ottenuto ancora copertura.

 

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