Dvarashyn Vitali rimane libero

L'obiettore bielorusso a rischio estradizione può rimanere in Lituania dopo il pronunciamento del tribunale. Una vittoria della mobilitazione internazionale, secondo il Movimento Nonviolento
Dvarashyn Vitali, obiettore bielorusso (foto Movimento Nonviolento)

Il Tribunale lituano competente per il ricorso presentato dall’obiettore bielorusso Dvarashyn Vitali, a cui era stato ritirato il permesso di soggiorno con relativo rischio di estradizione nonostante la richiesta di status di rifugiato politico, si è pronunciato in favore dell’uomo: le autorità per l’immigrazione dovranno quindi ripristinare il suo permesso di soggiorno temporaneo, e viene a cadere anche il divieto di ingresso nell’Ue per 5 anni che gli era stato imposto. A riferirlo è il Movimento Nonviolento, che ha contribuito anche all’assistenza legale insieme all’associazione bielorussa Our House.

Proprio da Our House, la cui fondatrice Olga Karach si trova anch’essa in esilio in Lituania, è arrivato un messaggio in riferimento alla mobilitazione internazionale che si è creata attorno a questo caso: «Questo risultato non sarebbe stato possibile senza tutti voi. La vostra partecipazione e i vostri sforzi hanno avuto un ruolo cruciale. Senza il vostro coinvolgimento, Vitali sarebbe già stato espulso e imprigionato, e le autorità per l’immigrazione avrebbero farfugliato in modo incoerente in risposta alle nostre lamentele sul fatto che accusavano falsamente una persona innocente di minaccia alla sicurezza nazionale.Vorrei esprimere la mia più sincera gratitudine per tutte le lettere e gli sforzi che avete dedicato al caso di Vitali». Un ringraziamento particolare è stato poi espresso nello specifico al Movimento Nonviolento italiano.

Ora rimane pendente la decisione su quando potrà lasciare il campo profughi senza obbligo di registrazione ogni 24 ore, e quella sulla sua richiesta di asilo politico. In questo senso, assicura il Movimento Nonviolento, «la Campagna di Obiezione alla guerra prosegue con la richiesta dell’asilo politico per tutti gli obiettri bielorussi, russi, ucraini».

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