Abbondanza di doni

Chiara Lubich
Ti è mai capitato di ricevere da un amico un dono e di sentire la necessità di contraccambiare? E di farlo non tanto per sdebitarti, quanto per vero amore riconoscente? Certamente sì. Se succede a te così, puoi immaginare a Dio, a Dio che è Amore. Egli ricambia sempre ogni dono che noi facciamo ai nostri prossimi in nome suo. È un’esperienza che i cristiani veri fanno molto spesso. Ed ogni volta è una sorpresa. Non ci si abitua mai all’inventiva di Dio. Potrei farti mille, diecimila esempi, potrei scriverne un libro. Vedresti quanto è vera quell’immagine una misura buona, pigiata, colma e traboccante ti sarà versata nel grembo: che significa l’abbondanza con cui Dio contraccambia, la sua magnanimità. Era già scesa la notte su Roma. E in quell’appartamento seminterrato l’esiguo gruppo di ragazze, che volevano vivere il Vangelo, si davano la buona notte. Ma ecco il campanello. Chi era a quell’ora? Un uomo che si presentava alla porta nel panico, disperato: il giorno dopo l’avrebbero sfrattato di casa con la famiglia, perché non pagava l’affitto. Le ragazze si guardarono ed in un muto accordo aprirono il cassettino dove, in buste distinte, avevano raccolto il residuo dei loro stipendi e un deposito per le bollette del gas, del telefono, della luce. Diedero tutto a quell’uomo, senza ragionare. Quella notte dormirono felici. Qualcun altro avrebbe pensato a loro. Ma ecco che non è ancora l’alba. Il telefono squilla. Vengo subito con un taxi, dice la voce dell’uomo. Meravigliate per la scelta di quel mezzo, le ragazze attendono. La faccia dell’ospite dice che qualcosa è cambiato: Ieri sera, appena tornato a casa, ho trovato un’eredità che non avrei mai immaginato di ricevere. Il cuore m’ha detto di farne a metà con voi. La somma era esattamente il doppio di quanto avevano generosamente dato. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo. Ne hai fatto anche tu l’esperienza? Se non è così, ricordati che il dono va fatto disinteressatamente, senza speranza di ritorno, a chiunque chiede. Prova. Ma fallo non per vedere il risultato, ma perché ami Dio. Mi dirai: Ma io non ho nulla. Non è vero. Se vogliamo abbiamo tesori inesauribili: il nostro tempo libero, il nostro cuore, il nostro sorriso, il nostro consiglio, la nostra cultura, la nostra pace, la nostra parola per convincere chi ha a dare a chi non ha… Mi dirai ancora: Ma non so a chi dare. Guardati attorno: ti ricordi di quell’ammalato in ospedale, di quella signora vedova sempre sola, di quel compagno rimandato così avvilito, di quel giovane disoccupato sempre triste, del fratellino bisognoso d’aiuto, di quell’amico in carcere, di quell’apprendista esitante? È in loro che Cristo ti aspetta. Assumi il comportamento nuovo del cristiano – di cui è tutto impregnato il Vangelo – che è quello dell’anti-chiusura e dell’anti-preoccupazione. Rinuncia a mettere la tua sicurezza nei beni della terra e poggiati su Dio. Qui si vedrà la tua fede in lui, che sarà presto confermata dal dono che ti tornerà. Ed è logico che Dio non si comporta così per arricchirti o per arricchirci. Lo fa perché altri, molti altri, vedendo i piccoli miracoli che raccoglie il nostro dare, facciano altrettanto. Lo fa perché più abbiamo, più possiamo dare; perché – da veri amministratori dei beni di Dio – facciamo circolare ogni cosa nella comunità che ci circonda, finché si possa dire come della prima comunità di Gerusalemme: non v’era fra loro nessun povero. Non senti che con questo concorri a dare un’anima sicura alla rivoluzione sociale che il mondo s’attende? Date e vi sarà dato. Certamente Gesù pensava in primo luogo alla ricompensa che avremo in Paradiso, ma quanto avviene su questa terra ne è già il preludio e la garanzia.

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