A un passo dal baratro

Paolo Brosio - Piemme
A un passo dal baratro

Paolo Brosio ha iniziato la carriera giornalistica con i servizi sulle gesta di Di Pietro e colleghi, ai tempi di Tangentopoli. Poi è diventato un noto volto televisivo, come cronista, conduttore, ospite illustre. Ha poi ereditato la guida di programmi di successo discutibili, o validi come Linea Verde.

 

Ed è proprio in questa serie che è venuta fuori la vera natura di Brosio, il carattere gentile e squisito, sempre delicato e pieno di premure con i personaggi intervistati, spesso gente umile come contadini o pastori.

 

Il personaggio di cartapesta ha gettato la maschera, e continua a farlo col suo ultimo libro, su Medjugorie. Nella prima parte Brosio ci parla col cuore in mano degli anni critici vissuti dopo la morte del padre, il fallimento di due matrimoni, l’incendio doloso del suo locale in Versilia e l’insorgere di seri problemi di salute.

 

La conseguenza di tutto questo fu la resa totale, per anni, all’alcol, alla droga e al sesso sfrenato. Una discesa agli inferi interrotta, una mattina, da un’Ave Maria recitata in 16 secondi e, alla fine, dai secchi d’acqua gettati contro i casuali compagni e compagne di orge, ancora storditi fra le lenzuola, per cacciarli dalla sua casa e dalla sua vita (senza odio ma per il bene di tutti).

 

E poi Medjugorje. Per affidare alla Vergine la nuova vita. Per non tornare più indietro. Per rafforzare la fede e i buoni propositi. Per scoprire il volto di chi soffre. Per incrementare le opere di bene a cui Brosio già si dedicava prima della conversione.

 

Il suo non è tanto un testo su Medjugorie – è anche questo, con vera fede e senza fanatismo –, ma un libro toccante sulla conversione di un nome, una faccia, una voce, che sono diventati una persona, un’anima. E un testimone raro.

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