A proposito di genitori anziani

Mia mamma ha quasi 93 anni e, dopo una broncopolmonite superata da poco, ha bisogno di assistenza. Noi quattro figli ci alterniamo a pranzo, cena e notte e durante il giorno è seguita da una signora. I miei fratelli però cominciano a stancarsi… Io e mio marito possiamo essere più presenti, ma non basta, perché impegnati col lavoro (mentre loro sono pensionati!). Faccio fatica a capirli e ad accettare le decisioni da prendere per il bene della mamma, che neanche viene interpellata perché sembra non capisca, mentre non è vero, accetta tutto per mantenere la pace in famiglia…. Barbara – Piacenza. Aiuta la tua mamma come riesci, senza trascurare di voler bene ai tuoi fratelli. Penso che un clima di serenità sia il sollievo più grande che la sostiene nell’affrontare la malattia e i disturbi della vecchiaia. Ognuno ha una sensibilità diversa. Dunque non aspettarti dei passi dai tuoi fratelli. Anzi prova a metterti al loro livello per capirli e ricercare il desiderio di bene che è in ciascuno. Mi rendo conto che non è facile, ma ciò che all’inizio nasce dallo sforzo, in seguito diventa più naturale. Una massima che ho letto qualche giorno fa, dice: L’amore è un’espressione della volontà, ma se amiamo realmente non sarà difficile entrare in simpatia ; il che vuol dire anche che facendo di ogni incomprensione un’occasione per andare avanti, si riesce pian piano a capirsi di più. L’armonia tra voi è la base per riuscire a cogliere i desideri e i bisogni della mamma e prendere insieme con lei o per lei delle decisioni. Anche quando un genitore è anziano e sembra che non ci stia più con la testa, capisce sempre l’amore. Possiamo non farlo mancare mai, soprattutto se per seri motivi si è costretti a farsi aiutare da una casa di accoglienza. Stavo con lui tutto il giorno. Ad una certa ora uscivo per andare a prendere il pane e il latte, la sua cena, e ne approfittavo per fare una passeggiata – mi ha raccontato un’amica che ha assistito il padre fino alla fine. Aveva l’arteriosclerosi e non ci vedeva quasi -. Lo lavavo, lo vestivo, gli facevo tutto. Qualche volta mi scappava la pazienza allora, andando a letto ero così dispiaciuta che pregavo che non se ne andasse quella notte per colmare quel vuoto il giorno dopo. Gli sono stata vicino con tutta me stessa. Aveva 97 anni quando ci ha lasciato. Forse per questo amore, anche se eravamo cinque figli, non ci confondeva mai. Papà, io chi sono?. Piccolino di statura, col berretto sugli occhi, mi rispondeva a voce bassa: Tu sei Elena, Dio ti benedica. Ti auguro di vivere ogni tuo momento con la mamma sempre come un’occasione speciale! spaziofamiglia@cittanuova.it

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons