A Prato in… sincronia

Si è svolto nella città toscana il seminario civile "Sincronie": il diario di una partecipante
Due partecipanti al seminario Sincronie (foto Erica Scarfò)

Nell’accogliente Casa al borgo di Gonfienti di Prato si è svolta quest’anno la sesta edizione di Sincronie, un’iniziativa d’apprendimento civico rivolta agli studenti delle scuole superiori cittadine, promossa dall’associazione Polis, specializzata proprio in percorsi di civismo rivolte ai giovani. Era stato chiesto e ottenuto il patrocinio della provincia e un finaziamento nell’ambito del bando “Siete presente. Con i giovani per ripartire 2023”, promosso da CESVOT (Centro Servizi Volontariato Toscana) e da Regione Toscana-Giovanisì, che ha permesso di far pagare agli intervenuti solo il vitto. Io sono Erica, frequento la 4a del liceo classico e seguo Sincronie dallo scorso anno: propongo a seguire brevi stralci di diario di questi fantastici tre giorni.

12 settembre

All’arrivo, subito mi accolgono simpaticamente i “cittadini attivi”, gli universitari che seguono Sincronie fin dagli esordi, ora animatori. Vado a scegliermi un letto, riincontro gli amici dell’anno scorso e intravedo già qualche faccia nuova. Non si perde tempo a presentarsi, perché più tardi ci ritroviamo tutti e quaranta in cerchio nel grande parco fuori, a fare dei giochi per conoscerci: dai nomi all’età, dalla scuola frequentata agli hobby…

Per tutta la mattina ci impegniamo a gettare le basi di un buon rapporto ed effettivamente quest’attività è coerente con il programma del seminario, i cui temi sono stati decisi dai ragazzi stessi con consultazioni nella chat dedicata: quest’anno si è scelto di parlare del rapporto con se stessi, delle relazioni con gli altri (sia dal vivo che online), degli stereotipi, delle migrazioni e dell’intelligenza artificiale, il tutto tramite lezioni di esperti, laboratori, giochi e cineforum.

In questo primo pomeriggio, alcune relazioni. Verso le 15 è infatti arrivata Irene Lombardo, psicologa, che ha spiegato molto bene un tema complesso, alternando domande guida, momenti di confronto e attività: perché secondo noi le “relazioni” (nel senso più ampio del termine) non funzionano? Cos’è l’intelligenza emotiva? Ne abbiamo parlato a lungo. La cosa che mi ha colpito è che in adolescenza ci facciamo domande sul conoscere noi stessi. Cosa farò nella vita? Troverò qualcuno che mi ama? Sarò mai felice? Tante emozioni sono annesse a queste domande e non sempre oggi ci viene insegnato a gestirle. Oggi però abbiamo avuto l’occasione di imparare a farlo tramite tanti giochi d’introspezione. L’esperienza è stata molto coinvolgente e carica di speranza: ci ha fatto bene guardarsi nell’animo e guardarci negli occhi, per capire dove indirizzarci per crescere.

A seguire ci aspettava la seconda attività, guidata da Elena e Francesca del Centro Antiviolenza La Nara di Prato. Con loro abbiamo affrontato l’importantissimo argomento delle relazioni violente. Abbiamo cercato di definirle, di capirle, di entrare in situazione, riconoscendone i segnali, il tutto in modo molto, molto interattivo. È stato un momento importante per imparare a metterci in ascolto di realtà effettive, molto più vicine a noi di quanto pensiamo. Le due operatrici si sono dichiarate disponibili a darci consigli in caso di necessità e hanno distribuito a tutti i contatti del CAV.

Dopo cena (e varie chiacchierate libere tra di noi per il resto del pomeriggio nel grande prato annesso alla struttura, sotto gli alberi da frutto che lo ombreggiano), il commovente film Non così vicino (titolo originale A Man Called Otto, di Marc Forster), ci rivela l’ affascinante salvezza dello stare insieme, che ci può redimere in primis da noi stessi.

Un momento del seminario Sincronie (foto Erica Scarfò)

13 settembre

Alzarsi la mattina è sempre una sfida, dato che le chiacchierate sono proseguite fino a tardi, ma dopo una buona colazione eccoci tutti insieme ad assistere alla riunione zoom con il professor Alfio Quarteroni, docente di matematica al Politecnico di Milano. Il tema di questa mattina è l’intelligenza artificiale: con slides interessantissime il professore ci dà le basi per capire a grandi linee di cosa si tratta e quand’è che una macchina può realmente essere definita “intelligente”. Seguono le nostre domande, tutte riassumibili nel quesito: come funzionano i processi di apprendimento di un computer e fino a dove può spingersi? È stata una lezione utile a mettere chiarezza in concetti di cui avevamo un’idea nebbiosa e fare luce su certi dubbi. La mattinata è proseguita in modo più attivo: dividendoci in gruppi ci siamo divertiti molto a cercare su internet processi di intelligenze artificiali in grado di aiutarci in vari ambiti della vita (sanitario, scolastico, domestico…), ma non solo: abbiamo anche ideato noi stessi delle macchine intelligenti capaci di aiutarci in questi ambiti, presentandone i pro e i contro ai nostri compagni.

Non si può parlare di intelligenza artificiale senza però affrontare il tema delle fake news, della propaganda, dell’educazione all’uso dei social, argomenti che toccano particolarmente da vicino noi giovani. Di questo ci siamo occupati nel pomeriggio con i dottori Francesco Brizzi e Francesco Pagnini, del Centro Sed, Servizi Educativi Digitali, che ci hanno mostrato come le nostre opinioni e le nostre attività, almeno all’interno dei social, sono completamente controllate e come si cerchi poi di influenzare le nostre scelte, a volte in modo surreale. Ci hanno fatto vedere come tale controllo sia stato determinante nel voto inglese sulla brexit o come i social influenzino la politica. ll cineforum serale parlava proprio di questo: in un episodio della serie Black Mirror veniva immaginato un mondo utopico (oserei dire distopico) in cui la tecnologia governava le relazioni sociali delle persone, condizionandole e rendendole pari a oggetti. Anche se l’argomento proposto era duro, ne sono venute fuori belle riflessioni tra noi ragazzi e penso siano state conversazioni utili a renderci persone più consapevoli.

14 settembre

L’ultimo ospite di questa avventura è Kaaj Tschikalandand, una ragazza italiana di origini congolesi. L’argomento era la migrazione e gli stereotipi, tema molto caldo e dibattuto. Proprio per questo Kaaj ha detto che per parlarne c’era bisogno che noi tutti fossimo a nostro agio e liberi di dire opinioni anche un po’ anticonvenzionali, perché per capire che qualcosa è sbagliata bisogna parlarne e non censurarla.

Il modo migliore per rompere il ghiaccio è stato insultarci. O meglio, giocare a una specie di Indovina Chi? con gli stereotipi: “Sono una ragazza facile, sono uno zingaro?” ognuno indovinava chi lui fosse (indicato da un bigliettino che Kaaj ci aveva appiccicato in fronte, senza che noi lo avessimo prima letto) attraverso gli insulti che riceveva. Abbiamo riso tanto, ma dopo il gioco sono nate molte riflessioni: la mattinata è stata tutta così, tanti giochi di ruolo da cui poi riuscivamo a trarre altrettanti pensieri e conclusioni. Fino a quanto puoi conoscere una persona? Perché i valori personali non valgono più in certe situazioni? Queste le domande a cui abbiamo cercato di rispondere.

Dopo la piacevole visita del presidente della Provincia, Simone Calamai, ci siamo presi un momento per scrivere un bigliettino a ciascun nostro compagno, con scritte impressioni o gesti carini che avevamo notato; molti da portare nel cuore. Da ultimo è venuto il Vescovo mons. Giovanni Nerbini e gli abbiamo fatto dono di tante parole scritte su un cartellone: tutti ne abbiamo scritta una che descrivesse questa esperienza. Famiglia, Serenità, Conoscere divertendosi, Sorriso, Puzzle, Stare Bene… Sarebbe già una bella conclusione così, ma mi sento di chiudere con il dono che invece ci ha fatto il Vescovo, una storia:

Il pesciolino cerca l’oceano, ma non trovandolo, chiede indicazioni ad un grosso, vecchio pesce: «Mi scusi, dov’è l’oceano?»

«Ma come? L’oceano è proprio qui, tutto intorno a te» risponde.l’interrogato.

Ma il pesciolino non è convinto e si mette di nuovo in cerca.

La nostra società ci spinge al possesso, ma più accumuliamo cose materiali, più ci sentiamo vuoti dentro…e allora dobbiamo capire che la ricchezza non è all’esterno, ma già dentro di noi. Credo che quest’esperienza ci abbia stimolato a tirarla un po’ fuori.

Intanto abbiamo chiesto a Polis e agli animatori che gli appuntamenti di Sincronie nell’anno siano continuativi.

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons