A Parma trionfa Pizzarotti

Vince il Movimento 5 stelle, ma resta comunque elevato l'astensionismo. Il nuovo sindaco dovrà fronteggiare un debito pubblico di 700 milioni di euro
Federico Pizzarotti

È una grande novità che ha fatto già il giro di tutta Italia e di tutto il mondo. A Parma vince il Movimento 5 stelle e il nuovo sindaco si chiama Federico Pizzarotti. Un uomo giovane (39 anni), che non ha nulla a che fare con i soliti cliché della politica fatta di burocrati e accademici; una persona vicino ai cittadini che ha tra i suoi primi punti all'ordine del giorno due obbiettivi molto precisi: «Voglio risanare il debito pubblico – questa la sua prima dichiarazione – e poi voglio eliminare l'inceneritore». Effettivamente il debito di 700 milioni di euro che grava sulle spalle dei parmigiani fa paura, è pesante ed è forse il motivo principale per cui i cittadini hanno voluto cambiar pagina radicalmente.
 
Un ballottaggio quello tra Pizzarotti e Bernazzoli – candidato sindaco per il centrosinistra – che ha visto un rovesciamento dei risultati di due settimane fa: il nuovo sindaco ha ottenuto il 60,23 per cento dei voti, lasciando l'avversario ad un 39,77. Ma il dato che emerge ancora una volta è il numero dei non votanti: quasi il 40 per cento degli aventi diritto ha preferito non esprimere il proprio voto. E pensare che non c’era neppure un clima atmosferico degno di una gita fuori porta! Insomma, nessuna scusa può coprire l'atteggiamento scelto da oltre 50mila persone, un comportamento che deve far riflettere tutti coloro che in questi anni si sono seduti su poltrone più o meno importanti.
 
Oggi perciò inizia il lavoro del sindaco, che ha già avvisato la banca di Reggio Emilia, dove presta lavoro come project manager, che da questa mattina non si recherà più lì: per i prossimi cinque anni lo attende il municipio. E Federico Pizzarotti ha già indicato sin dalle prime battute la sua metodologia di lavoro: «Sarò sempre al fianco dei cittadini, voglio ascoltare la loro voce e farò il mio lavoro con responsabilità e trasparenza; chiedo ai parmigiani di interessarsi della vita pubblica, più collaboriamo insieme e più questa città sarà migliore e risolveremo seriamente i problemi che stanno a cuore a tutti i cittadini».
 
Un programma serio e allo stesso tempo non troppo rigido; il nuovo sindaco certamente non ha conquistato gli elettori per un completo gessato firmato o per una cravatta di seta, visto che finora si è sempre presentato in jeans, pullover e scarpe da tennis. Il suo fare “a modo” e la sua “faccia pulita” hanno “rapito” anche coloro che non erano così convinti: «Meglio un uomo più giovane e inesperto che non tutti gli altri», sono state le parole di una giovane mamma di famiglia, una voce comune tra le tante che si sentono in piazza Garibaldi dove il nuovo sindaco non ha né brindato né festeggiato con tanti rumori. «Vogliamo mantenere un certo clima anche per rispetto nei confronti dei terremotati della provincia di Modena e Ferrara – ha dichiarato Pizzarotti –; ci sembra importante festeggiare perché quella di oggi è una gran vittoria, ma al di là di tutto siamo pronti a lavorare e a mettere in campo le nostre forze perché tutte le proposte presentate in programma elettorale e vagliate dai cittadini si concretizzino al più presto». 
 
Ed è questo il punto principale sul quale Pizzarotti sta lavorando e già in campagna elettorale ha dichiarato apertamente la sua differenza rispetto al leader nazionale Beppe Grillo: «Lui è come il nostro megafono, ci ha aiutato a portare la gente in piazza, attira le masse, noi ora parliamo di proposte per la città; non siamo l’antipolitica, né un partito come gli altri, siamo un movimento di gente comune che vuole lavorare al servizio della propria città». E in questo lavoro il nuovo sindaco ha già espresso tanta apertura anche nei confronti della cosiddetta minoranza: «Vaglieremo tutte le loro proposte non escludendone nessuna a priori». E pensare che per la prima volta nella storia di Parma il consiglio comunale sarà formato da 19 consiglieri di maggioranza – tutti del Movimento 5 stelle – e 13 di minoranza – dove vi sono tutti gli altri, dall’estrema sinistra alla destra e pure le liste civiche.
 
La vittoria di Pizzarotti insomma ha parlato e parlerà a tutti gli italiani: gli industriali di Parma per la prima volta nella storia sono stati sconfitti. Si rompe così la storica tradizione che vedeva il potere politico ed economico essere una sola cosa e camminare a braccetto.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons