A Grottaferrata con Chiara Lubich

Il Comune ha voluto ricordare la fondatrice del Movimento dei focolari, che ha vissuto per otto anni nella cittadina laziale, con la dedica di un giardino.
giardino chiara lubich

Il 6 marzo il Comune di Grottaferrata, con la dedicazione di un giardino a Chiara Lubich, ha voluta ricordarla quale sua concittadina dal 1957 al 1965, a ridosso del secondo anniversario della sua morte avvenuta il 14 marzo 2008.

 

Suggestiva la nascita di questo piccolo giardino, quasi una bomboniera lungo la strada che percorre in linea retta Grottaferrata, mutando per ben cinque volte il suo nome. L’angolo di strada, abbandonato da anni, prende forma di giardino. Dopo l’atto di nascita dell’Associazione “Città per la fraternità”, il 16 gennaio 2009 a Pompei, è sorta l’idea di dedicarlo a Chiara. A renderlo più affascinante è quello che era avvenuto in quel punto quando asfalto e palazzi ancora non lo “soffocavano”.

 

Squarciarelli, rinomata nella storia anche per l’acqua della sua sorgente, trovava il giusto pendio verso Roma perché dalla fonte, una polla d’acqua quasi raso terra, giungesse in quel luogo – dove sorge il giardino – per diramarsi in tanti piccoli canali. L’immagine che congiunge l’acqua alla vita arricchisce di significato questo luogo che guarda proprio quella che è stata la casa di Chiara e il primo centro del Movimento dei focolari, appunto dal ’57 al ’65, offerto dalla marchesa Elisabetta Rossignani Pacelli, sorella di Pio XII.

 

Un’opera in travertino riporta una sua celebre frase, scelta appositamente dalla nuova presidente del Movimento dei focolari, Maria Voce: «Amare tutti, amare sempre, amare per primi». A seguire la firma “Chiara Lubich”, incisa con la sua calligrafia, quasi a sigillo di un patto con la città. All’apice il simbolo di un mondo, composto da strisce dei sette colori dell’arcobaleno, a significare l’apertura all’umanità.

 

Il giardino ha due significative peculiarità: trovano posto numerosi “odori”, quali salvia, rosmarino, menta, scelti per la loro semplicità e popolarità, e altre due piante, una simbolo di Grottaferrata (camelia) e l’altra di Rocca di Papa (agrifoglio), con diversi significati: il percorso, non solo residenziale, di Chiara Lubich, la caduta di divisioni e di campanilismi, e l’appartenenza alla nuova realtà delle “Città per la fraternità”, a cui entrambi i comuni aderiscono.

 

Durante la cerimonia di inaugurazione il sindaco della città, Mauro Ghelfi, ha detto che non poteva non essere ricordata una persona speciale come Chiara Lubich per quel che ha fatto per l’umanità e la Chiesa anche nel suo soggiorno a Grottaferrata. Poi l’auspicio che il giardino sia «un angolo di tranquillità nel centro città, prendendo spunto dal suo messaggio di spiritualità quotidiana». Infine, un desiderio: «Spero che i focolarini che sono nella nostra città possano aiutarci a farci sperare in un mondo migliore».

 

Prima della benedizione del giardino il vescovo tuscolano, Mons. Raffello Martinelli, ha scelto un suggestivo esempio: «Conosco l’opera di Chiara Lubich come apertura su varie sfide. Quale luogo migliore di una piazza poteva esserle dedicata, dove non si chiede biglietto, dove chiunque può soggiornarci e trovare accoglienza? E la presenza di una fontana, segno di universalità, richiama il suo pensiero». Con la presenza di Emiliano Fabbricatore, archimandrita dell’abbazia di san Nilio, realtà legata strettamente e indissolubilmente a Grottaferrata, si è ricordato Chiara per la sua innata vocazione al dialogo soprattutto con la Chiesa d’Oriente, da cui l’abbazia ha origine pur rimanendo legata alla Chiesa di Roma. Mario Ratini, attuale co-responsabile del Movimento dei Focolari nel territorio dei Castelli Romani, ha risposto a tutte queste sollecitazioni dicendo che il «nostro grazie sarà dare un contributo alla città vivendo quell’arte di amare che è stata incisa nella pietra di questo giardino».

 

Il Comune ha poi voluto un dedicare un momento successivo all’inaugurazione, per meglio conoscere Chiara, aperto alla cittadinanza. Testimone d’eccezione Eli Folonari, sua stretta collaboratrice per oltre cinquant’anni e attuale responsabile del Centro Chiara Lubich. Tra il folto pubblico altri testimoni dell’inizio dell’avventura di Chiara. Tra le tante domande poste alla Folonari ve n’è una particolarmente significativa: «Cosa ti porti nel cuore dell’esperienza con Chiara?». Visibilmente emozionata ha risposto: «Direi che è stata una corsa….». Tra filmati e foto d’epoca, è stato un viaggio nel tempo e nelle generazioni che dal ’57 ad oggi hanno caratterizzato il Movimento dei focolari a Grottaferrata: famiglie, artisti, professionisti, giovani. Esperienze semplici, piccole, ma che hanno seminato una storia. Anche un ex sindaco ed un’attuale consigliera comunale, giovanissimi all’epoca della permanenza in città di Chiara, conosciuta personalmente, hanno voluto ricordare quei momenti con aneddoti simpatici e profondi che hanno fatto capire che la proposta di Chiara va al di là di appartenenze e adesioni e che può essere condivisa dove si è e come si è.

 

Conclusa la manifestazione con un pregevole concerto della Corale di Grottaferrata, importante realtà artistico-culturale della città castellana, l’assessore alla Cultura, Alessandra Celidonio, diceva: «Siete presenza discreta tra noi, ma ora dateci una mano a costruire una città più bella». Da domani si aprirà il cancello del giardino e la responsabilità di “amare tutti, amare sempre, amare per primi”sarà, per ciascuno, una nuova scommessa da vivere.

I più letti della settimana

Chiara D’Urbano nella APP di CN

La forte fede degli atei

Mediterraneo di fraternità

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons